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Acido tranexamico: cos'è e a cosa serve

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 14 Febbraio, 2024

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Cos'è l'acido tranexamico e a cosa serve? In quali situazioni viene utilizzato e cosa occorre tenere presente prima di assumerlo? Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'argomento.

Che cos'è l'acido tranexamico

L'acido tranexamico è un principio attivo conosciuto e utilizzato da diverso tempo per la produzione di farmaci ad effetto antiemorragico. In particolare, esso trova ampia applicazione per prevenire i sanguinamenti dovuti ad un processo detto fibrinolisi

Quest'ultima è fondamentale per impedire la formazione di coaguli pericolosi nei vasi, ma se eccessivamente attiva inibisce la capacità del sangue di coagularsi, pertanto può risultare molto pericolosa soprattutto per alcuni soggetti: ecco perché l'acido tranexamico, che in commercio è disponibile sotto diverse forme, sia da assumere per via orale che per via parenterale, risulta così importante.

Il principio alla base dell'acido tranexamico è la sua capacità di interagire con la plasmina, ovvero un importante enzima coinvolto nel processo biologico della fibrinolisi.

L'acido tranexamico viene utilizzato in relazione alla sua capacità antiemorragica, in quanto esso va a diminuire l'azione della plasmina e crea con essa un legame (chiamato "complesso acido tranexamico-plasmina") che riduce la scissione della fibrina, in modo che i sanguinamenti eccessivi e le emorragie siano meno abbondanti e meno frequenti.

L'acido tranexamico è disponibile in fiale da iniettare o da assumere per via orale, ma anche in compresse da deglutire. 

In genere la somministrazione per via orale si consiglia per la prevenzione di complicazioni emorragiche in relazione a interventi di chirurgia e per il trattamento dell'ipermenorrea, mentre l'utilizzo topico del farmaco viene consigliato in casi di emorragia; in questo caso esso viene versato su di una garza (o direttamente nella sede emorragica), la quale viene poi tamponata sulla zona sanguinante. 

Quando si utilizza l'acido tranexamico

L'acido tranexamico trova ampia applicazione e rappresenta il principio farmacologico più sfruttato nella somministrazione di farmaci antifibrinolitici. Esso viene utilizzato in particolare per:

  • trattare un ciclo mestruale particolarmente abbondante;
  • per chi soffre di disturbi emorragici che insorgono in seguito a un'operazione chirurgica, come ad esempio interventi alla prostata o alle vie urinarie;
  • in seguito a operazioni chirurgiche che coinvolgono l'addome, il cuore o l'utero. È stato dimostrato, in particolare, che nei pazienti sottoposti a interventi per l'inserimento di by pass coronarico, l'acido tranexamico può essere utile per ridurre le probabilità di sanguinamento;
  • l'assunzione di acido tranexamico per via topica è utile per i soggetti che soffrono di epistassi, in quanto riduce la portata del sanguinamento nel giro di pochi minuti;
  • per ridurre il sanguinamento gastrointestinale;
  • se assunto per via orale è utile per curare l'angioedema ereditario;
  • prevenire o ridurre il sanguinamento che insorge nei pazienti affetti da emofilia, soprattutto in seguito a interventi di estrazione dentale;
  • nell'immediato post partum per trattare il sanguinamento uterino anormale, che è spesso causa di complicazioni nella donna che ha appena partorito;
  • in occasione di eventi traumatici acuti che prevedono la necessità di operazioni chirurgiche o trasfusioni di sangue.

Cosa sapere prima di assumere l'acido tranexamico

  • L'acido tranexamico è un principio attivo molto utile, tuttavia non è esente da controindicazioni ed effetti collaterali. I farmaci a base di acido tranexamico per os o iniettivi possono essere prescritti esclusivamente da un medico. In ogni modo prima di assumerlo è importante informare il medico delle proprie condizioni di salute per evitare rischi. Particolare attenzione nel caso di:emorragie spontanee;
  • coagulazione intravascolare disseminata;
  • sangue nelle urine;
  • cicli mestruali molto irregolari;
  • convulsioni;
  • patologie renali;
  • tendenza alla trombosi;
  • malattie cardiache o epatiche;
  • assunzione di determinati farmaci con i quali l'acido tranexamico può interagire. I medicinali a cui fare attenzione comprendono i trombolitici, i contraccettivi orali e quelli che favoriscono la coagulazione del sangue, oltre ai classici farmaci da banco e ai prodotti erboristici o omeopatici.

L'acido tranexamico può provocare diversi effetti collaterali, fra cui:

  • reazioni allergiche, che comprendono prurito, eruzioni cutanei, gonfiore;
  • dolore al petto;
  • difficoltà di respirazione;
  • formazione di trombi con rischio di embolia;
  • nausea, vomito, diarrea;
  • disturbi della vista;
  • trombi oculari;
  • malessere.

Qualora si fosse assunta una dose eccessiva di acido tranexamico, è possibile avvertire sintomi quali i capogiri, le vertigini e la nausea; in questo caso è opportuno contattare il medico o recarsi in Pronto Soccorso. È importante tenere presente che questo farmaco non è indicato durante la gravidanza e in fase di allattamento.


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Acido tranexamico e cura della pelle

Oltre all'utilizzo dell'acido tranexamico per il trattamento delle emorragie e dei sanguinamenti, c'è un altro campo d'applicazione che vede protagonista questo principio attivo. Si tratta della dermatologia, dove questo principio attivo viene sfruttato per la sua azione schiarente

La lisina di sintesi contenuta in quest'acido, infatti, è una molecola che ha la capacità di inibire la melanogenesi, ovvero la formazione eccessiva della melanina nella pelle. Ciò si rivela particolarmente utile nel caso delle macchie cutanee e delle discromie causate, appunto, da un accumulo di melanina nella cute.

Sieri e creme a base di acido tranexamico vengono quindi consigliate a tutti coloro che desiderano prevenire o trattare la formazione di aree più scure sulla pelle del volto, oppure che hanno la necessità di uniformare l'incarnato. Tale principio attivo trova quindi applicazione nella lotta contro il melasma, le cicatrici post acne, le discromie e le macchie dovute all'iperpigmentazione o all'età.

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Stefano Messori
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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