Buongiorno,
complimenti per la tua descrizione minuziosa della situazione e anche per la gestione del quadro. La diagnosi certa può soltanto essere fatta con un
ecg eseguito in un momento di crisi.
In mancanza di questo, si fa un'ipotesi diagnostica partendo dalla tua descrizione e da un teorema di epidemiologia che dice che la diagnosi più verosimile è quella che corrisponde alla malattia più frequente in tal contesto.
La
tachicardia, ovvero una frequenza cardiaca superiore a 100 battiti/minuto, costituisce in realtà un amplissimo ventaglio di possibili situazioni, dalla semplice tachicardia sinusale legata ad uno stato emotivo (
ansia) ad un variabile livello di attività fisica, alla tachicardia ventricolare,
aritmia grave e potenzialmente prodromica di una
fibrillazione ventricolare o addirittura di un
arresto cardiocircolatorio; fra i due estremi, moltissime varietà, più o meno impegnative per la diagnosi e la terapia/prognosi che comportano.
Nel tuo caso, si tratta di
fibrillazione atriale parossistica. In sé, non è una malattia grave (la comparazione più calzante è quella dell'auto che va a 3 cilindri invece dei 4), ma ha una complicanza temuta: l'
embolia arteriosa con
ischemia cerebrale.
La prima cosa da fare è rivolgersi ad un medico e sottoporsi ad un
elettrocardiogramma basale, per definire il tipo di tachicardia e per prendere gli eventuali provvedimenti terapeutici; in seguito, eseguire accertamenti mirati per definire gli eventuali momenti scatenanti o aggravanti.
Va valutato esattamente il rischio con la classificazione CHADS2 e, su questa base, attuare la profilassi adeguata.
Un saluto