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Come usare il filo interdentale nel modo corretto

Elena Turrini

Ultimo aggiornamento – 15 Novembre, 2023

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L’utilizzo del filo interdentale risulta essenziale per preservare la salute dei denti, limitare la contrazione di infezioni e l’insorgere di carie e tartaro. Ma qual è il modo giusto di utilizzarlo? Nelle prossime righe vediamo un approfondimento circa l’utilizzo corretto di questo struemento e le varianti reperibili in commercio. 

Cos’è il filo interdentale

Il filo interdentale è costituito da un filo sottile, generalmente in materiale sintetico, che va inserito tra un dente e un altro. La sua funzione è quella di rimuovere la placca batterica e i residui di cibo, altrimenti irremovibili con le setole dello spazzolino che non riescono ad arrivare negli spazi fra un dente e l’altro. 

Filo interdentale: quando si usa

Secondo l’ADA (America dental association), il filo interdentale deve essere usato quotidianamente almeno una volta al giorno, in associazione a spazzolino, dentifricio e collutorio. Circa il momento della giornata, sarebbe preferibile ma non essenzialmente, utilizzarlo la sera.

Per quanto riguarda la sequenza in cui utilizzare i dispositivi utili per l’igiene orale (spazzolino, filo interdentale, collutorio), non esiste una regola specifica, pertanto occorre sempre fare riferimento ai consigli del proprio dentista di fiducia.

Non tutti i dentisti però condividono lo stesso pensiero a riguardo, alcuni credono sia preferibile passare prima lo spazzolino, in modo da rimuovere grossolanamente i residui di cibo e rendere così meno ostico il lavoro del filo interdentale, altri invece sostengono che il passaggio del filo interdentale sia la prima azione da compiere proprio per dare la possibilità allo spazzolino di raggiungere, seppur superficialmente, le fessure tra un dente e l’altro, altrimenti occupate dai residui.

Come passare il filo interdentale

Di seguito, alcuni passaggi e consigli per il corretto utilizzo del filo interdentale:

  • tagliare circa 40-50 cm di filo interdentale, aiutandosi con l’apposita lima che si trova sull’estremità del portarotolo
  • avvolgere le estremità del filo intorno al dito medio o indice, lasciando circa 4-6 cm di spazio centrale
  • assicurarsi che il filo tra le dita scorra facilmente e permetta di trovare ogni volta un segmento pulito, poiché per ogni spazio interdentale deve essere utilizzato un segmento di filo pulito
  • tenere il filo teso e premerlo sulla fessura interdentale, aiutandosi con i pollici, esercitando un delicato sfregamento
  • una volta raggiunto il bordo della gengiva, circondare il dente formando una sorta di C con il filo e con un movimento delicato, ma che generi attrito, scorrere su e giù per tutto il bordo del dente, sia da una parte, sia dall’altra, in modo che il filo interdentale rimuova la placca e i residui che sono adesi al bordo del dente
  • rimuovere quindi il filo e poi lasciarlo scorrere tra le dita per utilizzare la parte pulita per i successivi denti
  • ripetere l’operazione per tutti i denti
  • una volta terminato il medesimo passaggio per tutti i denti, gettare il filo interdentale, che essendo monouso, non va mai riutilizzato
  • risciacquare abbondantemente la bocca e utilizzare un collutorio, in modo da eliminare gli ultimi residui rimasti 

Errori sull'uso del filo interdentale

Nonostante l’importanza del filo interdentale come strumento di igiene e protezione, la maggior parte della popolazione tende a non servirsene, sottovalutando il suo ruolo essenziale per la salute della bocca e dell’intero organismo.

L’errato e superficiale utilizzo di questo strumento può portare a infiammazioni gengivali e la sua omissione comporta un elevato accumulo di placca batterica depositata tra gli spazi interdentali che, con il passare del tempo, si possono trasformare in tartaro, una sostanza irremovibile se non con una pulizia dentale effettuata presso un centro dentistico.

Il ristagno del tartaro e della placca per lungo tempo porta all’insorgenza di alcune complicanze quali:

Indicazioni 

Qualora ci si accorgesse che durante l’utilizzo del filo interdentale questo tende a spezzarsi, è bene consultare il dentista per una visita e pulizia professionale, poiché monto probabilmente vi è la presenza di tartaro accumulato.

L’uso di questo strumento è consigliato a tutti, ma qualora ci fossero particolari situazioni, come un recente intervento di chirurgia odontoiatrica o impedimenti anatomici, è opportuno consultare il dentista per ricevere indicazioni precise e personalizzate, al fine di evitare la comparsa di lesioni e infiammazioni.

In particolare, dopo un intervento chirurgico, ad esempio quello di estrazione dentale, il passaggio del filo è sconsigliato dei primi 5-7 giorni successivi all’intervento, poiché la zona risulta sensibile e soggetta a gonfiore, dolore e sanguinamento.

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È inoltre consigliato iniziare ad utilizzare costantemente il filo interdentale dai 10 anni di età o dopo la sostituzione dei denti da latte con quelli permanenti. Tuttavia, per abituare il bambino gradualmente all’utilizzo del filo, è possibile cominciare anche prima della suddetta età. 

Alternative al filo interdentale

Oltre al classico filo, reperibile sotto forma di rotolo, all’interno del contenitore, esistono anche altre soluzioni, progettate per agevolare la manovra di pulizia degli spazi interdentali.

Forcella tendifilo interdentale

Si tratta di uno strumento di plastica a forma di fionda (che ricorda le lettera Y), alle cui aste è agganciato orizzontalmente del filo già pronto all’uso.

Esistono sia le forcelle usa e getta, lunghe circa 10 cm, sia quelle riutilizzabili. In particolare queste ultime, sono costituite da testine intercambiabili, tali per cui ad ogni utilizzo ne verrà montata una nuova.

Questo dispositivo, è utile per chi presenta spazi interdentali molto stretti o difficili da raggiungere. Inoltre, possono essere una valida soluzione per i pazienti con limitate abilità manuali o i bambini che si approcciano per le prime volte all’utilizzo del filo interdentale.

Ago passafilo

L'ago passafilo è un'alternativa molto valida al classico filo interdentale ed è costituito da un passante in nylon ad anello, che viene utilizzato per agevolare l’inserimento del filo all’interno delle zone difficili come sotto i ponti o tra le capsule e le corone o comunque per tutti i portatori di apparecchi ortodontici o protesi.

Scovolino 

Nonostante non sia un vero e proprio filo interdentale, può essere utilizzato per assolvere alla medesima funzione, ovvero quella di pulire tra gli spazi interdentali.

È uno strumento che ricorda uno spazzolino, ma dotato di una testina sottile di forma cilindrica o conica al cui apice sono presenti delle setole di diversa lunghezza e spessore.

La scelta della tipologia giusta di scovolino va presa in accordo con il proprio dentista, perché setole troppo spesse per la propria conformazione dentale, potrebbero creare delle lesioni gengivali.

Filo interdentale vibrante

Si tratta fondamentalmente di una forcella tendifilo, agganciata ad un dispositivo elettrico che emette vibrazioni. Questi movimenti oscillatori si propagano fino al filo e sono utili per agevolare l’inserimento all’interno degli spazi dentali e facilitare la pulizia stessa, minimizzando il rischio di lesioni alle gengive

Cunei dentali

Si tratta di bastoncini, in legno o silicone appuntiti ad una estremità proprio per agevolarne l’inserimento.

La grande varietà di forme e spessori con cui questi dispositivi sono reperibili consente di adattarli a qualsiasi morfologia degli spazi interdentali, anche quelli più sottili.

Sono ottimi quando ci si trova fuori casa e si è quindi impossibilitati a procedere con il normale passaggio del filo.

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Elena Turrini
Scritto da Elena Turrini

Web Content Editor e SEO Copywriter, laureata in Economia e specializzata in Neurocopywriting e Storytelling aziendale. Negli anni ha coltivato la sua passione nei confronti della salute e della scienza frequentando vari corsi.

a cura di Dr.ssa Emiliana Meleo
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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