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Carenza di ferro? Quando la conseguenza è l’ipocromia

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 23 Febbraio, 2022

Cause e cure dell'ipocromia

Con il termine ipocromia ci si riferisce all’anemia ipocromica, cioè a quel tipo di anemia in cui i globuli rossi (o eritrociti) appaiono più chiari della norma, oltre a delle dimensioni ridotte (condizione definita microcitemia).

La causa dell’ipocromia è la riduzione dell’emoglobina, la proteina che conferisce il colore rosso agli eritrociti.

Quali sono le cure per l’anemia microcitica ipocromica? Ne parliamo in questo post, ma per capire meglio le terapie è opportuno precisare le cause di questa malattia. 

Vediamo di più.

Le cause di ipocromia

Le cause di ipocromia sono la carenza di ferro, le talassemie, le patologie croniche, le anemie sideroblastiche e la porfiria eritropoietica. In particolare:

  • Carenza di ferro – La carenza di ferro è la causa più comune di anemia microcitica ipocromica e può essere determinata da: un inadeguato apporto di ferro con la dieta, da uno scarso assorbimento del ferro a causa di infezioni (tra le quali quella da Helicobacter pylori) o della celiachia, da sanguinamenti eccessivi (a causa di flussi mestruali abbondanti, ulcere o emorragie), dalla gravidanza, dall’assunzione di alcuni farmaci o dall’avvelenamento da piombo. Il rapporto tra ferro ed emoglobina risiede nel fatto che l’emoglobina contiene un gruppo chimico chiamato “eme” formato da un atomo di ferro centrale deputato a legare l’ossigeno.
  • Talassemia – La talassemia, invece, è un tipo di anemia ereditaria, causata cioè dall’alterazione dei geni responsabili della produzione dell’emoglobina.
  • Anemia sideroblastica – L’anemia sideroblastica può essere sia congenita sia acquisita. Mentre la forma congenita è causata dalla mutazione di un enzima chiamato ALA-sintetasi (ALAS2), la forma acquisita si manifesta a seguito di assunzione di alcuni farmaci o avvelenamento da sostanze tossiche, come alcol e piombo o come conseguenza di una neoplasia o di una malattia cronica. L’enzima ALA-sintetasi consente di avviare la sintesi del gruppo eme dell’emoglobina.

Le cure per l’ipocromia

Per la cura dell’anemia microcitica ipocromica, come prima cosa, è fondamentale individuare la causa; trattare la condizione di base consente, infatti, di risolvere il problema o, almeno, di migliorare significativamente il quadro clinico del paziente.

Alcune anemie ipocromiche, come le talassemie e alcune anemie sideroblastiche, sono congenite e non curabili, perciò si possono solo operare degli accorgimenti tali da ridurre i sintomi.

Fortunatamente, la causa più comune di ipocromia è la carenza di ferro quindi il problema può essere risolto in modo abbastanza semplice.

Quando il medico diagnostica una carenza di ferro è opportuno, prima di tutto, rivedere la dieta per assicurare un buon introito giornaliero di ferro e vitamina C. Non si deve trascurare poiché essa gioca un ruolo importante nell’assorbimento del ferro da parte dell’organismo. Alimenti che non devono mancare sono:

  • Carne bianca
  • Carne rossa
  • Legumi
  • Vegetali a foglia verde
  • Fagioli
  • Frutta (soprattutto quella più ricca di vitamina C)

Oltre a modificare eventuali abitudini alimentari scorrette, è necessaria anche la prescrizione della supplementazione di ferro, a cui può essere utile affiancare quella di vitamina C. Ovviamente, la supplementazione tramite integratori viene sospesa dopo aver corretto il deficit di ferro. Perciò, è importante che nel frattempo siano state corrette eventuali abitudini alimentari scorrette, dal momento che il ferro deve essere assicurato con la dieta.

Inoltre, in alcuni casi il medico potrebbe ritenere valida anche una supplementazione di vitamine B6 e B12 e di alcuni oligoelementi come rame, zinco e cobalto.

Nel caso in cui la carenza di ferro sia dovuta ad un flusso mestruale abbondante, anche la prescrizione della pillola aiuta la paziente a normalizzare le perdite ematiche.

Quando la condizione morbosa scatenante l’anemia può essere trattata con successo, anche l’anemia si risolve senza ulteriori interventi. Solo in casi molto gravi, è necessario ricorrere alle trasfusioni ematiche per evitare conseguenze pericolose connesse alla riduzione dell’apporto di ossigeno ai tessuti.

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Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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