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Quali potrebbero essere le cause di vertigini e tachicardia?

Ho 29 anni, sono incinta di 23 settimane. Un anno e mezzo fa, ho avuto, durante una riunione di lavoro, una tachicardia e un senso di svenimento, la tachicardia era molto forte, a cui poi si è aggiunta la mancanza di respiro, pensavo di morire, non riuscivo a respirare, avevo i battiti altissimi e percepibili nel petto e non mi passava, nemmeno sdraiandomi e mi girava la testa. Dopo 2 ore, sono andata al pronto soccorso, ma nel tragitto in auto stavo meglio e non hanno trovato nulla. Da allora, ho avuto giramenti di testa, male al petto, mancanza di respiro. Da quando sono in gravidanza, la pressione si è abbassata, a volte 80/50, e sono svenuta una volta al supermercato (dopo lo svenimento la pressione era 73/60). A volte, ho anche tachicardia accompagnata da giramenti di testa. Visite cardiologiche, ecocardio e holter negativi (4 coppie di extra sopraventricolari). Per voi posso avere avuto una tachicardia ventricolare dato che mi girava la testa oltre alla tachicardia o è impossibile? Posso escludere gravi problemi al cuore?

Risposta

Buongiorno,
comincerei con il tranquillizzarti, non hai gravi problemi di cuore; una tachicardia ventricolare non è un'evenienza così frequente e di facile insorgenza, almeno non in un cuore altrimenti sano, come il tuo (fatto dimostrato dagli accertamenti ripetutamente negativi) e comunque avrebbe comportato una sintomatologia più impegnativa e creato una situazione più allarmante.

In gravidanza, si verificano modificazioni nell'assetto cardiocircolatorio che rendono più facile sia l'abbassamento della pressione arteriosa, soprattutto in alcune posture e in alcune condizioni funzionali, sia l'insorgenza di extrasistolia e tachicardia; la sensazione di non riuscire a respirare è legata essenzialmente alla frequenza cardiaca ed è tanto più evidente quanto più alta è la frequenza cardiaca.

Anche capogiri e vertigini hanno questa spiegazione, con l'aggravante dell'intervento dell'emotività. Nella peggiore delle ipotesi, possiamo supporre che gli stress (lavoro, fatica fisica, gravidanza) possano aver provocato l'insorgenza di una tachicardia non sinusale (legata al normale meccanismo di regolazione del ritmo regolare) bensì parossistica: una tachicardia parossistica sopravventricolare, legata cioè ad un particolare fenomeno di ripetizione di un'extrasistole; tale fenomeno, definito rientro elettrico, dà il via alla tachicardia. In tal caso, se si tratta di un episodio o pochi episodi isolati non si ritiene utile un trattamento antiaritmico, se gli episodi sono frequenti o ripetitivi si può prendere in considerazione un trattamento antiaritmico, magari con betabloccanti o calcioantagonisti come il Verapamil

Auguri
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Risposta a cura di
Dr. Claudio Valerio  Santini Medico Chirurgo
Dr. Claudio Valerio Santini
cardiologo
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