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Quali controindicazioni possono sopraggiungere dall'assunzione prolungata di Amiodarone?

Sono un paziente che, a causa di alcuni episodi di aritmie (di qualche anno fa), sono trattato con intervento di ablazione e speriamo risolto con l'assunzione di Amiodarone nella misura di mezza pastiglia al giorno, tranne la domenica. Chiedo, visto il prolungarsi (sono ormai 4 anni) dell'assunzione di detto farmaco, se possono sopraggiungere complicazioni o controindicazioni. Inoltre, desidero sapere se l'assunzione periodica di Viagra 50 mg, possa causare effetti indesiderati e, se affermativo, quali.

Risposta

L'amiodarone è stato lungamente considerato fra gli antiaritmici più efficaci; come tutte le sostanze farmacologiche, ovviamente, la sua assunzione per periodi prolungati può creare dei problemi.

Fra gli effetti collaterali cardiovascolari dobbiamo annoverare la bradicardia sinusale, che compare nel 10% circa dei pazienti ed è dose-dipendente; può provocare rallentamento della conduzione dell'impulso elettrico in sede seno-atriale e atrio-ventricolare, fino al blocco: tale effetto si traduce in una riduzione più o meno marcata della frequenza ventricolare.

L'Amiodarone, pur essendo un antiaritmico, può provocare aritmie, in particolare la tachicardia a torsione di punta, che può esaurirsi spontaneamente in pochi secondi, ma che può trasformarsi in fibrillazione ventricolare.

Inoltre, dobbiamo citare l'ipotensione e lo scompenso cardiaco. Tali effetti cardiovascolari insorgono più facilmente in presenza di squilibri elettrolitici (ipopotassiemia, ipocalcemia e ipomagnesemia) o in caso di contemporanea somministrazione di farmaci (specialmente antiaritmici e ipotensivanti).

Relativamente frequenti (20-35% dei pazienti in terapia) gli effetti collaterali centrali, cioè sul sistema nervoso: in particolare tremori, disturbi della motilità, turbe del sonno, cefalea.

Fra gli effetti collaterali dermatologici è frequente la fotosensibilizzazione, che compare mesi dopo l'inizio della terapia ed è causata dai raggi ultravioletti A; tale effetto scompare qualche mese dopo la sospensione della terapia.

Più frequenti sono gli effetti collaterali sulla tiroide, i più conosciuti anche dai pazienti; l'Amiodarone agisce con un meccanismo tossico diretto sulle cellule tiroidee e mediante liberazione di iodio, provocando sia ipertiroidismo sia ipotiroidismo. Gli effetti sulla tiroide spesso diventano permanenti, non reversibili cioè con la sospensione della terapia.

A livello epatico, è molto frequente il riscontro ematochimico di innalzamento contenuto delle transaminasi; non frequente una vera e propria epatite da Amiodarone.

In ambito ematologico, l'Amiodarone può provocare anemia, leucopenia (riduzione dei globuli bianchi) e piastrinopenia (riduzione delle piastrine).

Frequenti e conosciuti gli effetti collaterali oftalmici: neuropatie ottiche, fotosensibilità, pigmentazione e degenerazione corneale (reversibile con la pronta sospensione della terapia).

A livello polmonare, a parte la possibilità di tosse, dolore pleurico, broncospasmo, l'effetto collaterale più importante, per la sua serietà, è la fibrosi polmonare: una condizione di imbibizione e ispessimento della barriera fra alveolo e capillare, che provoca difficoltà allo scambio dei gas (ossigeno e anidride carbonica) quindi alla respirazione; la fibrosi non è reversibile e tende ad essere evolutiva, cioè a peggiorare.

In conclusione, la terapia prolungata richiede attenzione e osservazione di molti elementi obiettivi e soggettivi, da parte del medico e del paziente; la terapia con Amiodarone deve ritenersi controindicata in presenza di preesistenti malattie cardiache come lo scompenso cardiaco grave con aritmie ipercinetiche, bradicardie marcate, tireopatie preesistenti, epatopatie croniche e malattie polmonari croniche e potenzialmente invalidanti.

L'assunzione di Viagra comporta ovviamente il rischio di interazioni farmacologiche, in particolare effetti ipotensivi (riduzione della pressione) considerato l'effetto di vasodilatazione esercitato dal Sildenafil; non esiste comunque controindicazione assoluta, deve essere il buon senso e la cognizione delle proprie condizioni fisiche a guidare il paziente.

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Risposta a cura di
Dr. Claudio Valerio  Santini Medico Chirurgo
Dr. Claudio Valerio Santini
cardiologo
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