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Cosa mangiare se si ha la ferritina alta?

Cosa posso mangiare avendo la ferritina alta?

Risposta

Buongiorno,

innanzitutto, vorrei presentarti diversi spunti che spero ti aiuteranno nel risolvere questo problema, essendo la ferritina (in concentrazioni elevate) una proteina dannosa per il nostro organismo.

Elevati valori di ferritina possono dipendere da diverse cause:

Ti riconosci in qualcuna di queste opzioni? Tieni presente che l'alimentazione può aiutare solo parzialmente ed è particolarmente importante solo per quanto riguarda i disturbi al metabolismo ed all'elevata assunzione di ferro con alimenti. Ne consegue che, prima di tutto, sarebbe ottimale valutare diversi fattori che possano chiarire il quadro generale.

Il mio consiglio è di valutare innanzitutto la saturazione della transferrina nel sangue (questo valore ci suggerisce se c'è un sovraccarico di ferro); altri esami importanti sono la VES o PCR per indici infiammatori per escludere la presenza di infiammazioni acute o croniche, infezioni o neoplasie; per valutare lo stato di salute del fegato, bisogna controllare i valori delle transaminasi, si può valutare se fare analisi più specifiche per l'organo.

Nelle analisi che tu hai fatto, immagino, sarà stato effettuato anche il controllo di colesterolo, trigliceridi, glicemia, uricemia: questi valori, insieme ad un aumento di peso o una situazione di sovrappeso, possono indirizzare verso una diagnosi di sovraccarico di ferro associato agli stati dismetabolici che possono essere corretti con alimentazione e stile di vita.

Infine, se nessuna di queste caratteristiche ti rispecchia, puoi valutare l'analisi genetica per mutazioni a carico del gene HFE.

Parlando più strettamente di alimenti, il suggerimento in questo caso è di limitare le fonti di ferro, ovvero la carne. Il ferro è contenuto in maniera rilevante in alimenti anche di origine vegetale, ma in essi il suo assorbimento è decisamente sfavorito rispetto al ferro di origine animale, ferro EME. L'assorbimento di ferro aumenta quando i prodotti di origine vegetale sono assunti insieme a fonti di vitamina C, che, modificandone lo stato ossidativo, lo rende più biodisponibile con conseguente aumento dell'assorbimento.

Vediamo alcuni alimenti, in ordine per contenuto di ferro decrescente:

  • milza di bovino
  • fegato di suino
  • cacao amaro in polvere
  • crusca di frumento
  • fagioli borlotti secchi
  • fegato bovino ed equino
  • fagioli bianchi secchi (cannellini e dall'occhio)
  • lenticchie secche
  • radicchio verde
  • pistacchi e anacardi
  • soia
  • polmone di bovino
  • ceci secchi
  • uova
  • cozze
  • pesci come scorfano e mormora
  • lupini
  • fiocchi di avena
  • rucola
  • cioccolato fondente
  • fave secche sgusciate
  • pisell
  • caffè tostato
  • spigola, occhiata, pagello
  • grano saraceno
  • frumento
  • miglio
  • olive, nocciole e arachidi
  • agnello
  • spinaci
  • alici e acciughe fresche
  • pane di segale o integrale
  • bresaola
  • vitello e bovino adulto
  • merluzzo, tonno e sgombro conservati
  • mortadella, coppa e salame
  • gamberi, polpo e sarde
  • carne di maiale, di pollo e tacchino
  • varietà di verdure, e frutta.
Come emerge leggendo questa lista, gli alimenti di origine animale più ricchi di ferro sono le interiora, che sono comunemente poco consumate, e il quale consumo andrebbe assolutamente ridotto se non eliminato, almeno all'inizio della terapia dietetica. Nonostante le carni siano in fondo alla lista, quindi contengano molto meno ferro dei legumi secchi, di alcuni semi e verdure, bisogna tenere presente che il ferro contenuto in esse viene assorbito al 100%, cosa che non avviene invece quando si assume ferro da fonti vegetali che viene assorbito in minima parte.

Ne consegue che, seppur la concentrazione di ferro sia minore, in termini di ferro biodisponibile, le carni sono la fonte privilegiata. Bisogna inoltre tenere presente che negli alimenti di origine vegetale, specialmente legumi, cereali integrali e verdure tipo gli spinaci, ci sono delle sostanze, i fitati, che riducono notevolmente l'assorbimento del ferro, quindi in termini di assunzione di ferro, si ha un ulteriore ribasso.

Prima di ridurre l'assunzione di ferro, è assolutamente necessario accertarsi delle cause dell'iperferritinemia, infatti se esse non sono riconducibili all'alimentazione si rischia di andare a creare un danno ai tessuti che necessitano di ferro.

Bisogna inoltre considerare la concomitanza di altre situazioni (ad esempio, disturbi del metabolismo) prima di variare la dieta di propria iniziativa. Una volta appurato che la causa sia esclusivamente un eccesso di assunzione di ferro, si può agire modificando la dieta settimanale e avendo alcuni accorgimenti: consumare: 4 pasti a base di legumi (porzioni da 70 grammi da secchi, circa 220 già cotti); 2 porzioni di carne, preferibilmente bianca; 3 porzioni di pesce; alternare come fonte di carboidrati i diversi cereali e pseudocereali preferibilmente integrali: pasta, orzo, farro, riso, miglio, quinoa, amaranto, grano saraceno; i formaggi si possono mangiare "tranquillamente" tenendo presente che andrebbero consumati non più di 2-2 volte a settimana e preferibilmente quelli freschi; le uova intere possono essere consumate da 2 a 4 a settimana, a patto che si escludano gli alimenti contenenti uova, specialmente in polvere (biscotti, merendine, prodotti confezionati); lo yogurt, specialmente bianco magro, può essere consumato quotidianamente; fare in modo che in tutti i pasti ci siano fonti di fibre (verdure come ad esempio lattuga, zucchine, broccoli); consumare solo pane da farine integrali, controllando che la farina integrale sia il primo ingrediente della lista; limitare il consumo di fonti di vitamina C insieme ad alimenti ricchi di ferro: legumi, spinaci, biete, barbabietole, rucola; evitare o limitare al minimo il consumo di salumi.

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Risposta a cura di
Dr.ssa Michela Pacifico Nutrizionista
Dr.ssa Michela Pacifico
nutrizionista
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