La cura per il coronavirus a base di anticorpi monoclonali potrebbe essere la nuova pista da seguire nella lotta al Covid-19. Rimedio già utilizzato per curare l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Drumpf, attualmente la Germania ne avrebbe acquistate 200 mila dosi per 400 milioni di euro; l'Italia, pare, avrebbe speso invece appena 15 milioni.
Oltreoceano, la Food and Drug Administration ha già autorizzato il ricorso alla terapia anticorpale monoclonale per trattare i pazienti di Covid-19 non gravi.
In Italia, invece, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) si mostra più cauta: a metà gennaio 2021 pubblicava sul proprio sito la promozione di uno studio clinico, per verificare se il ricorso agli anticorpi monoclonali potesse costituire un'opzione terapeutica da seguire, nella prevenzione della progressione della malattia nei pazienti in fase precoce.
Cos'è e cosa prevede la cura con anticorpi monoclonali
Gli anticorpi monoclonali sono anticorpi identici e provenienti da un solo tipo di cellula immunitaria: essi sono, dunque, un clone l’uno dell’altro diretti tutti contro lo stesso bersaglio della proteina spike del SARS-CoV-2.
lare. A partire da qualsiasi antigene, è possibile creare anticorpi monoclonali in grado di legarsi all'antigene di riferimento: la loro creazione è quindi mirata all'individuazione e alla neutralizzazione della molecola del virus infetta che vanno ad identificare e che poi il sistema immunitario provvede a eliminare.
La terapia a base di anticorpi monoclonali viene sviluppata a partire dagli anticorpi dei pazienti guariti dal Covid-19. Gli anticorpi (costituiti da proteine) dei pazienti guariti vengono poi implementati in laboratorio: ciò risulta particolarmente utile per il sistema immunitario di pazienti positivi, nella prima fase dell'infezione da SARS-CoV-2.
Da tempo, sono note due fasi del Covid: la prima fase, più blanda, caratterizzata da ageusia e anosmia (l'ormai nota accoppiata di perdita di gusto e olfatto) con dolori muscolari e malessere generale. La seconda fase è invece la più critica: difficoltà respiratorie, febbre alta: indice di una ingente risposta immunitaria in corso.
Gli anticorpi monoclonali avrebbero un’efficacia molto alta nelle fasi precoci dell’infezione e, in generale, nei casi meno gravi, ovvero quelli in cui non si è ancora dovuti intervenire in terapia intensiva, al contrario, si rivelerebbero inefficaci, quando si rende necessario invece ridurre la risposta immunitaria ed infiammatoria intensissima tipica delle polmoniti interstiziali.
Nello specifico, la cura monoclonale sembrerebbe quindi dirigere la risposta immunitaria verso il solo target fondamentale per evitare che il virus si leghi ai recettori ACE2 e, così facendo, infetti le cellule, ovvero la proteina spike.
Benefici della terapia con anticorpi monoclonali
L’efficacia degli anticorpi monoclonali nella cura delle fasi iniziali non gravi del Covid-19 non è comprovata da studi; tutto ciò che sappiamo è che essa è in grado di ridurre la carica virale, con risultati positivi nei pazienti con una risposta immunitaria e infiammatoria non era ancora iniziata.
La cura monoclonale sembrerebbe quindi un utile alleato, in grado di ridurre il rischio di ospedalizzazioni, una sorta di vaccino a breve termine.
Svantaggi della cura anticorpale monoclonale
Il primo svantaggio della terapia monoclonale è dato dai costi elevati: si tratta infatti di una soluzione molto più dispendiosa del vaccino (parliamo di circa 2mila euro per unità di prodotto). Il secondo svantaggio è dato dalla durata dell'efficacia: da qualche settimana a un anno, ma non di più.
Da ultimi, restano gli eventuali effetti collaterali della cura con anticorpi monoclonali. Questi potrebbero includere allergie, febbre, malessere generale.
Pertanto, comparando queste informazioni con quelle relative ai vaccini, la terapia vaccinale anticovid sembra la strada più sicura: non solo più economico, ma anche con più possibilità di essere definitiva. Gli effetti collaterali sono, invece, molto simili tra loro. Questo non nega, comunque, l'utilità temporanea della terapia con anticorpi monoclonali; ma la strategia primaria per contrastare il Covid-19 resta comunque il vaccino.