Disturbo schizotipico: cos'è e come si tratta

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 09 Settembre, 2024

Colloquio tra terapeuta e paziente

Il disturbo schizotipico è caratterizzato da una persistente difficoltà nelle relazioni sociali e interpersonali: chi ne è affetto sperimenta un profondo disagio nelle interazioni affettive, ha una capacità limitata di interazione sociale e mostra distorsioni cognitive e comportamenti eccentrici.

Questo disturbo colpisce circa il 3% della popolazione e si riscontra più frequentemente tra i parenti biologici di persone con schizofrenia; tuttavia, non è ancora chiaro se vi siano differenze di frequenza tra uomini e donne.

Cerchiamo di scoprirne di più di seguito.

Disturbo schizotipico di personalità: in cosa consiste?

Il disturbo schizotipico di personalità è caratterizzato da un pattern pervasivo di difficoltà nelle relazioni interpersonali, da pensieri e comportamenti eccentrici, nonché da distorsioni cognitive o percettive.

Le persone che ne soffrono tendono a sentirsi estremamente a disagio nelle situazioni sociali e spesso mostrano una ridotta capacità nell’instaurare relazioni strette.

Questo disagio sociale è spesso accompagnato da sospettosità o ideazione paranoide, che contribuisce ulteriormente all'isolamento.

Un tratto distintivo di tale disturbo è la presenza di credenze strane che possono manifestarsi in modi diversi, come la convinzione che i propri pensieri possano influenzare gli eventi esterni o che si possiedano poteri speciali – risultando essere fuori dalla norma per il contesto culturale della persona.


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Le persone con questo disturbo possono anche presentare allucinazioni somatiche o sensazioni corporee strane, che contribuiscono alla loro visione del mondo bizzarra e non convenzionale; spesso il loro linguaggio è vago, metaforico o elaborato in modo inusuale, rendendo difficile per gli altri comprenderli.

A livello comportamentale, lo schizotipico può manifestarsi attraverso comportamenti eccentrici o bizzarri e una mancanza di appropriata espressione emotiva, che può apparire fredda o distaccata. Anche l'aspetto e il modo di vestire possono essere considerati strani o non convenzionali.

Sintomi della schizotipia

La schizotipia si manifesta, come detto, con una serie di sintomi che comprendono difficoltà nelle relazioni sociali, pensieri e comportamenti eccentrici e distorsioni cognitive o percettive.

Le manifestazioni principali di tale condizione possono essere:

  • idee di riferimento: le persone con schizotipia spesso interpretano gli eventi quotidiani come se avessero un significato particolare o speciale rivolto a loro. Ad esempio, possono pensare che i messaggi nei media siano destinati specificamente a loro o che piccoli dettagli insignificanti nell'ambiente siano segnali o messaggi personali. Queste idee di riferimento sono meno intense rispetto a un delirio vero e proprio, ma riflettono una percezione distorta della realtà;
  • credenze strane o pensiero magico: i soggetti possono avere credenze insolite, come la convinzione di possedere poteri speciali (telepatia o la chiaroveggenza) o di poter influenzare gli eventi con i loro pensieri. Queste credenze vanno al di là delle norme culturali e sociali accettate;
  • esperienze percettive insolite: possono verificarsi alterazioni percettive, come sentire voci che non ci sono (ma non al livello delle vere allucinazioni) o avere sensazioni corporee strane;
  • sospettosità o ideazione paranoide: le persone con schizotipia possono essere eccessivamente sospettose e paranoiche, interpretando le intenzioni degli altri come malevole senza motivo apparente;

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  • pensiero, linguaggio, comportamento e aspetto eccentrico: il loro modo di pensare e parlare può essere vago, metaforico, eccessivamente elaborato o difficile da seguire. Questo rende spesso difficile per gli altri comprendere ciò che stanno dicendo; inoltre, tali soggetti possono avere un comportamento bizzarro o strano e un aspetto inusuale, che non segue le convenzioni sociali;
  • affettività inappropriata o limitata: i soggetti schizotipici possono mostrare emozioni che sono inappropriate per la situazione o avere una gamma limitata di espressioni emotive, apparendo freddi o distaccati;
  • mancanza di amici stretti o confidenziali: spesso questi individui hanno poche relazioni strette al di fuori dei familiari di primo grado, a causa del loro disagio nelle interazioni sociali;
  • ansia sociale eccessiva: possono provare una forte ansia in situazioni sociali, che non diminuisce con la familiarità e può essere associata a paure paranoiche piuttosto che a giudizi negativi su di sé.

Personalità schizotipica: le cause

Le cause del disturbo schizotipico di personalità non sono ancora del tutto comprese, ma si ritiene che siano una combinazione di più fattori.

Ecco una spiegazione più dettagliata delle possibili cause:

  • familiarità: le persone con parenti di primo grado affetti da disturbi psicotici, come la schizofrenia, hanno un rischio maggiore di svilupparlo. Questo può indicare o che i geni possono giocare un ruolo significativo nella predisposizione al disturbo, o che vi è stato un apprendimento familiare delle caratteristiche schizotipiche a cui si è stati esposti;
  • neurobiologia: può trattarsi di anomalie nella struttura e nella funzione del cervello. In particolare, potrebbero esservi differenze nell'attività di neurotrasmettitori come la dopamina, che è coinvolta nella regolazione dell'umore, del comportamento e della percezione. Anche anomalie in regioni del cervello come il lobo temporale e la corteccia prefrontale, che sono implicate nei processi di pensiero e nelle emozioni, possono contribuire ai sintomi;
  • fattori ambientali: le esperienze di vita, specialmente durante l'infanzia, possono influenzare il suo sviluppo. Traumi infantili, abusi fisici o emotivi, negligenza e relazioni familiari disfunzionali sono stati associati a un rischio aumentato di sviluppare il disturbo. Un ambiente di crescita instabile o stressante può contribuire all'emergere dei sintomi schizotipici;
  • interazioni tra geni e ambiente: è probabile che i fattori genetici e ambientali interagiscano tra loro nello sviluppo del disturbo. Una persona con una predisposizione genetica potrebbe essere più vulnerabile agli effetti negativi di esperienze traumatiche o stressanti. Questa interazione complessa può determinare come e quando si manifestano i sintomi. 

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Il disturbo schizotipico di personalità è probabilmente il risultato di una complessa interazione tra predisposizioni genetiche, anomalie neurobiologiche e influenze ambientali: la combinazione di questi fattori può aumentare significativamente il rischio di sviluppare il disturbo.

Come trattare il disturbo di personalità schizotipico

Il trattamento del disturbo schizotipico di personalità (DSP) è solitamente multifattoriale e mirato a gestire i sintomi e migliorare il funzionamento complessivo dell'individuo.

Ecco le principali modalità di trattamento:

  • psicoterapia: la psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), è spesso utilizzata per trattare il DSP. Questa forma di terapia aiuta a identificare e cambiare schemi di pensiero distorti e comportamenti disfunzionali. Obiettivi comuni della TCC sono il miglioramento delle abilità sociali, ridurre l'eccentricità del pensiero e aumentare la consapevolezza delle distorsioni cognitive;
  • farmacoterapia: se i sintomi sono particolarmente gravi o includono episodi di stress psicotico transitorio, il trattamento con farmaci può essere considerato. Gli antipsicotici possono essere prescritti per gestire sintomi come idee di riferimento, sospettosità ed esperienze percettive insolite. Tuttavia, va notato che l'efficacia dei farmaci nel trattamento del DSP non è stata ampiamente studiata come nel caso della schizofrenia;
  • supporto sociale e abilità di vita quotidiana: questi interventi sono cruciali per migliorare il funzionamento sociale e ridurre l'isolamento associato al disturbo. Questo può includere l'educazione sulla malattia per il paziente e i suoi familiari, il sostegno nella gestione dello stress quotidiano e l'insegnamento di competenze pratiche per affrontare le sfide quotidiane;

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  • monitoraggio e gestione dei sintomi: un piano di trattamento efficace richiede un monitoraggio regolare dei sintomi e una gestione tempestiva delle ricadute. Questo può implicare sessioni di follow-up con il terapeuta o il medico curante per valutare il progresso e apportare eventuali aggiustamenti al trattamento;
  • educazione e sostegno familiare: coinvolgere la famiglia nell'educazione sul disturbo e nel sostegno al paziente può migliorare l'aderenza al trattamento e favorire un ambiente di supporto stabile. La comprensione dei sintomi e delle strategie di gestione può anche aiutare a prevenire il deterioramento delle condizioni del paziente;
  • gestione delle comorbilità: spesso è associato ad altri disturbi mentali, come disturbi d'ansia o depressione. È importante gestire anche queste condizioni attraverso trattamenti specifici, come la terapia cognitivo-comportamentale per l'ansia o farmaci antidepressivi, se necessario.
Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

a cura di Dr. Alberto Galia
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