Gatto con raffreddore: tutto quello che c'è da sapere

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 28 Giugno, 2023

Ecco tutto ciò che c'è da sapere sul gatto con raffreddore

Il raffreddore nel gatto è una condizione comune, soprattutto durante i mesi più freddi dell'anno, causata da diversi batteri o virus, tra cui quello del raffreddore felino (FCV) e l'Herpes Virus Felino (FHV).

Anche se in genere non è una condizione di salute grave, a meno di non sviluppare complicanze, può causare fastidio e disagio nel gatto. 

Il gatto con raffreddore presenta sintomi evidenti di cui bisogna accorgersi per intervenire con i trattamenti necessarie per curare il raffreddore. 

Vediamo, dunque, quali sono tutti i sintomi del raffreddore dei gatti, la diagnosi e le cure che si possono fare anche a casa.

Raffreddore nel gatto, cause e sintomi 

Il raffreddore nei gatti è una malattia batterica o virale che colpisce le vie respiratorie superiori. I gatti con il raffreddore presentano alcuni sintomi simili a quelli delle persone raffreddate.

Il raffreddore del gatto è generalmente considerato una malattia molto lieve, ma in alcuni casi i sintomi possono diventare gravi e portare a un'infezione secondaria più pericolosa. I gatti molto giovani o anziani devono essere monitorati attentamente al primo segno di raffreddore.

Le cause più comuni del raffreddore del gatto sono le infezioni virali. Circa il 90% dei casi si deve all'Herpesvirus Felino e al Calicivirus Felino. Questi virus si diffondono facilmente tra i gatti attraverso il contatto diretto con gatti malati o attraverso oggetti contaminati come ciotole per il cibo e l'acqua.

Herpesvirus Felino

L'Herpesvirus Felino (o virus della rinotracheite felina) è un virus molto contagioso, in particolare tra gatti randagi e in alcuni contesti come quelli in cui più gatti vivono molto all'aperto o condividono lo stesso spazio, come per esempio un rifugio o una colonia.

Le cause del raffreddore nel gatto

Come pure per quanto riguarda le infezioni erpetiche nelle persone, i gatti infettati dal virus dell'herpes lo portano nell'organismo per il resto della vita. Molti gatti passano periodi di quiescenza durante i quali il virus non si riproduce attivamente ma che torna attivo non appena viene scatenato da alcuni eventi. 

Gli eventi che riattivano il virus nel gatto sono fattori di stress tali da indebolirne il sistema immunitario, come per esempio la pensione o la toelettatura. Il virus può tornare ad attivarsi e causare sintomi come starnuti o occhi che colano per alcuni giorni.   

Calicivirus Felino

I gatti infettati dal Calicivirus felino possono mostrare sintomi molto simili a quelli dei gatti infettati da Herpesvirus Felino. Come l'Herpesvirus, anche il Calicivirus è molto contagioso, ma solo tra gatti. Gli esseri umani non possono essere contagiati da nessuna delle due infezioni virali.

Inoltre, è bene sapere che esistono vaccini per entrambi i virus, considerati vaccini fondamentali per gattini e gatti adulti anche per quanto riguarda altre malattie comuni dei gatti.

Anche se il vaccino non può prevenire completamente l'infezione, può però aiutare a ridurre i sintomi e a prevenire lo sviluppo di condizioni più gravi.

Raffreddore dei gatti, i sintomi

Il gatto raffreddato può presentare alcuni sintomi da lievi a gravi e possono tra cui:

  • tosse
  • starnuti
  • naso che cola e occhi che lacrimano
  • congestione nasale 
  • letargia e talvolta febbre
  • difficoltà respiratorie
  • disidratazione
  • perdita di appetito

In genere questi sintomi scompaiono da soli in circa 7-10 giorni. Se questi sintomi non passano dopo il tempo previsto, e il gatto non mostra segni di miglioramento, è consigliabile rivolgersi al veterinario. Anche perché il raffreddore non trattato può portare a infezioni più gravi, come un'infezione batterica secondaria o una polmonite. 

In questo caso potrebbe verificarsi anche una congestione che impedisce al gatto di avvertire odori e sapori, al punto che l'animale potrebbe arrivare a rifiutare il cibo. 

Ancora peggio il raffreddore nei gattini che sono più vulnerabili, essendo il loro sistema immunitario ancora non completamente sviluppato. Se il gattino presenta sintomi di raffreddore, è bene portarlo subito dal veterinario per una diagnosi e una cura efficace.

Diagnosi del raffreddore nel gatto

Quando il gatto presenta i sintomi di un'infezione virale, il veterinario eseguirà un esame approfondito con una anamnesi accurata. Dopo questo primo esame, a seconda dei risultati ottenuti, il veterinario può consigliare altri esami diagnostici di routine per verificare eventuali complicazioni del raffreddore.

Questi esami possono includere un emocromo completo per indagare e valutare la conta dei globuli bianchi e rossi e delle piastrine, una biochimica del siero per vedere se gli organi interni funzionano in modo appropriato, radiografie del torace per verificare la presenza di polmonite o altre condizioni come asma o infezione fungina.

Il veterinario potrebbe consigliare un esame specifico delle vie respiratorie superiori per capire quale virus o batterio sta causando i sintomi del raffreddore. Questo test viene eseguito raccogliendo secrezioni dagli occhi e dal naso con dei tamponi e sottoponendoli a un esame da laboratorio, dove vengono analizzati per individuare gli agenti patogeni che causano le malattie respiratorie.

Come curare il raffreddore del gatto 

In genere, i casi lievi non richiedono alcun particolare trattamento medico, tuttavia ci sono alcune accortezze che si possono osservare in casa, per aiutare il gatto a sentirsi meglio durante la convalescenza:

  • far respirare del vapore al gatto, che può aiutare ad alleviare la congestione nasale
  • se l'aria in casa è secca, usare un umidificatore o vaporizzatore per alleviare l'irritazione delle vie respiratorie
  • creare un contesto tranquillo e rilassante per il gatto durante la sua convalescenza
  • fargli bere molta acqua per mantenerlo ben idratato e prevenire la disidratazione
  • dargli da mangiare del cibo umido o cibo con alto contenuto di acqua
  • pulire regolarmente gli occhi con acqua tiepida o con una soluzione salina per prevenire infezioni.

I casi più gravi, o quelli in cui è presente anche un'infezione batterica secondaria, richiedono spesso trattamenti con farmaci antibiotici o antivirali, a seconda della causa del raffreddore. Inoltre, è importante assicurarsi che il gatto abbia un ambiente caldo e confortevole per riposarsi e recuperare.

Se invece le condizioni del gatto sono più serie, e talmente gravi da non riuscire a respirare o a mangiare, potrebbe essere necessario un ricovero in ospedale per 1-2 giorni, fino a quando le sue condizioni di salute non saranno migliorate al punto da poter proseguire la cura in casa.  

Per concludere con qualche consiglio, abbiamo visto che il raffreddore nei gatti è una condizione molto frequente che può interessare i gatti di qualsiasi età.

La misura di cautela per i gatti più giovani, è quella di non farli stare a contatto con i gatti infetti, per evitare il contagio. Inoltre, è bene far vaccinare il gattino per evitare complicanze associate a tante possibili condizioni di salute future.

Oltre ai possibili trattamenti che il veterinario potrebbe raccomandare per curare il raffreddore del gatto, tra i rimedi naturali da adottare in casa, per ridurne i sintomi, è bene mantenere l'aria umida con un umidificatore, dare al gatto alimenti umidi e caldi come il brodo di pollo e il tonno in scatola, assicurarsi che abbia sempre acqua fresca a disposizione. Inoltre, si possono utilizzare detergenti per gli occhi per alleviare i sintomi associati a eventuali infezioni.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Luca Buosi
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