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Carne rossa: quanta mangiarne per restare in salute?

Redazione

Ultimo aggiornamento – 18 Febbraio, 2022

Carne Rossa: Rischi

Molte persone mangiano carne giornalmente, che sia essa rossa o bianca. Si tratta, infatti, di un alimento molto importante per l'apporto di proteine animali al nostro organismo.

Tuttavia, con l’avanzare del tempo e con le molteplici ricerche della medicina, è stato evidenziato che un consumo eccessivo di carne rossa può provocare delle conseguenze da non sottovalutare.

Approfondiamo di più.

Quali sono le carni rosse?

Le carni classificate fra le carni rosse sono molteplici, ma le principali sono:

  • selvaggina di penna, cioè il fagiano e la quaglia;
  • selvaggina di pelo: lepre, cinghiale, capriolo;
  • equini;
  • frattaglie rosse, cioè: fegato di vitello, fegato di agnello;
  • bovino adulto, che comprende: vitellone, scottona, manzo, giovenca, vacca e toro;
  • animali da cortile a carne nera, come ad esempio l’anatra, lo struzzo e l’oca;
  • ovini e caprini adulti e nello specifico: carne del castrato (ritenuta molto pregiata), agnellone, pecora, montone e carne di capra.

Quali rischi può provocare un eccesso di carne rossa nell’alimentazione?

Già da tempo, numerosi studi hanno evidenziato un potenziale pericolo per la salute dell’uomo derivante da uno smisurato consumo di carni rosse. 

Il suo impiego, infatti, è stato associato ad un maggior rischio di malattie cardiache, come ad esempio l’infarto, e alla formazione di alcuni tumori. Uno studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Medicine, correlava l’insorgere di queste malattie ad alcuni batteri presenti naturalmente nell’intestino umano, che convertono un nutriente comune che si trova nelle carni bovine, in un elemento che può accelerare l’accumulo di placche nelle arterie.

Quali sono i risultati dei test effettuati sulla carne rossa?

I test effettuati dal dottor Stanley Hazen (capo della medicina cardiovascolare presso la Cleveland Clinic in Ohio) hanno dimostrato come il consumo di L-carnitina aumenti i livelli ematici di trimetilammina-N-ossido, chiamato anche TMAO, cioè un composto che può alterare il metabolismo del colesterolo e rallentare la rimozione del colesterolo stesso, che normalmente si accumula sulle pareti delle arterie. Lo studio si basava su una serie di esami effettuati su un gruppo di volontari (circa 2.600 persone con problemi cardiovascolari), confermando come gli eccessivi livelli di carnitina aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.

Inoltre, i test sono stati effettuati su 26 volontari vegani e vegetariani; all’inizio dei test, come era prevedibile, questi volontari presentavano un basso livello di TMAO. Ciò non era dovuto unicamente al fatto che queste persone non mangiassero quotidianamente la carne, ma anche il tipo di flora batterica intestinale influiva sul livello ematico di trimetilammina-N-ossido. Dall’indagine è emerso che l’intestino di queste persone era poco propenso a scomporre la carnitina in TMAO. 

Successivamente, i test sono proseguiti su diversi animali; per alcuni, è stato inserito nella dieta un integratore a base di L-carnitina ed è emerso che, rispetto alle altre categorie di animali, che non avevano assunto questo integratore, i primi presentavano livelli di TMAO molto più elevati e in particolar modo una percentuale doppia di aterosclerosi, cioè una particolare forma di arteriosclerosi che causa la formazione di placche sulle pareti delle arterie.

Quanta carne rossa mangiare?

In linea teorica, si dovrebbero consumare tra i 50-100 grammi di carne rossa, al massimo due volte a settimana.

Il consumo di carne rossa non incide però solo sul cuore (con il rischio di patologie coronariche, ad esempio l'infarto), ma può aumentare il rischio di diabete di tipo 2  e di cancro all’intestino.

Secondo gli esperti una riduzione del consumo di carni rosse potrebbe abbattere notevolmente l’incidenza di patologie croniche ma non solo, si avrebbero anche dei giovamenti a livello ambientale. Alcuni studi, inoltre, hanno evidenziato che una dieta vegetariana può diminuire i rischi di tumore al colon, e che il pesce fa bene all'organismo. 

È preferibile evitare totalmente la carne dal regime alimentare?

Dunque, è importante non eccedere nella quantità di carne rossa che si assume, e variare, magari, con della carne bianca, con un po’ di frutta, verdura o fibre, senza dimenticare, però, di ridurre il consumo di sale.

La carne rossa, infatti, può essere anche una fonte energetica, fornisce DHA (un grasso omega-3 che aiuta lo sviluppo delle attività cognitive). Inoltre, contiene la vitamina B12, responsabile della capacità replicativa delle cellule e del DNA. Uno studio pubblicato sul British Journal of Nutrition ha evidenziato che chi non assume prodotti di derivazione animale (carne, latte e uova), può mostrare una carenza di vitamina B12.

La carne rossa contribuisce a fornire carnosina, un dipeptide che si trova principalmente nei muscoli e nel cervello e che aiuta a prevenire i morbi di Parkinson e di Alzheimer, oltre a contrastare l'invecchiamento. Infine, la carne contiene selenio, elemento che, secondo uno studio del Journal of Trace Elements in Medicine and Biology, può incidere sulla produzione di spermatozoi e, quindi, influire sulla fertilità maschile.

Oltre alla carne, dove è possibile trovare la L-carnitina?

La L-carnitina è contenuta anche in diversi integratori energetici, spesso utilizzati dagli sportivi. Alcuni di questi che non mangiano la carne, purtroppo, potrebbero abusare di alcuni integratori che si trovano sul mercato sia in forma liquida che in pillole, a base di L-carnitina, ma è bene fare attenzione se si vogliono assumere questi integratori. 

Un dato fondamentale, che risulta anche delle persone sottoposte ai test, è che alcune persone conducono una vita estremamente sedentaria; ciò può contribuire ad aumentare il pericolo di ostruzione delle arterie. Un altro fattore da non sottovalutare è l'importanza di un alimentazione equilibrata e che non si basi sul consumo eccessivo di cibo proveniente dai cosiddetti fast-food. Dunque, in generale, è importante fare attività fisica e inoltre, per ridurre la possibilità di produzione dei batteri, fare attenzione alla cottura della carne, limitando il consumo della carne rossa, prediligendo quella bianca e un regime alimentare variegato.

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a cura di Dr.ssa Gloria Negri
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