La depressione è un disturbo diffuso tra il 10% e il 15% della popolazione mondiale, con una maggior frequenza tra le donne (ma può interessare qualsiasi fascia d’età).
Nella diagnosi di depressione si tiene in considerazione anche la presenza di disturbi del sonno. Ma quali sono i sintomi della depressione? Qual è il legame tra sonno e depressione?
Oggi approfondiamo questo argomento.
I sintomi depressione
Come accennato in precedenza, la depressione è un disturbo diffuso, che può presentarsi con dei sintomi emotivi, quali:
- Angoscia
- Tristezza
- Senso di colpa
- Disperazione
- Perdita di interesse per qualsiasi attività
- Irritabilità e ansia
- Mancanza di speranza per il futuro
Esistono anche sintomi fisici e cognitivi:
- Senso di fatica
- Dolori fisici
- Disturbi della concentrazione e della memoria
- Autosvalutazione
- Senso di colpa
- Pensieri negativi su di sé
Tra questi possiamo annoverare anche i disturbi del sonno, che possono essere conseguenza o causa della depressione.
La privazione del sonno può portare a depressione?
Il sonno è un elemento fondamentale per la diagnosi della depressione.
Dormire poco o svegliarsi a intermittenza può rappresentare uno dei tanti campanelli d’allarme di questa patologia.
La carenza cronica di sonno è un fattore di rischio e potrebbe aumentare il pericolo di soffrire di depressione. Questo accade perché l’insonnia può portare ad una mancanza di serotonina e ad un incremento di neurotrasmettitori eccitanti.
Dormire poco riduce la capacità di pensare positivo.
L’organismo, quando non si dorme abbastanza, non riesce a recuperare le energie necessarie, dunque, ci si può sentire più stanchi e affaticati – altro sintomo della depressione – per via della mancanza di energia.
Chi soffre di insonnia ha un rischio tre volte maggiore di sviluppare la depressione.
La depressione può portare all’insonnia?
L’insonnia è molto diffusa tra chi soffre di depressione: l’80% delle persone che soffrono di questo malessere ha difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno.
Depressione e ansia sono le cause principali dei diversi disturbi del sonno (soprattutto l’insonnia), poiché i loro sintomi possono compromettere il ritmo circadiano – che regola l’equilibrio sonno-veglia –.
Secondo vari studi, il cervello delle persone che convivono con la depressione mostra forti connessioni tra la corteccia pre-frontale dorso-laterale (associata alla memoria a breve termine), il precuneo (legato al giudizio su se stessi e alla soddisfazione per la propria vita) e la corteccia laterale orbitofrontale (responsabile delle emozioni negative).
In questi casi, chi soffre di depressione tende a trascorrere l’intera nottata a pensare intensamente alla propria condizione psicofisica, continuando ad allontanare il sonno. Dunque, l’orologio notturno è alterato. Il principale organo responsabile della regolazione del ritmo sonno-veglia è la ghiandola pineale. Da qui l’importanza di assumere melatonina per curare l’insonnia e di conseguenza la depressione.
La pratica dell’insonnia forzata
Una delle tecniche per contrastare la depressione è quella dell’insonnia forzata.
Esistono due modalità di insonnia forzata:
- Totale: comincia la mattina con un regolare risveglio e termina 36 ore dopo
- Parziale: ci si risveglia nella seconda parte della notte e si prosegue fino alla sera del giorno seguente.
La deprivazione del sonno porta al miglioramento della sintomatologia depressiva ed è molto utile anche nei pazienti che sono resistenti ai comuni trattamenti farmacologici.
Il trattamento viene ripetuto tre volte a settimana: il paziente viene sottoposto a 36 ore di deprivazione e durante la nottata si ricorre alla light therapy per contrastare la sonnolenza che può colpire il paziente.
Ciò che si ottiene è una minore severità della sintomatologia depressiva ed un oggettivo miglioramento dell’umore.
L’obiettivo della deprivazione del sonno è agire su serotonina, norepinefrina e dopamina, potenziando la trasmissione di questi neurotrasmettitori che influiscono sull'umore. Si agisce anche sugli ormoni tiroidei, aumentandone il livello.
Gli effetti della deprivazione del sonno si osservano su diversi disturbi depressivi, per esempio:
- endogeni;
- reattivi;
- unipolari;
- bipolari;
- schizoaffettivi;
- precoci o secondari alla malattia di Parkinson;
- depressione in gravidanza;
- postpartum;
- sindrome disforica premestruale.
In ogni caso quando si soffre di depressione è sempre necessario rivolgersi ad uno specialista.