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Nuovi studi chiariscono qual è il legame tra la glicemia alta e il Coronavirus

Dr. Fabio Baccetti

Ultimo aggiornamento – 23 Marzo, 2021

Glicemia alta e Coronavirus

In collaborazione con Diabete Italia, associazione che riunisce tutte le Società scientifiche, Associazioni di pazienti e operatori professionali del mondo del diabete.


Intervista al dr. Fabio Baccetti, diabetologo. 


Parliamo di diabete e Coronavirus, partendo da un ultimo studio relativo all'influenza che gli zuccheri nel sangue hanno sull'infiammazione. Lo facciamo assieme al dr. Fabio Baccetti, specialista in diabetologia. 

Cosa è la glicazione?

La glicazione è una reazione chimica che avviene nel nostro organismo, quando una proteina è esposta alla presenza di zucchero. In pratica, lo zucchero ( glucosio o fruttosio o ribosio) si lega in maniera prima reversibile e successivamente irreversibile a un aminoacido (che sono i componenti delle proteine). L’entità di tale reazione dipende da molti fattori, ma soprattutto dalla quantità di zuccheri presenti e dal tempo che questi sono a contatto con le proteine.

Nel caso del Diabete Mellito, questo fenomeno chimico è usato per valutare il controllo metabolico tramite il dosaggio dell’emoglobina glicosilata. Lo zucchero presente nel sangue, il glucosio, si lega all’emoglobina. Se vogliamo scendere nello specifico della reazione chimica, si vede che il legame fra glucosio e proteine dà in primo luogo alla formazione delle basi di Schiff, che sono instabili e reversibili. Successivamente, compaiono i prodotti di Amadori (più stabili) e, infine, gli AGES (Advanced Glycated End products) che sono chimicamente stabili e non degradabili enzimaticamente.

Questa reazione di glicosilazione non avviene solo nei globuli rossi ma in tutti i tessuti dell’organismo e questo processo è alla base dello sviluppo delle complicanze del Diabete Mellito insieme ed in maniera complementare ad altri.

In che modo le proteine spike del Coronavirus traggono beneficio dalla presenza di zuccheri?

Prima di rispondere alla domanda, conviene chiarire cosa è scritto nell’articolo di Zhao P. e collaboratori (“Virus-Receptor Interactions of Glycosylated SARS-CoV-2 Spike and Human ACE2 Receptor” pubblicato su Cell Host Microbe 2020 Oct 7;28(4):586-601.e6. doi:  10.1016/j.chom.2020.08.004 ) da cui scaturiscono queste domande. 

Nel lavoro in questione, dopo una serie di esperimenti condotti in vitro (cioè in laboratorio e non su pazienti) ed in seguito ad analisi computerizzate complicate e complesse da spiegare, concludono dicendo che “….Our results suggest essential roles for glycosylation in mediating receptor binding, antigenic shielding, and potentially the evolution/divergence of these glycoproteins...”. Cioè, in parole povere, gli autori dell’articolo affermano che in base ai loro risultati le proteine dello Spike del Coronavirus si legano meglio al recettore ACE-2 se sono glicosilate e che i processi di glicosilazione favoriscono il legame fra lo Spike e l’ACE 2

Affermano anche che la glicosilazione potrebbe essere un fattore di mimetizzazione del virus stesso nei confronti del sistema immunitario. Quanto detto dai colleghi è molto interessante, ma voglio chiarire subito un punto: questi sono esperimenti condotti in VITRO, cioè in laboratorio con successive elaborazioni al computer. E quindi per avere valenza clinica reale e avere una ricaduta sul trattamento dei pazienti o per prendere eventuali provvedimenti di prevenzione, vanno poi dimostrati in VIVO, cioè con studi fatti su pazienti ammalati di  Covid-19 .  

I soggetti con iperglicemia sono quindi più esposti all'infezione o a una maggiore durata della stessa?

È bene riaffermare con forza che, ad oggi, non vi sono studi che dimostrino che la presenza di Diabete Mellito aumenta il rischio di contrarre l’infezione. Fra l’altro questa affermazione è stata anche dimostrata da colleghi siciliani nell’articolo di Silverii e collaboratori (Nutr Metab Cardiovasc Dis 2020 Oct 1;S0939-4753(20)30415-4. doi: 10.1016/j.numecd.2020.09.028). Se un paziente diabetico mette in atto le precauzioni raccomandate (lavarsi frequentemente le mani, usare la mascherina e stare a distanza dagli altri) ha lo stesso rischio di contrarre l’infezione di un soggetto di pari età e condizione di salute non diabetico. 

Discorso diverso se invece si viene contagiati: in questo caso, la presenza di Diabete Mellito è fattore di rischio per l’evoluzione più grave della malattia, che è la polmonite bilaterale. In questo senso vi sono moltissimi studi e, per esempio, la presenza di Iperglicemia al momento del ricovero (sia che si sia diabetici, sia che non lo si sia) è un fattore di rischio prognostico sfavorevole sull’evoluzione della malattia. 

Dei tanti articoli presenti in letteratura, vi segnalo questo di di Bud E.S. e collaboratori (Arch Med Res. 2020 Nov 10;S0188-4409(20)31688-X. doi: 10.1016/j.arcmed.2020.11.003). E’, quindi, fondamentale che i pazienti diabetici in questo periodo di pandemia, oltre alle misure di prevenzione dette sopra, mantengano il più a lungo possibile un buon controllo metabolico, abbiano cioè la glicemia bassa. 

Come? Facendo attenzione alla dieta, facendo attività motoria (in casa o in prossimità di essa) e assumendo in maniera precisa e puntuale la terapia ipoglicemizzante, che se non sufficiente va implementata da parte del Medico di Medicina Generale o dallo specialista Diabetologo di riferimento.

La dieta può influire nei processi di glicazione?  

Da quanto detto finora si evince come per il paziente diabetico sia importante mantenere un buon controllo metabolico, cioè avere una Glicemia ed Emoglobina Glicosilata bassa. E per far questo è chiaramente di fondamentale importanza seguire una dieta corretta su base mediterranea (o ipoproteica in presenza di riduzione della funzione renale), come lo è anche fare attività fisica ogni giorno (in casa o in prossimità di essa), e assumere in maniera precisa e puntuale la terapia ipoglicemizzante prescritta.

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Dr. Fabio Baccetti
Scritto da Dr. Fabio Baccetti

Specialista in diabetologia e membro di Diabete Italia.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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