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Epilessia notturna, cosa fare e come curarla?

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 04 Maggio, 2022

Epilessia Notturna

Una delle malattie neurologiche più frequenti è l’epilessia: essa si può manifestare anche durante la notte, ma spesso è difficile fare una diagnosi accurata, poiché i sintomi sono molto simili ad altri disturbi del sonno. 

Ma entriamo più nel dettaglio.

Cos’è l’epilessia notturna del lobo frontale? 

L’epilessia notturna consiste in una serie di brevi e periodiche crisi che colpiscono il lobo frontale del cervello durante il sonno. 

È proprio la sua natura "notturna" che rende poco chiaro il riconoscimento di questo disturbo che, insieme all’epilessia del lobo temporale, è una delle forme di epilessia focale più frequente.

Quali sono le cause dell’epilessia notturna negli adulti?

Le cause possono essere congenite, ma anche acquisite: vediamo in cosa consistono.

  • Anomalia genetica, chiamata Epilessia del Lobo Frontale ad Eredità Autosomica Dominante (ADNFLE), che colpisce indifferentemente i maschi e le femmine, e determina un’alterazione dei collegamenti tra talamo e corteccia cerebrale. 
  • Traumi, lesioni tumorali (che costituiscono un terzo dei casi) e malformazioni vascolari.

L’epilessia notturna può portare alla morte?

Molte delle persone colpite da epilessia notturna riescono a vivere una vita con aspettativa pari a quella di ogni altro individuo.

In alcuni casi, esiste un rischio maggiore: con un controllo ottimale e adottando le dovute precauzioni, è però possibile ridurre significativamente i rischi di morte.

Quali sono i fattori che aumentano il rischio di morte precoce?

Tra i fattori troviamo: 

  • Cadute o traumi dovuti alle convulsioni
  • Gravi problemi di salute pregressi come ictus o tumori
  • La durata delle convulsioni: se si interrompe drasticamente l’assunzione di farmaci anti-convulsivanti, queste si possono protrarre anche per più di cinque minuti

Epilessia notturna infantile: perché colpisce soprattutto i bambini? Tutte le cause

Poiché il cervello dei bambini non è ancora del tutto sviluppato, l’epilessia notturna si manifesta maggiormente in giovane età (si stima che circa il 60% dei pazienti ha visto esordire i sintomi in tenera età).

Solitamente, le crisi avvengono tra i cinque e i vent’anni e si manifesta anche attraverso delle “assenze”, brevissime sospensioni in cui, per qualche secondo, il bambino sembra distratto e fuori dal contesto in cui si trova. Ha una forma benigna e tende a guarire con lo sviluppo puberale del bambino

Ecco le cause:

  • Malformazioni congenite
  • Traumi o lesioni del cervello
  • Carenza di ossigeno alla nascita
  • Infezioni

Il trattamento consiste nella rimozione delle cause scatenanti, altrimenti si forniscono farmaci anticonvulsivanti (ma, nell’oltre 70% dei casi, si guarisce autonomamente).

Epilessia notturna: cosa cambia dai bambini agli adulti?

In entrambi i casi, possono entrare in scena fattori sociali:

  • Per quanto riguarda i bambini, è importante che il medico fornisca informazioni dettagliate sulla malattia e avere un atteggiamento ottimistico sulle prospettive di guarigione. L’iper-protezione familiare e le possibili discriminazioni a scuola non hanno sicuramente un effetto positivo.
  • Negli adulti, invece, possono presentarsi difficoltà con l’integrazione sociale, anche per il pregiudizio e la scarsa informazione riguardo la malattia.

I sintomi: come riconoscere una crisi epilettica notturna

Riconoscere i sintomi della crisi epilettica è un passo importantissimo per la diagnosi della stessa. Una cosa fondamentale da fare è osservare il paziente mentre dorme.

I sintomi più frequenti sono:

  • Sensazione di cadere
  • Tremori
  • Nausea
  • Movimenti degli arti e grida
  • Gemiti e pianto
  • Occlusione dei pugni
  • Iperventilazione o mancanza di respiro
  • Smorfie involontarie
  • Risate
  • Postura asimmetrica
  • Masticazione
  • Vocalizzi privi di senso
  • Salivazione
  • Deglutizione
  • Allucinazioni gustative

I sintomi della crisi epilettica notturna sono legati all’attivazione incontrollata del lobo frontale che, sulla base dell’origine e delle modalità di propagazione dell’attività elettrica anomala, avrà una sintomatologia variabile.

La crisi è, generalmente, di breve durata e compare a frequenza variabile: da pochi episodi in un anno a molte crisi nella stessa notte. Spesso queste crisi sono anticipate da sintomi premonitori, come:

Le crisi possono essere di due tipi:

  1. parziali complesse, con perdita di conoscenza
  2. parziali semplici, senza perdita di conoscenza o distacco dalla realtà

Epilessia notturna: quali sono le terapie più efficaci?

Per combattere l’epilessia notturna, occorre rivolgersi a un Neurologo, uno Psichiatra o un Neuropsichiatra. 

Le terapie consistono nell’assunzione di farmaci anticonvulsionanti (anche se molti pazienti, con il tempo, sviluppano una forma di resistenza a questo trattamento) come, ad esempio, la Benzodiazepine o il Clonazepam.

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Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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