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Cosa è la sindrome premestruale? Ecco i sintomi (da conoscere) e la durata

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 04 Maggio, 2022

Sindrome Premestruale

La sindrome premestruale è una sindrome molto comune. Circa il 48% delle donne in età riproduttiva ne soffre e per circa il 20% i sintomi sono abbastanza severi, da provocare notevole disagio e condizionare le attività e la routine quotidiane.

Vediamo di capire insieme quali sono le caratteristiche principali della sindrome premestruale.

In cosa consiste la sindrome premestruale?

La sindrome premestruale (SPM) consiste in una serie di sintomi che possono includere oscillazioni del tono dell'umore, emotività esasperata, sintomi fisici e comportamentali, che si manifestano tra l'ovulazione e la comparsa del ciclo mestruale, e che si ripresentano ogni mese

Come riconoscere la sindrome premestruale: quali sono i sintomi?

L'elenco dei potenziali segnali e sintomi che caratterizzano la sindrome premestruale è piuttosto vasto e, a volte, aspecifico, ma la maggior parte delle donne che ne soffre, solitamente, presenta solo alcune di queste manifestazioni. 

I sintomi e segnali emotivi e comportamentali più frequentemente lamentati dalle donne sono: 

  • Tensione o ansia
  • Umore depresso 
  • Crisi di pianto
  • Irritabilità o rabbia
  • Variazioni marcate dell'appetito
  • Difficoltà ad addormentarsi (insonnia)
  • Ritiro sociale
  • Difficoltà a concentrarsi
  • Diminuzione della libido

Tra i sintomi e segnali fisici invece citiamo: 

  • Dolori articolari o muscolari 
  • Mal di testa
  • Stanchezza
  • Gonfiore addominale
  • Tensione mammaria
  • Acne 
  • Costipazione o diarrea
  • Intolleranza all'alcol

Indipendentemente dalla gravità, la sintomatologia della sindrome premestruale generalmente scompare entro pochi giorni dall'inizio del flusso mestruale. Se invece i fastidi fossero marcati e severi e si manifestassero con regolarità ogni mese, è possibile che si tratti di una forma più acuta di sindrome premestruale, chiamata disturbo disforico premestruale (PMDD).


Leggi anche Disturbi psicofisici da sindrome premestruale: malattia o semplice disagio?


Quando inizia e quando finisce la sindrome premestruale

In media, il ciclo mestruale dura circa 28 giorni. Se si ha un ciclo di media durata, l'ovulazione, ovvero quando la cellula riproduttiva viene rilasciata dall’ovaia all’interno della tuba, dovrebbe verificarsi intorno al quattordicesimo giorno, dunque a metà del ciclo.

I sintomi che caratterizzano la sindrome premestruale possono avere inizio in qualsiasi momento dopo l'ovulazione (anche se in genere iniziano nella settimana prima del ciclo) e durare fino a circa 5 giorni dopo l'inizio delle mestruazioni.

Dunque, quanto dura la sindrome premestruale?

In media la sindrome premestruale può durare tra i 5 e 10 giorni, che solitamente sono i giorni che precedono l’arrivo vero e proprio della mestruazione. 

Se i sintomi si manifestano costantemente durante la fase luteale del ciclo mestruale e scompaiono poco dopo l'inizio del ciclo, potrebbe trattarsi proprio di sindrome premestruale

La durata della sindrome premestruale può variare a seconda della sintomatologia: in genere i sintomi persistono fino a 1-2 giorni dopo l’inizio del flusso mestruale.

Parlarne con lo specialista, per conoscersi meglio e saperne di più, è la scelta giusta! 

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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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