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Sindrome da congestione pelvica: la parola all’esperto

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Sindrome da congestione pelvica: la parola all'esperto

Dr. Gabriele Bertoni, specialista in chirurgia vascolare. 


La Sindrome da Congestione Pelvica è la causa di dolore pelvico o fastidio nella regione pelvica in circa il 20 – 30% delle donne in età fertile.

Tuttavia, viene raramente diagnosticata da parte dei medici ginecologi che, tradizionalmente, non la ritengono una patologia di loro pertinenza o addirittura ne ignorano l’esistenza. Una delle principali ragioni di questo è che la sindrome in questione non è di stretta pertinenza ginecologica.

Numerosi anni di ricerche cliniche hanno dimostrato che il reflusso venoso pelvico, una disfunzione venosa che si verifica abbastanza frequentemente all’interno della pelvi (più facilmente spiegato come “vene varicose nel bacino che stanno causando i sintomi”), è la principale causa di Congestione Pelvica.

Purtroppo, ad oggi in Italia non esiste alcuna specialità che si concentri in particolare su problemi riguardanti le vene, e quindi le patologie venose sono divise tra diverse aree.

La Sindrome da Congestione Pelvica è una condizione che è causata da quello che sono fondamentalmente “vene varicose pelviche”. A causa delle differenze anatomiche del bacino, di solito colpisce le femmine più dei maschi. Come con le vene varicose alle gambe, se le valvole non sono più funzionanti nelle vene pelviche, il sangue che deve essere pompato fuori del bacino e di nuovo al cuore rimane all’interno delle vene del bacino, che si dilatano.

Questo da una parte ferma la normale circolazione del sangue agli organi pelvici e dall’altra provoca il “rigonfiamento” delle vene che diventano varicose e “ingolfano” gli organi della pelvi – la vescica, l’intestino, la vagina e anche il pavimento pelvico.

I sintomi della Sindrome da Congestione Pelvica sono prevalentemente causati dal peso della colonna di sangue che “spinge” su queste strutture.

Come indicato in premessa, la Sindrome da Congestione Pelvica è il nome dato alla condizione causata da vene varicose gonfie nelle pelvi femminile. A causa della anatomia maschile, è raro ritrovarla nei maschi, anche se i maschi possono avere problemi di insufficienza venosa pelvica che includono varicocele, emorroidi, vene varicose delle gambe e anche l’impotenza. I problemi di insufficienza venosa pelvica maschile rientrano in un’area ancora più specialistica, e verranno discussi altrove.

Nella pelvi femminile ci sono quattro grandi vene coinvolte nella Sindrome da Congestione Pelvica. Queste sono le vene iliache interne di destra e di sinistra, e le vene ovariche di sinistra e di destra.

Come per tutte le vene del nostro corpo, il sangue viene trasportato dalle vene verso il cuore. Nelle grandi vene, come la vena iliaca comune e la vena cava inferiore, il flusso di sangue è abbastanza continuo e pertanto non sono necessarie valvole che prevengano il reflusso di sangue. Tuttavia nelle vene iliache interne, che drenano il sangue dall’ano, dal perineo, dalla regione vulvare e dalla vagina, e anche nelle vene ovariche, che drenano il sangue dalle ovaie e dell’utero, il flusso è sufficientemente lento da richiedere che le valvole siano presenti.

In nodo analogo per quanto concerne le vene varicose delle gambe, la causa per cui si formano le vene varicose pelviche è quando queste valvole smettono di funzionare correttamente. Le valvole possono smettere di funzionare in maniera adeguata in ciascuna di queste vene, provocando il reflusso di sangue che “ricade” nella direzione sbagliata verso il basso (reflusso venoso pelvico) e causa la dilatazione delle vene a valle (‘varici pelviche’ o ‘varicocele pelvico’).

Il reflusso venoso pelvico si verifica in modo passivo quando si sta in piedi o seduti, dal momento che il sangue refluisce lungo le vene ‘malate’ a causa della forza di gravità. Quando la donna si trova sdraiata, la gravità aiuta il ritorno del sangue al cuore e quindi i sintomi della Sindrome da Congestione Pelvica migliorano. Questo è ulteriormente migliorato se ci si sdraia su un piano inclinato, con il piano del bacino più elevato rispetto a quello del petto.

Questo è anche un modo molto pratico e di facile attuazione per verificare se i sintomi pelvici potrebbero essere causati da una Sindrome da Congestione Pelvica. Se i sintomi sono maggiormente avvertiti con il progredire della giornata, ma migliorano dopo una notte di riposo a letto, è probabile che si soffra di Sindrome da Congestione Pelvica.

Quali sono i sintomi della sindrome da congestione pelvica?

I sintomi della Sindrome da Congestione Pelvica sono principalmente quelli causati dalla pressione esercitata del sangue nelle vene varicose pelviche che premono sugli organi pelvici. Per questo motivo, possono includere:

  • sensazione di ‘pulsazione’ o addirittura dolore sordo e gravativo nel bacino, in particolare in posizione eretta. Ciò è dovuto al peso del sangue nelle vene varicose pelviche che grava sul pavimento pelvico, che è fatto di muscoli. Di solito è avvertito maggiormente durante il periodo mestruale;
  • vescica irritabile, a volte dando incontinenza da stress o sensazione di ‘urgenza minzionale’, a causa del peso delle vene varicose pelviche sulla vescica o intorno all’uretra;
  • colon irritabile, a causa del peso delle vene varicose pelviche sul retto;
  • disagio o addirittura dolore durante i rapporti sessuali, indicato in termini scientifici come ‘dispareunia profonda’.

Anche se raramente, eventuali segni della Sindrome da Congestione Pelvica possono essere evidenti anche dall’esterno. Di tanto in tanto è possibile ritrovare, in particolare nelle donne che abbiano partorito per via naturale:

  • vene varicose vulvari e vaginali (vene sporgenti intorno all’ingresso della vagina e sulle grandi labbra). Spesso questi sono visibili durante la gravidanza e sembrano scomparire dopo il parto. Tuttavia, questa ‘scomparsa’ è dovuta solo al fatto che i vasi sono diventati più piccoli dopo il parto. Il reflusso venoso è normalmente ancora lì;
  • piccole vene varicose visibili nella parte superiore della coscia vicino alla vulva, o la parte posteriore delle cosce di solito intorno alla piega del gluteo, in prossimità dell’ano o del perineo.

Chi ha i sintomi da Sindrome da Congestione Pelvica?

Non si sa esattamente quale proporzione di donne soffrono di Sindrome da Congestione Pelvica. Si stima che circa il 20% delle donne abbia un varicocele pelvico (all’incirca la stessa prevalenza di quello maschile), che si porta a circa il 40% nelle donne dopo i 40 anni che abbiano avuto gravidanze.

Tuttavia la Sindrome da Congestione Pelvica viene raramente investigata dai ginecologi e un numero sorprendente di ginecologi descrivono la presenza di un ‘varicocele’ a completamento della loro indagine ecografica, o durante un intervento come la laparoscopia, anche se poi refertano che l’esame era “normale”.

La Sindrome da Congestione Pelvica colpisce le donne in età fertile. È raro per le ragazze sviluppare una Sindrome da Congestione Pelvica prima della pubertà, dal momento che gli organi pelvici ed il conseguente apporto di sangue non sono aumentati per effetto degli ormoni femminili. Allo stesso modo, è raro sviluppare una Sindrome da Congestione Pelvica dopo la menopausa, dal momento che quando gli ormoni sessuali femminili si riducono a sufficienza, l’afflusso di sangue al bacino si riduce parimenti. Tuttavia è possibile avere una Sindrome da Congestione Pelvica post-menopausa se le vene sono molto dilatate.

Sindrome di congestione pelvica: come si diagnostica?

Purtroppo molti dei sintomi della Sindrome da Congestione Pelvica sono variabili e possono anche verificarsi in diverse altre condizioni. Di solito le pazienti si rivolgono allo specialista una volta che hanno già visto i loro medici di famiglia e ginecologi ed è stato detto loro che non c’è niente di patologico.

Il modo migliore per diagnosticare la presenza di vene varicose nella pelvi è un ecocolorDoppler venoso transvaginale. Judy Holdstock e Charmaine Harrison, due tecnici vascolari presso la Whiteley Clinic di Londra, hanno sviluppato il protocollo Holdstock-Harrison per diagnosticare il reflusso venoso pelvico e il varicocele pelvico.

Ricerche pubblicate su riviste specialistiche di grande importanza suggeriscono che questo modo è più preciso di TAC, risonanza, venografia o qualsiasi altro test che viene utilizzato attualmente.

Uno dei principali vantaggi dell’ecocolorDoppler venoso transvaginale è che le ovaie, l’utero e la cervice possono essere esaminati allo stesso tempo, utilizzando un test che non ha i raggi X e non utilizza mezzo di contrasto, e può essere eseguito ambulatorialmente. 

Embolizzazione venosa pelvica: di cosa si tratta?

Si tratta di una tecnica radiologica, cui un ago viene messo in una vena del collo e, sotto controllo radiografico, un sottile tubo chiamato catetere viene spinto fin nella vena vogliamo trattare.

Quando è nel posto giusto, una ‘spirale’ o ‘serpentina’ metallica viene fatta fuoriuscire dalla punta del catetere nella vena, chiudendola.

Queste tecniche di embolizzazione non sono nuove – per esempio, le spirali che vengono comunemente utilizzate sono in uso da oltre 20 anni e vengono quotidinamente impiegate in diverse zone del corpo per bloccare i vasi sanguigni, come per esempio negli aneurismi cerebrali o in alcune malformazioni venose – e sappiamo che sono sicure ed efficaci.

Per molti anni questa tecnica è stata utilizzata per bloccare le vene testicolari nei maschi – nel trattamento del varicocele – e ci sono diversi anni di esperienza, da parte di alcuni centri specializzati, nell’utilizzo di questi nelle vene ovariche.

Tuttavia, non è solo l’embolizzazione delle vene pelviche che è importante, ma anche come viene fatta!

Come funziona l’embolizzazione delle vene della pelvi sotto controllo radiologico?

Quasi tutte le pazienti che presentano i seguenti sintomi o segni di reflusso venoso pelvico, avranno bisogno di trattamento.

  • Sindrome da Congestione Pelvica
  • Vene varicose vulvare
  • Vene varicose vaginali
  • Vene varicose delle gambe derivanti dal bacino

Utilizzando l’approccio da una vena del collo, il catetere può essere facilmente posizionato sotto controllo radiologico, in qualunque delle quattro vene che potrebbero essere alla fonte del problema. Utilizzando del mezzo di contrasto e i Raggi X è possibile chiudere con una ‘spirale’ ciascuna delle vene refluenti e bloccare in questo modo il reflusso di sangue alla pelvi.

Alcune precisazioni:

  • Le spirali utilizzate sono costituite da materiale inerte (solitamente Platino). Per questo motivo non creano problemi anche alle pazienti che siano allergiche ad alcuni metalli, come il Nickel.
  • I pazienti che hanno una di queste spirali nel loro corpo possono essere sottoposte ad esami di Risonanza Magnetica senza problemi.
  • Le pazienti in età fertile possono portare avanti una eventuale gravidanza negli anni successivi all’embolizzazione. Infatti, non solo non si sono mai verificati casi di ‘infertilità’ dopo il trattamento, ma addirittura si ipotizza che alcune forme particolarmente gravi di congestione pelvica possano essere in qualche modo legate alla difficoltà che alcune pazienti hanno a concepire o a portare a termine una gravidanza.

**La presente intervista viene rilasciata al puro scopo divulgativo. Nessuna informazione scientifica, seppur accurata ed in linea con le conoscenze scientifiche e lo sviluppo tecnologico attuali, può in alcun modo sostituire una visita clinica specialistica.**

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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