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Ansia nei bambini: cause, sintomi e soluzioni

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 31 Gennaio, 2024

Bambino agitato seduto con mani sul viso

L'ansia infantile può dipendere da moltissimi fattori, ma con quali sintomi si manifesta più comunemente e come riconoscerla? Ecco cosa sapere su questa condizione e le possibili soluzioni da adottare per il trattamento dell'ansia nei bambini.

Da cosa dipende l'ansia nei bambini?

L'ansia è, insieme alla paura, un'emozione molto comune, tanto negli adulti quanto nei bambini. 

Si tratta di un sentimento assolutamente normale che concorre a un fisiologico sviluppo della personalità nel bambino, tuttavia, quando è presente in forma sproporzionata alle circostanze che l'hanno scatenata, può accompagnarsi facilmente a sintomi fisici e compromettere la qualità della vita del bimbo

In genere i disturbi d'ansia sono caratterizzati dalla presenza di sentimenti d'angoscia, eccessive preoccupazioni e da un senso di paura o di minaccia incombente.

Sebbene non tutti i bambini sviluppino problematiche relative all'ansia, praticamente tutti hanno sperimentato nel corso della loro infanzia esperienze più o meno traumatizzanti, che hanno scatenato la loro vulnerabilità e un sentimento di impotenza di fronte ad avvenimenti percepiti come potenzialmente pericolosi. 

I disturbi d'ansia in età evolutiva sono molto diffusi ed è probabile che un bambino che ha sperimentato nella sua infanzia tale condizione avrà più possibilità da adulto di sviluppare fobie specifiche, ansia sociale, dipendenza da sostanze psicoattive o attacchi di panico.

Per quanto riguarda i fattori scatenanti dell'ansia infantile, i ricercatori hanno individuato tre cause principali:

  • l'ereditarietà genetica;
  • il carattere del bambino;
  • i fattori ambientali che condizionano lo sviluppo del bambino.

La componente genetica ha un grande peso nel determinare sentimenti d'ansia nei bambini, tuttavia anche condizioni ambientali critiche possono peggiorare la gravità del disturbo. 

Genitori particolarmente apprensivi o bimbi che vivono una situazione scolastica eccessivamente competitiva o che sono vittime di bullismo hanno più probabilità di incorrere in disturbi ansiosi, così come chi presenta un temperamento molto timido, perfezionista o insicuro.

I sintomi dell'ansia nei bambini

L'ansia infantile può manifestarsi con una grande varietà di sintomi, fra cui i più comuni comprendono:

  • la messa in atto di strategie di evitamento: il bambino rifiuta di partecipare ad attività che prima lo divertivano e tende ad isolarsi;
  • il rifiuto della scuola, spesso addotto con motivazioni di tipo fisico (mal di pancia, mal di testa, etc.);
  • i frequenti capricci, scoppi d'ira immotivati;
  • l'incapacità di gestire la frustrazione;
  • la difficoltà a concentrarsi;
  • le alterazioni del ritmo sonno-veglia;
  • sintomi fisici e somatizzazioni, come ad esempio la gastrite, il dolore addominale, la nausea, l'aumento del battito cardiaco, il mal di testa, etc.;
  • le eccessive preoccupazioni per situazioni di poco conto;
  • la paura legata alle situazioni sociali nelle quali sono esposti al possibile giudizio degli altri;
  • la difficoltà a lasciare i genitori o l’abitazione;
  • il timore costante ed eccessivo che possa accadere qualcosa di brutto ai propri genitori;
  • gli incubi ricorrenti;
  • la comparsa di sintomi e malesseri fisici (veri o presunti) ogni volta che il bambino si deve allontanare da casa o dai genitori;
  • l'umore depresso e apatico;
  • le preoccupazioni eccessive riguardanti le prestazioni scolastiche o la salute;
  • le preoccupazioni eccessive riguardanti il verificarsi di eventi catastrofici o guerre;
  • la mancanza di fiducia in sé stessi;
  • le continue richieste di approvazione e di rassicurazione;
  • la tendenza ad evitare le nuove esperienze;
  • la procrastinazione;
  • la tendenza all’isolamento sociale.

Come può manifestarsi l'ansia nei bambini?

L'ansia infantile può manifestarsi con una grande varietà di sintomi fisici, mentre per quanto riguarda la classificazione dei disturbi messa a punto dalla ricerca clinica, essa può comprendere:

  • il disturbo d'ansia generalizzata: il bambino ansioso che soffre di disturbo d'ansia generalizzata manifesta preoccupazioni, angosce e paure sproporzionate alle reali circostanze per almeno sei mesi consecutivi. Tali sentimenti possono riguardare l'andamento scolastico, la salute dei genitori, i rapporti con i compagni e si esprimono spesso con la difficoltà ad addormentarsi, con l'irrequietezza, un'eccessiva irritabilità o, al contrario, con la difficoltà a inserirsi in contesti nuovi;
  • il disturbo d'ansia sociale: in genere questa condizione si caratterizza per l'incapacità di intrattenere normali relazioni sociali, soprattutto se esse si svolgono in pubblico. Il bambino può, ad esempio, avere paura di parlare in pubblico, di frequentare ambienti nuovi oppure di svolgere attività extrascolastiche;
  • il disturbo da ansia da separazione: si tratta di un disturbo molto comune che si esprime con l'estrema difficoltà del bambino a lasciare i propri genitori;
  • il disturbo di panico, che si manifesta con ripetuti e improvvisi attacchi di panico, i quali si accompagnano ai tipici sintomi fisici che li caratterizzano, come ad esempio l'accelerazione del battito cardiaco, la difficoltà a respirare, il tremore, l'eccessiva sudorazione e la nausea;
  • le fobie specifiche: le più comuni in età infantile sono l'agorafobia oppure la paura del buio;
  • il mutismo selettivo;
  • il disturbo post-traumatico da stress;
  • il disturbo ossessivo compulsivo.

Quando l'ansia nei bambini è fisiologica

Con il termine generico di ansia si intende uno stato di intensa preoccupazione e un senso di minaccia che grava sul soggetto; a differenza della paura, che costituisce la reazione fisica che insorge di fronte a un pericolo reale e ben specifico, l'ansia riguarda anche situazioni solo immaginate o irreali, tuttavia anch'essa rappresenta un'emozione importantissima per l'evoluzione della personalità.

L'ansia, infatti, alla pari della paura ci aiuta a mantenerci lontano dai pericoli, è utile quindi per la nostra sicurezza e la nostra incolumità, inoltre accompagna spesso i momenti più importanti della vita. 

In alcuni stadi dell'evoluzione infantile essa è addirittura fisiologica, come succede ad esempio nei primi tre anni di vita, quando il bambino sperimenta il primo allontanamento dalla madre, oppure quando ci si appresta a fare il proprio ingresso in una nuova scuola.

La paura di ferirsi, della morte oppure di alcuni insetti, rientrano all'interno della normalità, tuttavia quando questi timori diventano particolarmente invalidanti o quando provocano nel bambino un disagio eccessivo o la comparsa di strategie di evitamento, allora è il caso di prestarvi maggiore attenzione.

I disturbi d'ansia nei bambini dai 6 ai 10 anni

L'ansia nel bambino di età compresa tra i sei e i dieci anni si manifesta spesso con preoccupazioni eccessive legate all'ambiente scolastico. Proprio in questa fase, infatti, i bimbi sperimentano le prime richieste da parte della scuola e possono insorgere sentimenti di insicurezza e angoscia nei confronti della propria preparazione, dei compiti o nei rapporti con i compagni

Una bambina ansiosa, ad esempio, può esprimere le proprie difficoltà rifiutando di partecipare alle attività scolastiche, oppure non riuscendo a gestire l'alternanza tra le lezioni e le attività sportive.

Se tali problematiche nei bimbi più piccoli assumono spesso la forma di una regressione all'infanzia (magari con episodi di enuresi notturna o di eccessivo attaccamento verso i genitori), l'ansia nei bambini di 10 anni può già evidenziarsi con irritabilità, aggressività immotivata e violenza fisica o verbale

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Per quanto riguarda le problematiche che afferiscono all'ambiente scolastico, esse comprendono spesso:

  • l'eccessiva preoccupazione per le verifiche;
  • l'eccessiva ricerca di approvazione dell’insegnante;
  • la difficoltà a parlare di fronte alla classe;
  • il rifiuto di partecipare alle lezioni;
  • ritardi nell’ingresso a scuola;
  • difficoltà di concentrazione;
  • tendenza a evitare le difficoltà;
  • difficoltà a portare a termine i compiti assegnati;
  • vuoti di memoria;
  • rifiuto di giocare con i compagni ad alcuni giochi percepiti come pericolosi;
  • riluttanza nel voler sperimentare delle novità.

Le soluzioni per migliorare gli stati d'ansia nei bambini

L'ansia infantile è una condizione da non sottovalutare ed è importante che i genitori mettano in atto le strategie più utili per ridurne la portata. 

Tra quelle che è consigliabile adottare vi sono:

  • insegnare al bambino a monitorare il proprio stato d'animo, facendo in modo che riconosca le sue emozioni e che le possa esprimere in un contesto sicuro;
  • spiegare al bimbo come funzionano le distorsioni cognitive tipiche del pensiero ansioso;
  • insegnare le tecniche per trovare prove contro le proprie previsioni, basandosi soprattutto sulle esperienze passate;
  • mettere in discussione le conseguenze dell’evento temuto;
  • insegnare a generare dei pensieri calmanti basati su una valutazione realistica della realtà;
  • fornire delle tecniche di rilassamento;
  • favorire l'esposizione graduale verso le situazioni che provocano ansia.

È importante spiegare al bambino cos'è l'ansia e perché si manifesta, comunicando con parole semplici quelle che sono le funzioni di questo sentimento, inoltre occorre mantenere la calma e incoraggiare il bambino ad esprimere le proprie sensazioni, stando attenti a non incoraggiare degli atteggiamenti di eccessiva dipendenza.

Cosa possono fare i genitori di bambini ansiosi

I genitori di un bambino ansioso possono fare molto per migliorare la condizione del proprio figlio e per creare un ambiente sereno e accogliente in casa. 

È stato osservato che l'ansia infantile si manifesta con più frequenza in quei bimbi che vengono educati o con eccessivo rigore o, al contrario, in coloro che non ricevono un supporto emotivo sufficiente

Nel primo caso i genitori cercano di sminuire, di minimizzare o di criticare le emozioni dei più piccoli, con frequenti rimproveri o facendo passare l'idea che l'ansia sia un'emozione sbagliata che andrebbe sradicata.

Al contrario, i genitori eccessivamente permissivi accolgono i sentimenti negativi del figlio ma non sanno offrirgli un modo su come gestire tali sensazioni. Essi forniscono quindi conforto ma danno scarse indicazioni riguardo al comportamento da adottare e non insegnano ai bimbi a gestire le loro emozioni

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Come fare, quindi, per aiutare il proprio figlio a lavorare sull'ansia senza caderne vittima? 

Sicuramente è importante rimanere aperti all'ascolto, dimostrarsi presenti ed essere un punto di riferimento; poi, occorre far capre che l'ansia può essere una fedele compagna di crescita: questa emozione non va repressa, bensì va sperimentata, verbalizzata oppure espressa a livello grafico simbolico in modo che non diventi soverchiante.

Altre indicazioni di carattere pratico includono:

  • rassicurare il bimbo ansioso con parole affettuose;
  • ricoprire il ruolo di alleato e non di giudice;
  • aiutare ad esprimere le proprie emozioni;
  • porre limiti chiari e regole da seguire;
  • non colpevolizzare il bambino in sé, ma la violazione della regola;
  • non sostituirsi al bambino nell'elaborazione dell'emozione negativa.
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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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