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Dislessia: esempi e caratteristiche per riconoscerla

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 20 Dicembre, 2023

bambina impara a leggere con la maestra

Cos'è la dislessia e quali sono i sintomi associata ad essa? Quali sono gli esempi di errori commessi più frequentemente dalle persone dislessiche che possono aiutare nell'individuazione di una diagnosi? Facciamo chiarezza su questo argomento.

Cos'è la dislessia e quali sono le sue caratteristiche

Con il termine di dislessia si intende un disturbo dell'apprendimento che riguarda in particolare la competenza della lettura. La diagnosi definitiva viene fatta al termine della seconda classe della scuola primaria, tuttavia è importante tenere monitorato lo sviluppo del bambino in modo da mettere in campo degli strumenti d'aiuto personalizzati sulle sue esigenze specifiche. La parola dislessia deriva dall'unione dei termini greci disfunzione (dys) e linguaggio (lexis), sebbene essa indichi in realtà una problematica che affligge non tanto la capacità di parlare, bensì quella di leggere.

Questo disturbo può caratterizzare sia lo sviluppo del bambino (dislessia evolutiva), determinando difficoltà e rallentamento nell'apprendimento della lettura, sia l'età adulta: in questo specifico caso, tuttavia, si parla di "dislessia acquisita" o "degli adulti", e si verifica in seguito a un trauma o a una patologia neurologica che intacca una competenza, in realtà, già acquisita nel passato.

La dislessia evolutiva rientra nella categoria dei DSA, ovvero dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento, i quali si manifestano in genere durante i primi anni della scuola primaria e si traducono in una serie di difficoltà nell'apprendimento di competenze quali la lettura, la scrittura o la matematica. I DSA non presuppongono l'esistenza di ritardi nello sviluppo, né di alcuna patologia cerebrale o QI inferiore alla norma, bensì si caratterizzano per un differente sviluppo del funzionamento del cervello, il quale conduce alla formazione di un diverso modo di apprendere rispetto ai bambini considerati "neurotipici". 

Come accorgersi della dislessia

Alcuni esempi di dislessia sono riscontrabili già durante i primi tempi della scuola primaria, quando il bambino manifesta una certa difficoltà o lentezza dell'imparare a leggere. Esso può andare incontro a problemi nel memorizzare le lettere dell'alfabeto e tende a confonderle tra loro (in particolare le lettere simmetriche, quali ad esempio la p e la q, oppure la e la b). Inoltre, i bambini dislessici fanno confusione tra le lettere che hanno un suono e una modalità di pronuncia molto simile, come la con la v, oppure la t con la d

Sebbene la maggior parte dei bambini in età scolare presenti delle problematiche simili, nel caso di quelli dislessici le difficoltà non riescono ad essere superate con il passare del tempo, oppure vengono apprese delle competenze ma in modo molto più lento rispetto agli altri coetanei. 

Altri sintomi della dislessia possono poi riguardare l'aspetto più specificatamente evolutivo e fonologico, con il bambino che, pur riconoscendo le singole lettere, non riesce a unirle insieme per pronunciare una parola. Tutto ciò si traduce in un'evidente imprecisione nell'attività di lettura, la quale risulta essere lenta e difficoltosa anche con il passare dei mesi.

Per quanto riguarda la dislessia cosiddetta "superficiale" o "visivo-globale", invece, chi ne è affetto non riesce a comprendere immediatamente il significato di parole che, pur essendo scritte allo stesso modo, vogliono dire cose diverse, oppure tende a non individuare subito il contesto al quale appartiene il testo scritto, mostrando frequenti esitazioni e incertezze. 

Come legge un bambino dislessico?

Per diagnosticare correttamente questo DSA può essere utile tenere presente come vede un individuo dislessico e quali sono le principali caratteristiche che contraddistinguono il suo modo di leggere. Un bambino dislessico in genere manifesta:

  • una lettura faticosa, lenta e scorretta, con abbondante presenza di errori di vario tipo;
  • imprecisioni nella comprensione di un testo scritto;
  • lettura caratterizzata da frequenti scambi di sillabe, da omissioni, riduzioni, aggiunte di parole o salti di righe;
  • scambi di vocali e di consonanti, in particolare di quelle che sono simili dal punto visivamente o fonologicamente;
  • difficoltà nel copiare dalla lavagna;
  • esplorazione visiva di un testo critica, con conseguenti difficoltà a mantenere il segno e frequenti omissioni di parole;
  • difficoltà a riconoscere come uguali lettere scritte in modo diverso (ad esempio in maiuscolo/minuscolo);
  • frequenti interferenze e fusioni di parole vicine, come ad esempio: cane e sale/cale;
  • difficoltà a cogliere le sequenze dei suoni, nonché a individuare e riconoscere i suoni diversi all'interno di una parola;
  • difficoltà a ricordare rapidamente i nomi degli oggetti;
  • sensazione che i segni grafici si muovano all'interno del foglio;
  • difficoltà a seguire correttamente la successione delle parole nella riga;
  • tendenza a leggere le parole al contrario;
  • tendenza a invertire le sillabe che compongono le parole;
  • frequenti errori nell'articolare la corretta sequenza delle lettere, ad esempio il bambino legge capra, invece di carpa;

La conseguenza principale riguarda il tempo impiegato per decodificare correttamente le porzioni di testo leggere, il quale aumenta considerevolmente, stancando il bimbo molto prima, rallentando il suo apprendimento e, in alcuni casi, provocando una diminuzione della sua autostima.

Negli ultimi anni la ricerca scientifica si è lungamente interessata ai meccanismi neurologici che caratterizzano gli individui affetti da questo tipo di DSA. Ma cosa vede un dislessico di differente rispetto a un individuo neurotipico? Sembra che nella dislessia vengano messi in atto pattern di lettura diversi: invece che da sinistra verso destra, i soggetti dislessici compiono movimenti molto meno fluidi ma più ampi con lo sguardo, i quali sono intervallati da pause nelle quali avviene l'elaborazione dello stimolo e da un numero più alto di regressioni.


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Sintomi che caratterizzano la dislessia

Gli individui che manifestano problemi di dislessia possono andare incontro a un ampio ventaglio di sintomi. Sebbene questo DSA si manifesti con più frequenza in occasione dell'ingresso alla scuola primaria, ovvero quando si è portati ad apprendere la lettura e la scrittura, esistono dei segnali che possono farci intuire, già alla scuola dell'infanzia, se il bambino potrebbe essere interessato da una dislessia leggera. Fra questi rientrano:

  • ritardo nell'imparare a parlare;
  • difficoltà a imparare e a ricordare nuove parole;
  • difficoltà a pronunciare parole lunghe o complesse dal punto di vista fonetico;
  • difficoltà a ricordare gli elementi in ordine o in sequenza;
  • difficoltà ad apprendere il significato di alcune parole nuove;
  • coordinazione motoria poco sviluppata;

Altri sintomi che caratterizzano una persona dislessica sono:

  • la difficoltà a creare una rappresentazione mentale delle parole astratte. L'individuo dislessico tende a pensare per immagini concrete, pertanto, soprattutto quando deve leggere o fare riferimento a tutte quelle porzioni di testo che non sono identificabili con un'immagine (come ad esempio le congiunzioni, le preposizioni, gli avverbi,...), può incontrare delle criticità;
  • la tendenza a stancarsi fisicamente dopo un intenso sforzo mentale. Dopo un esercizio di lettura, ad esempio, un bambino dislessico può sentirsi confuso, affaticato ed esausto;
  • disorientamento non appena ci si approccia a un testo scritto e conseguente difficoltà a ricordare i concetti presenti nell'elaborat
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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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