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Riconoscere un trauma cranico grazie a un test salivare? Sì, si può

Antonia de Gioia | Blogger

Ultimo aggiornamento – 12 Aprile, 2021

Trauma cranico: la diagnosi con un test salivare

I traumi cranici negli sportivi sono eventi molto diffusi, soprattutto per gli sport di contatto quali basket, calcio, rugby, dove sono quasi inevitabili collisioni ad alta velocità tra i giocatori.

Una commozione cerebrale può generare conseguenze irreversibili a livello neurologico per il soggetto. Immediatezza è quindi la parola d'ordine: individuare repentinamente la presenza di un trauma per poter intervenire nel più breve tempo possibile rispetto al manifestarsi dell'evento.

Come diagnosticare velocemente un trauma cranico

Ed è proprio sulla rapidità nel diagnosticare o meno la presenza di un trauma che si basa il recente studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, condotto presso l'Università di Birmingham e guidato da due ricercatori italiani, Valentina Di Pietro e Antonio Belli.

La ricerca prevede la diagnosi di traumi cranici grazie a test salivari. Si tratta di test che si basano sullo stesso principio dei più noti tamponi molecolari attualmente utilizzati per individuare la presenza di infezione SARS-CoV-2 (più comunemente noto come Covid-19).

L'indagine è stata condotta su campione di 1.028 giocatori maschi della Rugby Football Union britannica differenziati tra atleti che hanno subito un trauma in campo, atleti che non hanno subito un evidente trauma in campo ed atleti costretti ad abbandonare il campo a causa di lesioni muscolari. Su questi giocatori sono stati eseguiti test salivari in momenti differenti: durante la partita, immediatamente dopo e a 36/48 ore dal termine della partita.

Il gruppo di ricercatori è riuscito a identificare nella saliva ben 14 ricettori tipici del trauma cranico grazie a tecniche di sequenziamento genetico.

Alla fine del periodo di analisi, i dati sono risultati particolarmente positivi: l'attendibilità di tali test risulta particolarmente elevata considerando che, per il 96%, i casi di traumi cerebrali individuati sugli atleti inglesi coincidono con quelli evidenziati, sugli stessi soggetti, con l’impiego di altri strumenti di indagine utilizzati dal protocollo sportivo britannico.

Test salivari: a cosa servono e come possono aiutarci

Data l’immediatezza e la velocità di esecuzione, il test salivare potrebbe rappresentare un valido aiuto in settori quali lo sport e quello militare per diagnosticare traumi che altrimenti sarebbero completamente ignorati, poiché generati da eventi di poca importanza o perché non seguiti da sintomi.

Contrariamente da quanto si potrebbe credere, i traumi cranici sono eventi particolarmente comuni anche nella vita quotidiana di un individuo, basti pensare a una caduta dalla bicicletta, a un incidente d’auto, a piccoli incidenti che avvengono in casa.

Una commozione cerebrale può avere conseguenze irreversibili a livello neurologico e quindi sociale per l’individuo.

Al manifestarsi di qualsiasi incidente è bene monitorare i sintomi, cefalea, vista annebbiata, perdita di equilibrio, stato di ansia, nausea, possono essere delle importanti avvisaglie dell’esistenza di un problema a livello cerebrale.

In queste circostanze, bisogna rivolgersi a un medico che metterà in atto un’indagine per escludere eventuali danni cerebrali.

É chiaro, quindi, come la disponibilità di test salivari potrebbe consentire al medico di effettuare una prima ed immediata diagnosi sull’esistenza di un trauma cranico.

Il test salivare rappresenterebbe così un primo mezzo di analisi che certamente non esclude gli attuali strumenti di diagnosi di elevata efficienza ed attendibilità di cui dispongono le equipe mediche, quali tac, risonanze magnetiche e raggi X, che richiedono un tempo di preparazione del paziente maggiore e spesso vengono eseguiti dopo parecchio tempo rispetto all’eventuale incidente, causa della possibile lesione.

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Scritto da Antonia de Gioia | Blogger

Sono una laureata in Marketing e mi occupo della gestione di attività promozionali e di comunicazione, con un’attenzione particolare al mondo digitale e social. Nel tempo libero, lontana dal lavoro quotidiano, mi dedico alla scrittura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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