Quando nell’elettrocardiogramma c’è qualcosa che non va

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 04 Settembre, 2019

Ecocardiogramma transesofageo: come funziona, rischi, come si esegue l'esame

Quando si deve valutare la salute del cuore, è necessario eseguire alcuni esami di routine. Tra i più importanti (e diffusi) vi è sicuramente l’elettrocardiogramma.

Consigliato periodicamente nei soggetti a rischio e negli anziani, il test dell’elettrocardiogramma non è invasivo, risulta molto semplice da eseguire e non prevede particolari indicazioni di preparazione all’esame. Nonostante la sua affidabilità, alle volte è necessario eseguire delle analisi più approfondite.

È qui che entra in gioco l’ecografia transesofagea, un modo alternativo e molto più preciso per valutare lo stato del cuore. Entriamo nel dettaglio, per capire in che cosa consiste l’ecografia transesofagea, cosa aspettarsi dalla visita e come prepararsi all’esame.

Cos’è l’ecografia transesofagea

La TEE, abbreviativo utilizzato in ambito medico per ecografia transesofagea, è una sorta di ecocardiogramma speciale, eseguito dal medico specialista per controllare il cuore nei dettagli, qualora esistesse il sospetto di coaguli ed emboli.

Proprio come l’ecocardiogramma, la TEE utilizza delle onde sonore ad alta frequenza, note come ultrasuoni, per esaminare la morfologia del cuore, come forma, struttura e funzionamento. Un transduttore, cioè la sonda che indirizza le onde sonore, viene inserito nell’esofago, il tubo che collega la bocca allo stomaco, per arrivare in prossimità del cuore acquisendo immagini più nitide.

In cosa consiste l’esame

Poco prima dell’ecografia transesofagea, viene somministrato al paziente un lieve sedativo, che permette di rilassare i muscoli e di alleviare la tensione. La TEE non è dolorosa ma, per evitare il fastidio dato dalla sonda, anche la gola verrà sedata con un blando anestetico, comunemente in formato spray.

Durante la visita, il paziente viene fatto sdraiare sul fianco sinistro e viene collegato a un monitor per registrare in modo continuo l’elettrocardiogramma e la pressione arteriosa.

Inoltre, attraverso un saturimetro, un piccolo dispositivo non invasivo, viene valutata la presenza di ossigeno nel sangue, secondo dopo secondo. Infine un tubo flessibile molto sottile viene introdotto nella bocca fino all’esofago.

Durante la procedura, il medico può spostare il tubo verso l’alto o verso il basso, ma questo movimento non interferisce con la respirazione, pur potendo causare  vomito o tosse. In genere, l’esame ha una durata che varia da dieci a quindici minuti.

Per poter eseguire la procedura al meglio, è necessario evitare di mangiare dalla mezzanotte del giorno prima dell’esame, prendere i medicinali prescritti solo con un piccolo sorso d’acqua e non bere nelle quattro ore che precedono il test. Inoltre, è decisamente sconsigliato guidare dopo la procedura per via della lieve anestesia.

Cosa evidenzia la TEE (e quali sono i rischi)

L’ecocardiogramma transesofageo permette di identificare diversi problemi connessi al cuore, come:

  • Malattia coronarica, una disfunzione della struttura o del funzionamento delle arterie che portano il sangue al cuore
  • Cardiopatia congenita, malformazioni del cuore presenti fin dalla nascita
  • Aneurisma aortico, che consiste in una grave dilatazione dell’aorta causato dal cedimento della parete
  • Infarto del miocardio
  • Endocardite, infiammazione della membrana che riveste il cuore
  • Cardiomiopatia, capacità del cuore di contrarsi compromessa
  • Patologie delle valvole cardiache
  • Lesioni alla struttura del cuore
  • Emboli e trombi che possono causare il rischio di ictus e infarto

La TEE è un test invasivo ma sicuro. Come tutti gli esami medici solo di rado può causare complicazioni.

Per esempio, in seguito alla TEE è possibile avere problemi di respirazione e nausea a causa della sonda. Tuttavia, ogni disturbo si risolverà nel giro di poche ore senza alcun trattamento.

L’unica complicazione grave e possibilmente è la perforazione dell’esofago a causa della sonda. Fortunatamente, si tratta di è un’eventualità remota e rarissima.

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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