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Piede torto congenito: cause e trattamento

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 26 Marzo, 2024

Una madre insegna a camminare al bambino

Cosa significa quando il neonato ha il piede torto? Come si riconosce questa condizione e quali conseguenze ha sul bambino?

Andiamo alla scoperta di quali sono le cause che lo determinano e di quali soluzioni possono essere messe in atto per correggerlo.

Che cos'è il piede torto congenito?

Il piede torto congenito (spesso abbreviato con la sigla PTC) è un problema ortopedico molto diffuso e colpisce circa un bambino su 1000.

Presente molto di più nei maschi rispetto alle femmine, in quasi la metà dei casi riguarda entrambi i piedi e prende il nome di piede torto congenito bilaterale.

In genere esso compare senza che il bambino sia affetto da altre patologie muscolo-scheletriche o neuro-muscolari e si riconosce perché alla nascita i piedi del neonato si presentano ruotati verso l'interno, con le punte verso il basso e rigidamente deformati.

Tale posizione delle estremità inferiori è anche chiamato "piede equino varo supinato" e si caratterizza per una torsione del piede sul proprio asse longitudinale.Un bambino cammina mano nella mano con un genitore

La malformazione può presentarsi a diversi livelli di intensità e al momento della diagnosi il personale medico valuta il piede torto congenito seguendo una precisa classificazione.

L'approccio terapeutico varia quindi in relazione al grado di deformità, tuttavia è indispensabile che il bambino venga sottoposto a cura precoce o vi è il rischio che i piedi torti compromettano le normali attività quotidiane del neonato e in futuro gli impediscano di avere una corretta deambulazione.

Altre forme di piedi torti nei neonati

Nella maggior parte dei casi quando si parla di piede torto nel neonato si fa riferimento al piede torto equino varo supinato, tuttavia esistono anche altre forme di piedino torto, molto più rare.

Le principali sono:

  • Talo valgo pronato. In questo caso la parte anteriore del piede è rivolta verso l’alto mentre la pianta è rivolta verso l’esterno. Causata spesso da mal posizionamenti fetali, i neonati che presentano questo piede vanno incontro a una correzione quasi sempre spontanea le prime settimane dopo la nascita oppure in seguito a delle manipolazioni.
  • Piede a dondolo. Il piede a dondolo compare quasi sempre in concomitanza con altre patologie congenite muscolo-scheletriche.
  • Metatarso varo. Qui solo la parte anteriore del piede è rivolta verso l’interno e la deformità tende a risolversi spontaneamente entro il sesto mese di vita. Talvolta, tuttavia, essa richiede dei trattamenti manipolativi o l’applicazione di speciali scarpette correttive.

Come si riconosce il piede torto nel neonato

Il cosiddetto piede equino nel neonato si riconosce fin dall'epoca gestazionale ed è una vera e propria patologia ortopedica che si caratterizza per i seguenti elementi:

  • il piede è varo e addotto, cioè il retropiede e l'avampiede sono inclinati verso l'interno.
  • è equino, ovvero il retropiede è inclinato verso il basso in seguito alla retrazione del tendine di Achille.
  • è cavo e supinato, con l'avampiede rivolto verso l'alto.
  • il piedino torto congenito si presenta rigido.

I piedi torti congeniti vengono classificati in base al loro livello di gravità e per farlo vengono usate generalmente differenti metodi, fra cui:

  • la classificazione di Manes-Costa, che distingue tre gradi di deformità (lieve, moderata, severa).
  • la classificazione di Dimeglio, che è basata su un punteggio da 0 (piede normale) a 20 (deformità grave).
  • la classificazione di Pirani, che prevede un valore che va da 0 (piede corretto) a 6 (deformità grave).

Questo tipo di malformazione ai piedi può essere diagnosticata nell'80% dei casi fin dalla gravidanza: basta infatti una semplice ecografia eseguita tra la 20esima e la 24esima settimana di gestazione per verificare la presenza del piede torto nel feto.

Per evitare di incorrere in una diagnosi sbagliata, se vi è il sospetto di piedi torti nel neonato il medico ricerca la deformità confrontando le estremità inferiori del feto in diverse posizioni.


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Qualora fosse confermata la presenza di questa patologia, si procederà a indagare ulteriormente lo stato di salute del feto cercando di scoprire per tempo se la sindrome del piede torto si presenta in forma isolata o se è in relazione ad altri tipi di anomalie neurologiche o muscolo-scheletriche.

Oltre alla forma congenita, esiste poi un'altra forma di piede torto, detta "da posizione".

In questo caso la malformazione è causata da una posizione scorretta assunta dal feto durante la gestazione e, a differenza di quella congenita, essa tende a risolversi spontaneamente entro le prime settimane dopo la nascita.

Il piede torto lieve reagisce bene alle manipolazioni terapeutiche o all'eventuale applicazione di gessi e valve, e non costituisce un problema per la futura deambulazione del bambino, mentre se la situazione è più grave andrà messa in atto una specifica cura ortopedica.

Le cause del piede torto congenito

Le cause del piede torto bilaterale sono sconosciute, tuttavia l'ipotesi più probabile è che questa deformazione sia determinata da un mix di fattori ambientali e predisposizione genetica.

Si è visto, infatti, una certa correlazione famigliare nell'insorgenza di questo problema, mentre per quanto riguarda il mal posizionamento del piede durante la gravidanza, si tratta semplicemente di una postura scorretta mantenuta molto a lungo dal feto nel corso della sua vita intrauterina.

Nell'80% dei casi, il piede torto nei bambini non si associa ad altri tipi di malformazioni, mentre nel restante 20% di possibilità il PCT viene definito "secondario", in quanto è in relazione ad ulteriori patologie.

Le più comuni sono quelle a danno dell'apparato muscolo-scheletrico (come ad esempio torcicollo miogeno, sindromi dismorfiche dello scheletro, lussazione congenita dell'anca e osteodisplasie genotipiche) oppure a quello neuromuscolare.

Come si cura il piede torto

Il trattamento di una malformazione al piede del neonato come il PTC dipende essenzialmente dal livello di gravità del problema.

Una delle soluzioni più innovative e utilizzare è il cosiddetto "metodo Ponseti", messo a punto dal professor Ponseti, che prevede l'applicazione di un gesso associato a ripetute manipolazioni correttive.

Se fino a qualche anno fa si tendeva ad effettuare una serie d numerosi interventi chirurgici per correggere il piede torto, andando quindi a incidere sull'articolazione del piede, oggi si tende a utilizzare preferibilmente il metodo ideato da Ponseti, che risulta essere meno invasivo ma è comunque efficace.

Esso si basa sull'applicazione di un gesso che ingloba dalla coscia al piede del bambino, il quale viene mantenuto per circa una settimana.

Tale operazione viene poi ripetuta nel corso del tempo, anche fino a 4-6 volte e mano a mano si valuta la situazione per verificare l'opportunità o meno di procedere a un intervento chirurgico funzionale all'allungamento del tendine d'Achille.

Dopo la rimozione del gesso per rendere più stabile e duratura la correzione del piedino torto nel neonato, si consiglia l'adozione di uno speciale tutore, il quale va indossato tutto il giorno.

Progressivamente il medico valuterà se ridurre le ore di applicazione del tutore in relazione ai risultati ottenuti, così da permettere al bimbo di sperimentare la deambulazione e di imparare a camminare da solo.

Da quando il bimbo compie un anno il tutore andrà poi indossato solo la notte e fino circa ai 4 anni di età, in modo da prevenire la ricomparsa della deformazione.

Il metodo Ponseti porta generalmente degli ottimi risultati e il bambino nel corso del tempo potrà praticare ogni tipo di sport senza conseguenze sulle sue capacità motorie.

Per fare in modo che i piedi torti bilaterali mantengano la correzione, però, è essenziale non abbandonare il trattamento troppo presto, o vi sarà il rischio che la malformazione torni, con la conseguenza che un successivo intervento chirurgico si renderà purtroppo inevitabile.

La necessità di seguire in modo così scrupoloso (e così a lungo) il metodo Ponseti è giustificato dal fatto che il piede torto bilaterale congenito si caratterizza per un elevato rischio di recidiva.

Nei primi anni di vita le possibilità che la deformazione si ripresenti sono infatti del 25%, mentre poi calano in modo significativo dopo i quattro anni di età, quando lo scheletro del bambino raggiunge una maturazione completa.

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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