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Come proteggere la salute del cuore in menopausa

Cristian Padovano | Biologo

Ultimo aggiornamento – 03 Giugno, 2021

Menopausa e terapia ormonale sostitutiva a tutela della salute del cuore

Una delle principali cause dell’infarto è l’ostruzione delle arterie provocata dalla presenza di placche aterosclerotiche. Mentre nell’uomo l’accumulo dei grassi avviene in maniera graduale a partire dalla giovane età, le donne sono più esposte a questo problema quando inizia il periodo della menopausa: la protezione creata dagli estrogeni cala, con effetti negativi sul peso corporeo – dunque sul cuore.

Il legame tra menopausa, ormoni e salute del cuore

La menopausa è un periodo della vita di ogni donna molto complesso, sia livello sociale sia psicologico. L’età fertile volge al termine, con tutte le conseguenze che questo comporta.

Come sappiamo, la menopausa non insorge in modo brusco, bensì gradualmente lungo un arco di tempo compreso mediamente tra i cinque e i dieci anni. Durante il climaterio – serie di eventi che accompagnano la menopausa, il ciclo mestruale può interrompersi per diversi mesi, per poi tornare.

La produzione di ormoni femminili, chiamati estrogeni, durante la menopausa subisce un crollo: le ovaie, sempre più piccole e atrofiche, cessano di portare a termine la maturazione dei follicoli.

Le donne, a differenza degli uomini, grazie agli estrogeni che forniscono uno scudo protettivo contro l’accumulo di grasso e la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie, hanno il vantaggio di essere meno soggetti a problemi cardiovascolari per tutto il periodo premenopausa.

All’arrivo della menopausa, però, la situazione cambia. Che fare?

La terapia ormonale sostitutiva a protezione del cuore

Per ovviare all’abbassamento degli estrogeni in menopausa, si è soliti somministrare una terapia ormonale sostitutiva (TOS) con l’obiettivo di ridurre il disagio causato da questo delicato periodo della vita di una donna.

Poiché la terapia ormonale sostitutiva può causare effetti secondari legati allo sviluppo di tumori, soprattutto se intrapresa oltre i 60 anni, è generalmente consigliata solo in casi di menopausa precoce, indotta o artificiale.

Alcuni studi hanno però confermato l’efficacia della terapia ormonale contro l’insorgere di infarti. Uno studio pubblicato su Acta Physiologica fa infatti notare che, durante perimenopausa, prende avvio lo sviluppo dei cosiddetti “marcatori di stress cardiaci”: la somministrazione della terapia durante questo periodo permetterebbe di avere dei piccoli ma significativi cambiamenti in positivo per la salute del cuore, abbassando la percentuale di morti per problemi cardiaci.

Il tempismo nell’uso della TOS è importante. Sicuramente la finestra di somministrazione di estrogeni andrebbe offerta molto prima, senza dover aspettare l’arrivo della menopausa. Come detto in precedenza, questo permetterebbe di ridurre gli effetti collaterali causati dall’assunzione postmenopausa e il rischio di incorrere in un caso di infarto.

Oltre a questo, all’ipertensione e al colesterolo alto, un punto importante è eliminare il fumo, uno dei più pericolosi fattori di rischio a causa del danneggiamento dei vasi sanguigni. Purtroppo, però, l’allarme non è ancora stato recepito in modo adeguato dalla popolazione. Non è un caso, ad esempio, che la percentuale di fumatrici sia in costante aumento.

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Cristian Padovano | Biologo
Scritto da Cristian Padovano | Biologo

Da sempre curioso della scienza e della divulgazione scientifica, pronto a condividere ogni nozione in mio possesso nella maniera più semplice e chiara possibile. Sono un biotecnologo medico, laureato presso l'Università del Salento.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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