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Fumare in allattamento: quali sono i rischi?

Elena Turrini

Ultimo aggiornamento – 22 Agosto, 2023

Si può fumare in allattamento?

Durante l’allattamento, la salute della madre e quella del bambino sono di primaria importanza, per questo è importante che la donna metta in atto tutte le dovute precauzioni per evitare che la salute di entrambi venga compromessa. Il fumo in allattamento (e in gravidanza) è una delle abitudini che l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) consiglia di interrompere il prima possibile.

Infatti, sono numerose le prove a sostegno del fatto che l'uso costante del tabacco durante l'allattamento incrementa le possibilità di molteplici complicanze nei neonati.

In questo articolo analizziamo nel dettaglio i rischi associati al fumo in allattamento e l'impatto che può avere sulla salute del bambino, sia a breve che a lungo termine.

Fumare in allattamento: cosa comporta?

Il latte materno rappresenta un nutrimento prezioso e fondamentale per il neonato durante i primi mesi di vita e la sua formulazione è calibrata per fornire tutte le sostanze essenziali per una crescita sana. Va però considerato che tutto ciò che la madre ingerisce  e che passa nel circolo sanguigno può influenzare la composizione del latte, mettendo a rischio il benessere e lo sviluppo del bambino.

Il fumo di sigaretta contiene oltre 5.000 composti chimici, di cui almeno 50 sono noti per essere agenti sicuramente cancerogeni. Quando una madre fumatrice allatta, queste sostanze entrano nel suo organismo e possiamo ritrovare in minime quantità anche nel latte materno perché sono stostanze che entrano nel nostro circolo sanguigno. .

Ecco quindi che il bambino che assume il latte attraverso il seno, è esposto a tali componenti chimici che possono influenzare negativamente il suo sviluppo.

I ricercatori hanno stabilito che i rischi per il bambino legati al fumo durante l'allattamento, sono:

  • Disturbi del sonno e alterazioni del ritmo sonno-veglia.
  • Ritardo nella crescita.
  • Riduzione delle difese immunitarie.
  • Danni al fegato, ai polmoni e al pancreas.
  • Stress ossidativo intracellulare.
  • Riduzione della tolleranza al glucosio.
  • Disturbi gastrointestinali.
  • Fenomeni allergici (asma e riniti).
  • Sovrappeso e obesità.
  • Problematiche alla tiroide.
  • Alterazioni del comportamento.
  • Alterazioni del metabolismo glucidico.
  • Disturbi di natura respiratoria (sia scuti che cronici).
  • Aumentata probabilità di sviluppare dipendenze in età adulta (dovuta alla presenza di nicotina nel latte materno).
  • Aumento del rischio di morte improvvisa.
  • Rischio aumentato di sviluppare neoplasie in età adulta.

Riduzione del latte materno

Quando una donna in allattamento fuma, si può assistere ad una riduzione della qualità e della quantità del latte prodotto. La causa di questo è dovuta alla presenza di nicotina, una sostanza che esercita un effetto inibente sulla prolattina (l’ormone che influenza la produzione di latte materno da parte della ghiandola mammaria).

Donna parla con medico

La comunità scientifica è concorde nello stabilire che questo effetto risulta potenziato se la donna fuma più di dieci sigarette al giorno.

Peso corporeo del bambino

Un bambino allattato al seno da una madre fumatrice, potrebbe mostrare un rallentamento della crescita con conseguente compromissione dell’aumento ponderale.

Rischio di malattie respiratorie nel bambino

Uno dei rischi principali del fumo in allattamento riguarda le malattie respiratorie che possono colpire il bambino. Infatti, i neonati esposti al fumo di sigaretta durante l'allattamento hanno un rischio aumentato di sviluppare infezioni dell'apparato respiratorio superiore e inferiore, come bronchitipolmonitibronchioliti e infezioni all’orecchio. 

Secondo una valutazione dell'OMS, i bambini di madri che fumano presentano un rischio aumentato del 70% di contrarre infezioni delle vie respiratorie inferiori, rispetto ai figli di madri non fumatrici.

Impatto sul sistema immunitario del bambino

Il sistema immunitario dei neonati è ancora in via di sviluppo e pertanto risulta più suscettibile agli effetti negativi del fumo di sigaretta. Il fumo in allattamento può compromettere questo delicato equilibrio immunitario, rendendolo più vulnerabile alle infezioni.

Infatti, i bambini esposti al fumo possono avere un'incidenza più elevata di malattie come asma, bronchiolite e allergie, oltre al rischio di sviluppare malattie croniche autoimmuni in età adulta.

Problemi di sviluppo e salute a lungo termine

Oltre agli effetti immediati sul sistema respiratorio e immunitario, il fumo in allattamento può avere conseguenze a lungo termine sullo sviluppo e sulla salute del bambino. La comunità medica ha confermato una correlazione tra il fumo in allattamento e una varietà di disturbi comportamentali portando i bambini allattati al seno da mamme fumatrici ad essere più suscettibili a problemi di sviluppo del linguaggio, mostrare difficoltà di apprendimento, disturbi dell'attenzioneiperattività.

Un ulteriore considerazione va fatta per quanto riguarda gli effetti cancerogeni a lungo termine connessi al consumo abituale ed intenso del tabacco durante l'allattamento.

Pare infatti che i bambini esposti al tabacco durante il periodo dell’allattamento, abbiano più probabilità di andare incontro allo sviluppo di neoplasie in età adulta. 

Sovrappeso e obesità nell'infanzia e in età adulta

Un altro rischio per la salute del bambino legato all'allattamento da parte di una madre che fuma è rappresentato da un maggiore rischio di sovrappeso e obesità in età infantile o adulta.

Infatti i bambini esposti al fumo passivo hanno livelli più elevati di insulina circolante ed una maggiore tendenza ad accumulare grasso corporeo rispetto a quelli non esposti.

Gli effetti del fumo passivo in allattamento

La presenza di nicotina e delle sostanze derivanti dalla combustione, unite agli additivi presenti nelle sigarette, costituiscono una potenziale minaccia per la salute del bambino sia attraverso l'esposizione tramite il latte materno, ma anche tramite la via passiva e quella del cosiddetto “fumo di terza mano”.

Quest’ultimo è pericoloso perché i residui tossici possono depositarsi sulla pelle, sui capelli, sui vestiti e sulle superfici circostanti e il bambino può entrare in contatto con tali sostanze semplicemente toccando la madre o sostando negli ambienti in cui si è fumato.

Ecco perché alle madri fumatrici è consigliato lavarsi sempre le mani prima di toccare il piccolo, cambiarsi frequentemente e coprire il capo con un cappello quando si fuma per evitare che i capelli si impregnino di sostanze nocive con le quali il piccolo può venire a contatto mentre viene cullato.

Come smettere di fumare durante l'allattamento

A causa dell’elevato potere di dipendenza esercitato dalla nicotina, smettere di fumare può non essere semplice, soprattutto durante il periodo post-partum, in cui la donna può accusare stress, privazione del sonno e preoccupazioni connesse alla maternità e pertanto essere più portata a cedere al vizio.

In questi casi, l'utilizzo di cerotti o chewing-gum a base di nicotina può rivelarsi una valida alternativa, ma deve essere una scelta presa in accordo con il proprio medico che saprà dare le indicazioni corrette in merito all’utilizzo di questi dispositivi dissuasori.

Esiste poi, la via del supporto assistenziale tramite programmi specifici per le donne fumatrici in gravidanza e allattamento. In questi incontri, è possibile ricevere consigli pratici, suggerimenti sulle terapie di sostituzione della nicotina e un supporto emotivo per aiutare la donna a smettere di fumare in modo sicuro ed efficace.

Precauzioni utili per proteggere il bambino

Nel caso in cui non si riesca a rinunciare alle sigarette, ci sono comunque delle precauzioni che, se messe in pratica, possono in qualche modo minimizzare i rischi:

  • Limitare il consumo giornaliero di sigarette ad un massimo di 10.
  • Prima di allattare, attendere almeno 90 minuti dopo aver fumato una sigaretta.
  • Cercare di proteggere il più possibile il piccolo dal fumo passivo e dal contatto con le sostanze provenienti dalla combustione (cosiddetto fumo di terza mano).

Anche se la donna dovesse decidere di continuare a fumare e allattare, in linea general si  sconsiglia l’abbandono dell’allattamento naturale perché si pensa che gli effetti nocivi del fumo (a patto che la donna fumi un numero limitato di sigarette) possano essere compensati dai benefici del latte materno.

Tuttavia, se la quantità di sigarette dovesse essere elevata, vale la pena chiedere un consiglio a gli esperti in allattamento e valutare insieme le varie opzioni . I prodotti reperibili sul mercato sono addizionati con fonti che assicurano al neonato l’introito nutrizionale e il supporto immunologico necessari anche se la fonte di nutrimento non è quella naturale.

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Elena Turrini
Scritto da Elena Turrini

Web Content Editor e SEO Copywriter, laureata in Economia e specializzata in Neurocopywriting e Storytelling aziendale. Negli anni ha coltivato la sua passione nei confronti della salute e della scienza frequentando vari corsi.

a cura di Letizia Samantha Zeverino
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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in Post parto

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