icon/back Indietro Esplora per argomento

Perché si parla di EMDR in relazione alla pandemia appena vissuta

Dr.ssa Flavia Panunzio

Ultimo aggiornamento – 15 Giugno, 2022

EMDR: cos'è e come funziona

Intervista alla  dr.ssa Flavia Panunzio , psicologa, specializzanda in approccio cognitivo-comportamentale con metodo ACT ("Acceptance and Committment Therapy").


Dopo la pandemia e il lockdown, il disturbo post-traumatico da stress potrebbe aumentare del 20% nei prossimi 3 mesi

I soggetti più a rischio? Medici e infermieri, con hanno fronteggiato l'emergenza in prima linea. Anche la popolazione generale, bersagliata da notizie dolorose e, spesso, dalla perdita dei propri cari, potrebbe essere soggetta a sviluppare il disturbo, caratterizzato da una serie di sintomi come flashback, incubi, sensi di colpa, ansia, disturbi gastrici e aumento incontrollato della pressione cardiaca. 

Il disturbo post-traumatico da stress è spesso associato a una terapia che, negli ultimi anni, ha ricevuto attesti di efficacia dalla letteratura scientifica: l'EMRD.

Di cosa si tratta? Cos'è e come funziona l'EMDR? Ne abbiamo parlato con la dr.ssa Flavia Panunzio, psicologa.

Cosa si intende per terapia EMDR? Quali sono le sue basi teoriche?

L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, ovvero Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico.

Si è trattato di una scoperta casuale. Shapiro (1995) lo descrive in questi termini: un giorno, mentre stava passeggiando nel bosco, notò che dei pensieri che la infastidivano scomparvero improvvisamente. Quando tentò di richiamarli alla mente, avevano perso quella caratteristica disturbante e non apparivano più tanto importanti come prima. 

Notò, inoltre, che quando i pensieri fastidiosi si presentavano alla mente, i suoi occhi si muovevano spontaneamente e rapidamente, avanti e indietro, seguendo una diagonale verso l’alto. E dopo aver richiamato tali pensieri, questa volta muovendo gli occhi intenzionalmente, Shapiro osservò nuovamente che essi scomparivano e che sembravano essere meno fastidiosi. A ciò seguirono altri tentativi con alcuni colleghi, e così andò costituendosi un intervento più strutturato con un consigliere dei veterani che aveva subito un trauma, inducendogli intenzionalmente i movimenti oculari. Da allora la metodologia si è evoluta notevolmente e la procedura impiegata oggi segue un protocollo dettagliato.

L’approccio EMDR, adottato da un numero sempre crescente di psicoterapeuti in tutto il mondo, è basato sul modello di elaborazione adattiva dell’Informazione (AIP).

Secondo l’AIP, l’evento traumatico vissuto dal soggetto viene immagazzinato in memoria insieme alle emozioni che hanno caratterizzato quel momento. Tutte queste informazioni immagazzinate in modo disfunzionale, restano “congelate” e racchiuse nelle reti neurali: non potendo essere elaborate, continuano a provocare disagio nel soggetto, fino a portare all’insorgenza di patologie come il disturbo da stress post traumatico (PTSD) e altri disturbi psicologici.

Come funziona l'EMDR? 

Il concetto alla base dell’EMDR è la possibilità che offre di facilitare direttamente, a un livello neurofisiologico, l’elaborazione accelerata di materiale disturbante attraverso un certo numero di esercizi di dual attention. Ciò che si ottiene, conseguentemente, a livello neurofisiologico, è il benessere cognitivo e affettivo.

L’obiettivo dell’EMDR è quello di ripristinare il naturale processo di elaborazione delle informazioni presenti in memoria per giungere ad una risoluzione adattiva attraverso la creazione di nuove connessioni più funzionali. Una volta avvenuto ciò, il paziente può vedere l’evento disturbante e se stesso da una nuova prospettiva.

Si sente che veramente il ricordo dell’esperienza traumatica fa parte del passato e quindi viene vissuta in modo distaccato. I pazienti in genere riferiscono che, ripensando all’evento, lo vedono come un ricordo lontano, non più disturbante o pregnante dal punto di vista emotivo.

L’attuale protocollo prevede che nella fase iniziale di accurata valutazione clinica, vengano individuati i ricordi target per la rielaborazione. Prima di effettuare una valutazione dettagliata di particolari ricordi traumatici, vengono spiegati al paziente la tecnica e gli effetti dell’esame EMDR e gli viene chiesto di provare a effettuare dei movimenti oculari.

In questa fase vengono insegnati al paziente delle tecniche di rilassamento e di immaginazione guidata che verranno utilizzate in chiusura di seduta e tra una visita e l’altra. Successivamente viene compiuta una valutazione dei ricordi traumatici che potranno essere utili per la rielaborazione. Viene, quindi, selezionato dal paziente un ricordo target insieme ad un’immagine rappresentativa del suddetto ricordo.

In questo modo il paziente individua una sensazione negativa che accompagna il ricordo, mentre il terapeuta, attraverso la domanda “cosa ti piacerebbe ricordare dell’evento o di te stesso?”, lo aiuta ad identificare una cognizione positiva.

Viene poi chiesto di abbinare l’immagine e la sensazione negativa, mentre l’ultima fase consiste nel localizzare le diverse sensazioni fisiche che accompagnano il ricordo target.

Terminati questi preparativi, il paziente è pronto per affrontare le diverse fasi del trattamento vero e proprio che costituiscono le prove della dual attention.

Quali sono le fasi dell'EMDR?

Possiamo distinguere 8 fasi dell'EMDR

  • La prima fase consiste in un’approfondita anamnesi del paziente e nella definizione di un piano terapeutico.
  • La seconda fase è quella della preparazione del paziente al trattamento, durante la quale vengono spiegate la teoria e la procedura dell’EMDR e i possibili disturbi che potrebbero insorgere sia durante l’elaborazione sia tra una seduta e l’altra. In questa fase è opportuno anche individuare delle tecniche di rilassamento che potrebbero essere efficaci in caso di eccessiva attivazione durante l’elaborazione.
  • La terza fase consiste nell’assessment e nella definizione degli elementi citati precedentemente (ricordo target, immagine peggiore, cognizione negativa, cognizione positiva, emozioni e sensazioni fisiche).
  • La quarta fase è quella relativa alla desensibilizzazione che avviene tramite i set di movimenti oculari e che si conclude solo quando il livello di disturbo dell’immagine si riduce a 0.
  • La quinta fase consiste nella ristrutturazione cognitiva dell’evento traumatico.
  • La sesta fase consiste nella scansione corporea durante la quale si valuta se siano ancora presenti sensazioni corporee ripensando all’evento.
  • La penultima fase, ossia quella della chiusura, ha lo scopo di verificare lo stato di equilibrio del paziente e viene richiesto di compilare un diario nel caso in cui emergessero pensieri, sogni, immagini che potrebbero essere associati all’evento elaborato.
  • L’ultima fase viene effettuata la settimana successiva e consiste nella rivalutazione per verificare se in settimana siano insorti nuovi disturbi, emozioni o immagini disturbanti legati al ricordo iniziale. 

Per quali disturbi è indicata questa terapia?

La tecnica dell'EMDR si usa, in generale, per il trattamento di disturbi causati da eventi traumatici e stressanti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’agosto del 2013, ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati

L’efficacia dell‘EMDR è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, sia per il Disturbo Post Traumatico da Stress che per i traumi di minore entità.

Condividi
Dr.ssa Flavia Panunzio
Scritto da Dr.ssa Flavia Panunzio

Psicologa laureata presso l'Università degli Studi di Bari con il massimo dei voti. Dopo il conseguimento della laurea, si iscrive ad un Master di II Livello presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Disfunzioni Cognitive in età Evolutiva), dove acquisisce la certificazione per poter diagnosticare e trattare i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA).

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
icon/chat