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Cedimento delle gambe improvviso: possibili cause e sintomi

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 07 Febbraio, 2024

Cedimento delle gambe

Il cedimento delle gambe, o la più generale debolezza agli arti, è un sintomo che può manifestarsi per cause diverse. La sensazione è quella delle gambe deboli e tremanti, al punto da non riuscire più neanche a sostenere il peso del corpo. 

Questo problema si verifica soprattutto quando si è in piedi o mentre si cammina e le gambe sembrano "sfuggire via" da sotto il corpo, perdendone il pieno controllo, costringendo la persona a sedersi o sdraiarsi repentinamente per non cadere. Questi eventi tendono a essere episodici e transitori, ma possono ripresentarsi più volte in tempi differenti.

Le cause alla base della debolezza nelle gambe possono essere numerose e differenti. Tra i fattori più frequenti ci sono problemi circolatori, carenze vitaminiche, patologie neurologiche o endocrine, gli effetti collaterali di alcuni farmaci, ma anche il semplice affaticamento muscolare. 

La debolezza muscolare alle gambe può insorgere anche come normale e graduale perdita di forza e tono muscolare. Tuttavia, quando gli episodi sono ricorrenti e invalidanti, è bene approfondire le cause con esami specifici e rivolgersi al proprio medico per escludere patologie sottostanti.

A seconda delle cause, esistono diversi rimedi e soluzioni per prevenire e contrastare debolezza e dolori alle gambe, che vanno dall'assunzione di integratori all'adozione di calze elastiche, fino a specifici esercizi di rinforzo muscolare. Anche correggere eventuali posture scorrette nel camminare può migliorare il problema.

Cause principali del cedimento alle gambe

Il cedimento delle gambe può essere determinato da cause di diversa entità, che vanno da fattori transitori e circoscritti fino a patologie che è bene diagnosticare.

L'affaticamento e l'astenia muscolare sono tra le cause più blande che possono far sentire un senso di debolezza alle gambe, debolezza ai polpacci, ma anche alle braccia. Si deve distinguere, infatti, tra la debolezza che interessa più muscoli del corpo e quella che si localizza solo sulle gambe).

Quando la debolezza interessa tutta la muscolatura, le cause possono essere:

  • perdita di tessuto muscolare per un periodo prolungato di inattività
  • sforzi fisici intensi e/o periodi di forte stress
  • carenze vitaminiche come di potassiomagnesio
  • cause fisiologiche: con l'avanzare dell'età è fisiologico andare incontro a una progressiva perdita di tono e forza muscolare, che rende più soggetti alla perdita di tono muscolare a causa della riduzione della massa muscolare associata alla minore densità ossea.

Le cause più serie e patologiche sono invece da attribuire a condizioni cliniche, come ad esempio:

  • disturbi neurologici, muscolari o neuromuscolari
  • disturbi tiroidei
  • disturbi circolatori cronici
  • disfunzioni metaboliche
  • effetti collaterali di alcuni farmaci, tra i quali lassativi, diuretici, cortisonici, statine
  • pressione bassa 
  • anemia
  • leucemia.
     

Gambe senza forza, il cedimento localizzato agli arti inferiori

La sensazione di debolezza alle gambe con il cedimento vero e proprio degli arti inferiori, può avere molteplici cause di natura circolatoria, linfatica e neurologica. Una valutazione specialistica aiuta a diagnosticare l'origine specifica del disturbo.

Tra le cause più frequenti, tornano gli sforzi fisici eccessivi, che determinano un sovraccarico muscolare con esaurimento delle riserve energetiche locali; si affacciano le possibili arteriopatie periferiche responsabili di una ridotta irrorazione delle gambe che si manifesta attraverso crampi e dolore durante il movimento.

Poi ci sono i disturbi venosi come le flebiti, le trombosi e le vene varicose, accompagnati da alcuni sintomi come edema, pesantezza e crampi notturni agli arti per la difficoltà di ritorno venoso. Il linfedema comporta, invece, un accumulo di liquidi interstiziali con conseguente gonfiore alle gambe.

A livello neurologico, compressioni delle radici nervose lombari (ernie al discostenosi vertebrali) o la sindrome delle gambe senza riposo si riflettono in episodi di cedevolezza, formicolii e necessità di muovere le gambe. Meno comuni, ma pur sempre da considerare tra le possibili cause, artriti, neuropatie e patologie degenerative.

Sintomi associati

La debolezza muscolare, sia generalizzata sia localizzata agli arti, comporta una sintomatologia caratteristica, oltre ai segni della patologia scatenante.

Ciò significa che alle gambe che non reggono, o alla sensazione di debolezza alle gambe, che può riguardare anche la muscolatura in generale, possono accompagnarsi alcuni sintomi.

Si avverte innanzitutto una sensazione di cedimento e mancata forza nel sostenere il peso corporeo, con improvvisa cedevolezza delle gambe. Spesso questa sensazione si accompagna ad altre condizioni come sonnolenza, stanchezza prolungata e malessere generale.

Altri sintomi tipici sono intorpidimento, formicolio, ridotta sensibilità e difficoltà a muovere gli arti in modo fluido. In casi più gravi possono manifestarsi tremori fini e fascicolazioni, ovvero contrazioni involontarie della muscolatura.

La comparsa di questa costellazione di segni deve insospettire verso una condizione di indebolimento della muscolatura scheletrica. È fondamentale rivolgersi al medico per approfondire la causa scatenante ed escludere che la debolezza possa essere spia di patologie severe. Una diagnosi precoce permette di intervenire in modo più efficace.

Per riassumere, ecco i sintomi da valutare:

  • Gambe molli, cedevoli, stanche
  • Formicolio, intorpidimento, crampi
  • Dolore e pesantezza alle gambe
  • Episodi di cedimento improvviso
  • Difficoltà nel camminare, salire le scale, alzarsi in piedi

Esami diagnostici

Per individuare la causa scatenante della debolezza muscolare possono essere necessari alcuni esami di base fino a indagini strumentali avanzate a seconda del singolo quadro clinico.

A seconda di quanto emerge durante l'esame obiettivo, e dei sintomi riferiti dal paziente (anamnesi), il medico può prescrivere gli accertamenti diagnostici più opportuni.

Innanzitutto, gli esami del sangue di routine, come emocromo completo, glicemia, azotemia, creatininemia, transaminasi e altri parametri, per valutare lo stato generale dell'organismo.

Se i sintomi fanno sospettare una patologia neurologica, il medico indirizzerà verso una visita specialistica neurologica, che include una valutazione della forza muscolare, dei riflessi, della sensibilità, del tono e di altri aspetti che permettono di localizzare un eventuale deficit.

L'elettromiografia è un esame che registra l'attività elettrica muscolare, utile per stabilire se vi siano danni ai nervi o alle fibre muscolari.

Nei casi più complessi si potrà ricorrere a indagini per immagini come la TAC o la risonanza magnetica, per escludere compressioni midollari, lesioni o patologie a carico del sistema nervoso centrale e periferico.

Dunque, in sintesi, questi sono gli accertamenti per la diagnosi della debolezza muscolare:

  • Esami del sangue: per valutare parametri ematici e dosare eventuali carenze.
  • Elettromiografia: per registrare l'attività elettrica muscolare e nervosa.
  • Test neurologici: per la valutazione della forza, dei riflessi e della sensibilità.
  • Ecocolordoppler venoso: per lo studio della circolazione venosa degli arti.
  • TAC o RM: indagini per immagini del sistema nervoso centrale e periferico.
  • RMI o mielografia (per fugare il dubbio di un disturbo a carico del midollo spinale)
  • Radiografia ossea: per escludere patologie scheletriche o compressioni.

Cure per la debolezza muscolare

Dopo aver identificato la causa scatenante, il medico può prescrivere il miglior trattamento per la debolezza muscolare, volto a correggere il deficit, sia con terapie mediche sia riabilitative. L'approccio può essere multidisciplinare.

Se il problema è di natura meccanica, è bene lavorare sulla postura corretta e sul modo di camminare per non sovraccaricare le gambe e alleviare la debolezza muscolare.

Se la condizione di debolezza è legata all'attività fisica troppo intensa o, per contro, alla mancanza di movimento, è bene riposare per il recupero muscolare, nel primo caso; mentre, rimanere attivi e fare esercizio fisico regolare adatto alle proprie condizioni, nel secondo caso, per mantenere forza e tono muscolare. Anche le camminate quotidiane vanno bene. 

Per migliorare la circolazione degli arti inferiori, si possono indossare calze elastiche a compressione graduata, ma aiuta anche tenere le gambe sollevate quando si è seduti o sdraiati, per favorire il ritorno venoso. 

Contribuiscono poi al benessere generale, seguire una dieta sana ed equilibrata, ricca di proteine, vitamine del gruppo B, magnesio e potassio. Importantissimo, per esempio, reintegrare sali minerali persi con la sudorazione dopo un'intensa attività fisica. Completano il quadro, alcune tecniche di rilassamento per sciogliere le tensioni muscolari e i massaggi defatiganti.

Rivolgersi al medico se compaiono formicolii, intorpidimenti o episodi ricorrenti di cedimento degli arti.

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Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Christian Raddato
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