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Come leggere (e quando fare) l’esame delle urine

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 03 Febbraio, 2021

Esame delle urine: come leggere l'esame

Ogni medico sa quanto è utile l’esame delle urine, e lo richiede sia nella routine clinica (per valutare periodicamente la salute del paziente) sia a fini diagnostici. L’urina, infatti, è un liquido a composizione ampiamente variabile contenente un gran numero di molecole, che rappresentano i prodotti finali di diversi metabolismi (normali e patologici).

Con l’analisi delle urine si ottengono le più svariate informazioni su funzionalità renale, presenza di alterazioni e infezioni delle vie urinarie, eliminazione di farmaci, sostanze tossiche e metaboliti di diverso tipo. Inoltre, su specifica richiesta del medico, esso può fornire altre informazioni andando a dosare specifiche sostanze.

L’esame completo delle urine è un esame biochimico-fisico e microscopico, ovvero comprende l’analisi di diversi parametri fisici, chimici e biologici dell’urina. Una volta ritirato il referto del laboratorio, ovviamente, è necessario portarlo in visione al medico per l’opportuna valutazione. Tuttavia, consci del fatto che la curiosità di capire il referto è grande, proviamo a dare risposta a qualche domanda comune che può sopraggiungere quando lo leggiamo.

Quando fare l’esame delle urine

Il test delle urine è un classico esame di routine, prescritto di norma dal medico di famiglia (o dal pediatra) per indagare lo stato di salute generale e poter rivelare l’eventuale presenza di disturbi come infezioni del tratto urinario, problemi renali, calcolosi, diabete. In linea generale, l’esame delle urine viene prescritta per:

  • Monitorare le condizioni di salute anche in assenza di sintomi, in accoppiata con gli esami del sangue.
  • Accertare o escludere un concepimento.
  • Qualora sia in corso una gravidanza, per monitorare il buon andamento della gestazione durante tutti i nove mesi.
  • Nella fase di preparazione per un intervento chirurgico, così come in fase di dimissioni dopo un ricovero ospedaliero.
  • Diagnosticare una condizione medica specifica (dolore addominale, mal di reni, bruciore e fastidio durante la minzione, difficoltà ad urinare).
  • Monitorare una condizione patologica cronica o acuta (diabete, infezione renale o urinaria, malattie della prostata, calcolosi).

Ma come leggere l’esame delle urine?

Le caratteristiche fisiche dell’urina

Colore, trasparenza, odore, volume e peso specifico sono caratteristiche fisiche dell’urina utili per dare una prima indicazione sullo stato di salute. In particolare:

  • Colore dell’urina – Il colore tipico delle urine è il giallo paglierino, e queste dovrebbero essere limpide. Qualsiasi variazione di colore è associabile a specifiche cause, non necessariamente patologiche. Per esempio, le urine rosse possono indicare la presenza di emoglobina (cioè tracce di sangue), ma potrebbero anche essere banalmente dovute all’assunzione di barbabietole. Le urine scure / marroni possono essere causate dalla presenza di bilirubina o essere l’effetto dell’assunzione di alcuni farmaci. Allo stesso modo, le urine giallo oro possono essere causate da un eccesso di vitamina B2 o dall’assunzione di alcuni farmaci. Le urine tendenti al verde possono essere causate da infezione, ma è anche possibile che la raccolta del campione non sia avvenuta nel modo giusto. Lasciare le urine esposte all’aria per troppo tempo, infatti, le rende verdastre.
  • Odore – L’odore delle urine normali è caratteristico, e le sue variazioni possono essere associate allo stato d’idratazione del soggetto, al consumo di particolari alimenti (per esempio gli asparagi) o a patologie (per esempio l’odore di ammoniaca tipico delle infezioni causate dal batterio Pseudomonas, o l’odore di sciroppo d’acero tipico della “malattia delle urine a sciroppo d’acero”). Urine maleodoranti in modo eccessivo dovrebbero, comunque, mettere in allarme.
  • Densità – La densità dell’urina è generalmente compresa tra 1010 e 1030. Valori inferiori possono essere associati ad alterazioni della funzionalità renale o ad un introito eccessivo di liquidi, mentre valori alti possono essere associati a condizioni di disidratazione o a patologie cardiache o endocrine.

Le caratteristiche biochimiche dell’urina

Tra le caratteristiche chimiche dell’urina troviamo il pH (parametro che indica l’acidità) e la concentrazione di diverse molecole come proteine, glucosio, corpi chetonici, emoglobina, bilirubina e nitriti.

  • Proteine – Le proteine nelle urine non dovrebbero mai superare un certo limite fisiologico, ma l’eventuale eccesso può essere spiegato da diverse ragioni e non occorre allarmarsi. Sebbene sia vero che la proteinuria (proteine in eccesso nell’urina) possa essere indicativa di danno renale, occorre prima di tutto stabilire se è transitoria o meno. Infatti, un eccesso di proteine può essere transitoriamente causato dalla febbre, dallo stress o dall’attività fisica intensa. Negli adolescenti, poi, esiste anche la possibilità che la proteinuria sia causata dalla posizione eretta. Nei casi di proteinuria persistente, invece, il medico approfondirà la situazione per valutare le possibili cause.
  • Glucosio – L’eccesso di glucosio nelle urine (sopra 170-180 mg/dL), invece, induce il medico a sospettare che il soggetto sia affetto da diabete mellito.
  • Corpi chetonici – Sempre riguardo il metabolismo glicemico, nelle urine si possono dosare i corpi chetonici. Sono sostanze prodotte dal fegato, normalmente presenti nel sangue a bassi livelli, che aumentano in alcune condizioni sia fisiologiche sia patologiche (digiuno, vomito, febbre, diabete).
  • Emoglobina e bilirubina – Se nelle urine vengono riscontrate emoglobina e bilirubina vuol dire che è presente del sangue, che normalmente dovrebbe essere assente. Basse quantità di sangue nelle urine non hanno però alcun significato patologico.
  • Nitriti – I nitriti, infine, rappresentano i prodotti di scarto del metabolismo degli alimenti: una loro concentrazione eccessiva potrebbe indurre il sospetto di infezione delle vie urinarie.

L’esame microscopico delle urine

Con l’esame microscopico delle urine si può rilevare la presenza di cellule quali globuli bianchi, globuli rossi, cellule epiteliali e di sali e cristalli.

  • Globuli bianchi e globuli rossi – Pochi globuli bianchi e globuli rossi nelle urine non hanno alcun significato clinico, soprattutto nelle donne. La presenza di ammassi di globuli bianchi o un eccesso di emazie nelle urine, invece, è generalmente associata a processi infiammatori in atto (per esempio cistite, prostatite, uretrite), a infezioni o altre patologie a carico dell’apparato urinario o di altri apparati e sistemi.
  • Cellule epiteliali – Le cellule epiteliali, invece, provengono dallo sfaldamento della mucosa delle basse vie urinarie o anche dell’epitelio vaginale o uretrale. Una quantità elevata, però, può far sospettare un’infezione delle vie urinarie.
  • Sali e cristalli – Infine, i sali e i cristalli in quantità consistente sono collegati alla densità e al pH delle urine e la presenza di una grande quantità di cristalli dello stesso tipo orienta il medico verso la diagnosi di calcolosi.
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Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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