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Placenta previa: come riconoscerla e cosa fare

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 07 Marzo, 2023

Scopriamo in cosa consiste la Placenta Previa e cosa fare a riguardo

La placenta previa è una complicanza della gravidanza in cui la placenta si posiziona in modo anormale nella parte inferiore dell'utero, andando a coprire parzialmente (o completamente) l'apertura cervicale.

Questa condizione può portare a gravi rischi per la salute del futuro genitore e del bambino e richiede un attento monitoraggio medico durante la gravidanza.

Cerchiamo di scoprirne di più.

Cos’è la placenta previa (o placenta bassa)

Si parla di placenta previa (o bassa) quando la placenta si sviluppa nella parte inferiore dell'utero, sul versante della cervice.

Non tutte le placente previe si presentano allo stesso modo: in alcuni casi, viene coperta l'apertura tra utero e vagina (eventualità più grave); in altri casi, la placenta è posta, soltanto, accanto all'apertura.

Cos'è la Placenta Previa

Risulta, poi, necessario ricordare la placenta bassa viene definita "previa" solo dopo la 28esima settimana di gestazione; prima di questo periodo, è più corretto parlare di "inserzione placentare bassa".

I vari tipi di placenta previa

A seconda di dove si colloca la placenta, esistono vari tipi di placenta bassa:

  • placenta previa laterale: avviene quando non occlude l’orifizio interno ed è lontana almeno 2 cm da esso;
  • placenta marginale: quando la distanza tra la placenta e l’orifizio uterino interno è inferiore ai 2 cm;
  • placenta previa centrale: è la situazione più grave, perché il liquido va a ricoprire l’orifizio uterino interno. Può essere a sua volta parziale (se lo ricopre parzialmente) o totale (se lo copre del tutto).

In ogni caso, è fondamentale che la gravidanza sia attentamente monitorata da un medico specialista.

Gradi di placenta previa

Allo stesso modo, in base alla posizione dalla placenta nella cervice uterina, si hanno quattro possibili gradi di placenta previa:

  • grado I: la placenta cresce sì nella porzione inferiore dell'utero, ma è distante dall'apertura della cervice, che collega utero e vagina;
  • grado II: la placenta si posiziona a margine dell'apertura utero-vagina della cervice;
  • grado III: la placenta copre una parte dell'apertura utero-vagina della cervice;
  • grado IV: la placenta copre l'intera apertura utero-vagina della cervice.

La gravità della placenta previa aumenta con l’aumentare del grado.

Placenta bassa: i sintomi

La placenta bassa, come visto, è una condizione in cui la placenta si posiziona nella parte inferiore dell'utero, ma non copre completamente l'apertura cervicale.

I sintomi della placenta bassa possono includere:

  • sanguinamento vaginale, anche nelle fasi iniziali della gravidanza;
  • distacco prematuro della placenta;
  • dolore pelvico e addominale;
  • emorragia post-partum;
  • ritardo di crescita;
  • aborto spontaneo.

Spesso, però, questa condizione non causa alcun sintomo.

La placenta bassa, però, può causare perdite vaginali durante la gravidanza: esse possono variare di intensità e possono essere causate anche da altre condizioni, come l'irritazione della cervice o la presenza di polipi.

In caso di sanguinamento vaginale, è importante consultare immediatamente un medico.

Le cause e i rischi della placenta previa

La placenta previa può essere causata da molteplici fattori, tra cui:

  • presenza di cicatrici uterine;
  • anomalie nella formazione della placenta;
  • posizione anomala dell'embrione durante la fase di impianto.

La placenta previa può causare sanguinamento vaginale durante la gravidanza, specialmente nel terzo trimestre, e aumentare il rischio di emorragia grave, infezioni e parto prematuro.

I fattori di rischio della placenta previa

I fattori di rischio per far si che si verifichi la placenta bassa sono diversi e, spesso, devono essere concomitanti tra loro: può non bastare il singolo avvenimento, ma più condizioni favorenti.

Tra i fattori di rischio, dunque, compaiono:

  • precedenti episodi di placenta previa;
  • età avanzata del futuro genitore (superiore ai 35/40 anni);
  • precedenti interventi chirurgici all'utero (come il parto cesareo e l'intervento di fibroma uterino);
  • forma anomala dell'utero;
  • fumo e abuso di droghe;
  • gravidanza multipla (la placenta può essere di ampia estensione e invadere la cervice);
  • aborti spontanei precedenti o indotti.

Come prevenire la placenta previa

Per prevenire il verificarsi della placenta previa, risulta opportuno adottare alcuni accorgimenti mirati:

  • trattare eventuali anomalie (congenite o acquisite) uterine, come le condizioni uterine benigne che possono alterare la conformazione della cavità uterina;
  • smettere di fumare ed evitare il fumo passivo, in quanto può alterare la vascolarizzazione placentare e favorire le complicazioni nel corso della gravidanza.

Placenta previa: cosa fare

Quando si incorre in un caso di placenta previa è opportuno ricorrere ad un parto cesareo (ma non sempre è necessario).

Per capire la modalità di gravidanza, e la tempistica migliore, si possono osservare:

  • l’epoca gestazionale;
  • l’anamnesi ostetrica;
  • la valutazione ecografica del liquido amniotico;
  • la stima della maturità polmonare.

Si può, dunque, procedere in questo modo:

  • nel caso in cui la placenta sia localizzata a più di 2 cm dall’orifizio uterino interno è possibile partorire per via vaginale (programmando la data per prevenire l’insorgenza di emorragia);
  • se la placenta è localizzata a meno di 1 cm dall’orifizio uterino interno, è necessario eseguire un taglio cesareo;
  • non è ancora chiaro quale iter intraprendere qualora l’impianto fosse localizzato tra 1 e 2 cm.

Come abbiamo visto, oltre a individuare le modalità del parto, si devono scegliere anche le tempistiche esatte bilanciando il rischio di eventuale emorragia materna e quello di scarsa maturità del feto a sopravvivere nel mondo esterno.

Se la placenta previa rimane stabile e asintomatica, chi ne soffre deve essere controllato in ambulatorio, ma se, invece, si manifestano contrazioni o perdite ematiche, il soggetto verrà ricoverato ed osservato per valutare la necessità di organizzare il parto.

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Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

a cura di Dr. Marcello Sergio
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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