Come accorgersi se il menisco è rotto?

Cristian Padovano | Biologo

Ultimo aggiornamento – 23 Maggio, 2019

Come accorgersi del Menisco Rotto?

Lo sai che un menisco rotto costituisce il 70% delle lesioni traumatiche del ginocchio? I soggetti più a rischio sono i giovani e gli sportivi, quando si parla di una rottura del menisco per cause traumatiche, e soggetti dopo la mezza età, per cause legate all’usura nel tempo.

Ovviamente, un menisco lesionato può avere importanti conseguenze sulla funzionalità dell’articolazione. Ma quali sono i presupposti che portano a una rottura? Vediamo insieme cosa può portare alla rottura del menisco.

Menisco rotto? I sintomi più comuni

I sintomi di un danno al tessuto cartilagineo possono essere molto vari. Il gonfiore è spesso significativo, ma non è sempre presente.

Può manifestarsi anche il dolore, in forma lieve o intensa, nella parte interna o esterna del ginocchio o più sull’osso indicando lesioni degenerative. Nella maggioranza dei casi, il paziente è in grado di mantenere la propria deambulazione anche se con una perdita di forza nel ginocchio interessato.

Tipicamente, però, il menisco rotto (e il ginocchio in generale) produrrà una sorta di scatto o di scricchiolio quando viene piegato e, nel caso in cui il legamento leso esca dalla sua sede normale, l’articolazione può risultare completamente bloccata o impossibilitata a effettuare flessioni oltre un determinato angolo con una sensazione di corpo estraneo.

Perché si rompe il menisco

Ogni ginocchio ha due menischi: uno laterale (esterno) e uno mediale (interno). Queste due strutture fibrocartilaginee poste tra femore e tibia fungono da ammortizzatori, aiutando a distribuire il carico e mantenere la stabilità articolare.

Le lesioni traumatiche del menisco sono tipiche degli sportivi che praticano attività nelle quali sono frequenti torsioni, rapidi cambi di direzione e velocità. In questo caso la lesione interessa la radice meniscale che può portare conseguentemente a infortuni del legamento crociato anteriore.

In età avanzata, invece, è più probabile la normale usura dei tessuti dovuta al loro invecchiamento che causa lesioni anche in assenza di movimenti bruschi.

Affinché si possa determinare se si è in presenza di un menisco rotto, si rende necessaria l’osservazione dei sintomi e l’indagine dell’anamnesi degli eventi. Successivamente, il medico interverrà tramite l’esecuzione di alcune manovre (test di Apley e di McMurray) e di esami paraclinici per diagnosi. 
Questi ultimi comprendono una radiografia del ginocchio, utile per escludere la presenza di eventuali altre lesioni articolari associate, e soprattutto una risonanza magnetica che restituisce maggiori dettagli dell’area.

Cosa fare per il menisco rotto

Un menisco con una lesione non ha sempre bisogno di un intervento chirurgico. Per scongiurare la rottura è bene eseguire preventivamente esercizi di stretching prima e dopo ogni attività fisica. Se il ginocchio non è bloccato ed è stabile, potrebbero essere sufficienti solo dei trattamenti non chirurgici:

  • Limitare le attività che possano stressare il ginocchio, usando un paio di stampelle per ridurre il dolore.
  • Usare ghiaccio, per ridurre il dolore, per 15-20 minuti ogni 3-4 ore per 3 giorni.
  • Fare particolare attenzione nel posizionare il ginocchio più in alto rispetto al corpo in modo da non causare un accumulo di liquido prodotto durante l’infiammazione.

Se si pensa di aver subito una lesione al menisco, è buona norma recarsi da un ortopedico il prima possibile e adottare questi accorgimenti solo come rimedi immediati e momentanei in modo da preservare il più possibile il tessuto meniscale.

Le lesioni traumatiche vanno invece sempre trattate, mentre quelle degenerative hanno un margine di guarigione spontanea. Il trattamento chirurgico è semplice e solitamente si viene dimessi il giorno stesso.

L’operazione per il menisco rotto viene eseguita con la tecnica artroscopica: attraverso dei piccoli fori si estrae solo la porzione di menisco lesionata (meniscectomia parziale) o si effettua la sutura meniscale, in caso di lesioni nette che interessano l’area più periferica e più vascolarizzata del menisco.

Solo nei casi più gravi si ricorre al trapianto di menisco da donatore o all’impianto di protesi. Sebbene tali interventi siano risolutivi in caso di rottura del menisco, è bene sapere che potrebbero fallire specialmente se il paziente ha più di 50-55 anni: infatti, oltre questo limite d’età la cartilagine subisce una naturale diminuzione della capacità di rigenerarsi. 
Nel caso di pazienti anziani, può essere consigliabile solamente un trattamento antinfiammatorio e riposo.

Dopo l’intervento chirurgico, l’articolazione deve rimanere a riposo per 48-72 ore e, successivamente, tramite tutore ortopedico, il paziente inizia la fase di riabilitazione mirata al rinforzo muscolare e al recupero dell’estensione. Questa fase è fondamentale quanto l’intervento chirurgico per il corretto recupero del ginocchio e, solitamente dopo 2-3 settimane, il paziente è in grado di svolgere tutte le attività quotidiane senza l’uso delle stampelle; dopo i primi 60 giorni, può gradualmente tornare a fare sport.

Un menisco rotto è sicuramente debilitante. In definitiva, per abbassare i rischi è buona norma fare attenzione alle fasi di riscaldamento pre-attività, all’uso di calzature adatte, al corretto riposo post-attività e al controllo del proprio peso.

Cristian Padovano | Biologo
Scritto da Cristian Padovano | Biologo

Da sempre curioso della scienza e della divulgazione scientifica, pronto a condividere ogni nozione in mio possesso nella maniera più semplice e chiara possibile. Sono un biotecnologo medico, laureato presso l'Università del Salento.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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