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A cosa attribuire un acufene?

Sono un uomo di 46 anni, dal 1995 soffro di acufene all'orecchio sinistro, individuato in un ronzio cupo persistente e piuttosto forte, mai alterato nel corso del tempo (è più forte se sono stanco e stressato e leggermente più tenue se sono tranquillo e rilassato). Il tutto è comparso una mattina all'età di 26 anni con una sensazione di tappo all'orecchio. Appurata la mancanza di cerume, mi sono recato all'ospedale dove mi hanno fatto accertamenti. In tale occasione, ho iniziato ad avere vertigini importanti, vomito. Curato con flebo di Mannitolo e diagnosticata la sindrome di Ménière. Dalla risonanza magnetica, è emerso che avevo un adenoma ipofisario prolattinosecernente e, dagli esami del sangue invece, una gammopatia monoclonale. Mi hanno sempre detto che le 3 patologie scoperte a seguito del problema uditivo non sono fra loro correlate. In cura da allora l'adenoma con Cabergolina, ho eliminato il problema e per la gammopatia faccio dei controlli annuali. Il problema che invece da 20 anni mi attanaglia è l'acufene e la sensibile perdita uditiva all'orecchio sinistro, soprattutto sulle frequenze basse (di oltre il 50%). Nei primi anni, ho avuto periodici episodi di vertigini che sono scomparsi del tutto a fine 1998. Da allora, mi hanno congedato con "non si può fare niente". Mi chiedo se la diagnosi di malattia di Ménière non sia stata superficiale, visto che i sintomi sono comuni a tante altre malattie. Da alcuni giorni, ho dei leggeri capogiri (pressione ok). Al ronzio mi sono ormai abituato, ma cosa si può fare per stabilire cosa mi ha creato il problema? Possibile che non si capisca perchè senta meno? Mi avevano ipotizzato anche un conflitto neurovascolare, ma nessuno ha approfondito. Non c'è proprio correlazione fra le varie patologie? Sarebbe possibile scoprire la causa ed eliminare il ronzio e recuperare l'udito o i danni al nervo acustico (sempre che ci sia)?

Risposta

Senza dubbio, il tuo caso deve essere seguito da un medico otoneurologo, ovvero un otorino che ha competenze ad alto grado di specializzazione su queste affezioni di diagnosi complessa; in ospedali universitari, c'è il servizio, di solito anche nelle divisioni otorino degli ospedali.

Dalla storia clinica riportata, le diagnosi sono perfettamente condivisibili: la sede ipofisaria infatti non dovrebbe generare compressioni sui nervi cranici che includono anche l'acustico e il ramo vestibolare e comunque, un otoneurologo è in grado di verificarli già con la sua visita, idem per la gammopatia monoclonale.

Occorre anche tener presente che esistono delle evoluzioni, non è detto che se c'era una Menière 20 anni fa (produce ipoacusia recettiva a distanza di molti anni), oggi la situazione sia la stessa di allora.

L'eventuale conflitto neurovascolare è possibile e deve essere obiettivato, ma il tutto all'interno di un servizio ad alto grado di specializzazione.
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Risposta a cura di
Dr. Ezio Marchegiani Medico Chirurgo
Dr. Ezio Marchegiani
foniatraomeopata
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