Infarto nel cane: cause, sintomi e prevenzione

Dr. Luca Buosi Medico Veterinario
Redatto scientificamente da Dr. Luca Buosi, Medico Veterinario |
A cura di Anna Nascimben

Data articolo – 08 Aprile, 2024

Cane rannicchiato in una cuccia

È possibile prevedere l'infarto nel cane? Quali sono i sintomi di una possibile malattia cardiovascolare in questo animale e quali le principali cause che la determinano? 

Ecco tutto quello che c'è da sapere.

Cause dell'infarto nel cane

Le patologie dell'apparato cardiovascolare, attacchi di cuore compresi, non sono una prerogativa dell'essere umano, ma possono purtroppo riguardare anche i cani

L'attacco cardiaco, come sarebbe più appropriato definire l'infarto, può infatti riguardare un'ampia categoria di esemplari canini, anche se esso è comunque un'eventualità molto più comune nei soggetti anziani.

Ciò che è importante ricordare è che l'infarto del cane è quasi sempre una conseguenza di una patologia preesistente, che può anche non essere direttamente collegata al cuore. 

Diabete, insufficienza renale o epatica, possono, ad esempio, rendere molto più probabile che l'animale possa andare incontro a una “crisi cardiaca” generale.

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Tra le cause più comuni che possono predisporre il cane a un infarto troviamo:

  • problemi di circolazione;
  • patologie dell'apparato respiratorio;
  • malformazioni presenti fin dalla nascita;
  • ipertrofia cardiaca;
  • difetti alle valvole cardiache;
  • colpo di calore

I sintomi dell'infarto nel cane

Non è sempre semplice riconoscere tempestivamente i segnali che preannunciano un infarto nel cane, tuttavia uno degli indicatori fondamentali per assicurarsi circa lo stato di salute dell'animale è il battito cardiaco, che può rivelare numerose informazioni utili.

Non a caso la rilevazione della frequenza cardiaca è uno dei primi esami che il veterinario esegue durante una visita, visto che una sua alterazione dovrebbe già predisporre il padrone sull'attenti. 

Se si sospetta un problema a livello cardiaco, è possibile anche effettuare questa misurazione da soli: in questo caso occorrerà individuare la vena collocata sulla zampa dell'animale, più precisamente nella zona compresa tra quest'ultima e la panica lungo il femore il primo osso che della gamba che si sente.

Se le pulsazioni rientrano in una condizione di normalità si può stare ragionevolmente tranquilli, mentre se si nota un battito accelerato o discontinuo, è opportuno contattare  il veterinario se insieme a questo, l’animale inizia a barcollare e non rispondere.

Altri sintomi che dovrebbero immediatamente allarmare i padroni in quanto possibili segnali preventivi di infarto nel cane sono:

  • bassa tolleranza nei confronti degli sforzi, ovvero il cane appare debole e sofferente;
  • difficoltà a respirare;
  • alterazioni del battito cardiaco;
  • difficoltà a rimanere in posizione eretta sulle zampe;
  • difficoltà a camminare, visto che gli arti anteriori diventano molto rigidi;
  • nausea e vomito;
  • sincope;
  • colorazione bluastra delle mucose;
  • tosse prolungata, soprattutto notturna;
  • aumento anomalo della salivazione;
  • sete eccessiva;
  • vertigini o episodi di svenimento;
  • letargia;
  • alterazioni nella coordinazione motoria;
  • sguardo vacuo e assente;
  • gengive che diventano bianche o blu;
  • impossibilità a controllare gli stimoli a urinare o defecare;
  • convulsioni;
  • stato di incoscienza.

Nei casi più gravi e fulminanti l'attacco cardiaco può, proprio come avviene nell'essere umano, provocare la morte improvvisa dell'animale.

Come prevenire l'infarto del cane

Per prevenire le malattie cardiovascolari nei cani è opportuno, esattamente come viene consigliato per l'essere umano, prevedere una certa quantità fisica da praticare tutti i giorni

Passeggiate e giochi dovrebbero far parte della routine del proprio animale domestico, così come una dieta adeguata.

In presenza di un cane anziano o che in passato ha già sofferto di malattie cardiache, di malformazioni congeniti o di altri tipi di patologia (come ad esempio il diabete), è opportuno fissare regolari controlli dal veterinario e tenere sempre monitorata la sua frequenza cardiaca e la sua funzionalità tramite eco cardio.

È opportuno tenere presente, comunque, che alcune razze di cane sono geneticamente più predisposte a soffrire di malattie cardiache, in particolare se si tratta di animali di grossa taglia.

L'insufficienza cardiaca nel cane

Tra le patologie che riguardano l'apparato cardiovascolare del cane, la più comune è l'insufficienza cardiaca, la quale si verifica quando il cuore dell'animale non è più capace (o è meno capace) di pompare il sangue nei vari distretti corporei. 

L'insufficienza cardiaca, che può essere monolaterale o bilaterale, è una condizione maggiormente frequente negli esemplari anziani, mentre è molto più raro incontrarla nei cani giovani.

Spesso la causa alla base dell'insufficienza cardiaca è un difetto nella chiusura delle valvole che mettono in comunicazione le camere cardiache tra di loro o con i grossi vasi, piuttosto che un'infezione, una degenerazione del miocardio o una neoplasia

La diagnosi di patologia cardiaca si effettua sottoponendo il cane a un'indagine radiografico al torace oppure all'elettrocardiogramma (esame che serve per valutare l'attività del cuore) o all'ecocardiografia.

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Per quanto riguarda il trattamento di una condizione come quella dell'insufficienza cardiaca, nei casi più gravi e in veste di episodio di crisi acuta è necessario trasportare immediatamente il cane presso un ospedale veterinario, dove verrà somministrata una terapia a base di ossigeno e farmaci specifici.


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Una volta che l'animale si sarà ripreso e che avrà superato la crisi, sarà possibile impostare una terapia più a lungo termine, la quale si basa essenzialmente sulla somministrazione di medicinali volti a supportare l'attività cardiaca e sull'effettuare controlli regolari dal veterinario che hanno come obiettivo quello di tenere sotto controllo l'efficacia della cura.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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