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Meningite nel cane, come si riconosce?

Elena Turrini

Ultimo aggiornamento – 06 Settembre, 2023

Ecco come trattare la meningite nel cane

La meningite, patologia che solitamente associamo al genere umano, è una malattia diffusa anche tra i cani e per la quale è necessario un intervento tempestivo, per scongiurare eventuali complicanze.

Vediamo quali sono i sintomi, le cause e la terapia.

Cos’è la meningite nei cani

Nonostante la meningite nei cani sia una patologia piuttosto rara, questa si manifesta con più frequenza tra i cani più giovani e può colpire indistintamente tutte le razze, anche se alcune quali, carlino, bulldog francese, chihuaua, beagle, maltese e bovaro bernese, sono le più predisposte.

Questa malattia consiste in una infiammazione delle meningicioè le membrane che rivestono e proteggono gli organi del sistema nervoso centrale (cervello, tronco encefalico e cervelletto) e il midollo spinale.

Nonostante tra le varie forme di meningite del cane, vi sia anche qualche forma infettiva, non rappresenta un pericolo per l’uomo.

Tra le cause più frequenti vi sono infezioni (batteriche e fungine) e fattori di natura immunomediata, in quest'ultimo caso si parla appunto di meningite autoimmune nel cane. 

La diagnosi, così come l’intervento terapeutico deve assolutamente essere tempestivo perché questa patologia è molto insidiosa e complessa e, se non trattata nell’immediato, può provocare il decesso dell’animale.

Meningite nel cane: i sintomi

I sintomi della meningite nel cane sono diversi, a volte generici, alcuni dei quali sovrapponibili a quelli di una normale influenza e pertanto può capitare che se ne renda più complicato il riconoscimento.

Oltre alla variabilità dei sintomi di per sé, la diagnosi può risultare tardiva o difficoltosa dal momento che i cani, non potendosi esprimere a parole, non fanno trapelare una sintomatologia specifica, ma piuttosto un quadro generale di malessere.

Ecco quindi che non è sempre semplice diagnosticarla con velocità, rischiando che le conseguenze siano fatali.

Talvolta la malattia può fare la sua comparsa in maniera del tutto asintomatica nelle fasi inziali, per poi evolvere gradualmente manifestando segni più caratteristici. Altre volte, invece, si assiste da subito alla comparsa di un quadro sintomatologico importante.

Alcuni dei sintomi più comuni sono:

  • Febbre.
  • Dolore generalizzato.
  • Rigidità del collo.
  • Stanchezza e spossatezza.
  • Sonnolenza.
  • Vomito.
  • Inappetenza.
  • Atassia
  • Depressione

Quando la meningite si manifesta associata all’encefalite (che consiste in una infiammazione dell’encefalo) vi sono altri sintomi che fungono da campanello d’allarme, generalmente riguardanti il sistema nervoso centrale e che si presentano in concomitanza dei precedenti:

  • Dolore cervicale.
  • Rigidità muscolare.
  • Convulsioni.
  • Paralisi.
  • Riluttanza al movimento.
  • Andatura rigida.
  • Difficoltà di coordinazione.
  • Alterazione del comportamento.
  • Cecità.
  • Pressione bassa.
  • Iperestesia (sensibilità al tatto, al calore, alla luce ecc.).
  • Shock.
  • Alterazione del ritmo cardiaco (tachicardiabradicardia).
  • Perdita di coscienza.

Tipologie di meningite nel cane

Esistono varie forme di meningite, che si distinguono a seconda dell’agente eziologico che provoca la malattia.

Per procedere con ordine, la prima classificazione si fa considerando i due principali macrogruppi:

  • Meningite infettiva: la malattia può raggiungere il sistema nervoso centrale da genti quali batteri e virus.
  • Meningite non infettiva: non si conosce in modo certo la ragione che sta alla base di questa tipologia di meningite, ma tra le cause potrebbe esserci una reazione non controllata del sistema immunitario.

Cane con il suo padrone che sorride

Tra le sottocategorie di meningite ne esistono diverse, ma le più comuni sono le seguenti:

  • Meningite asettica: non è provocata da microorganismi (come batteri, virus, funghi o protozoi).
  • Meningite batterica: l’agente che causa malattia è un batterio.
  • Meningite virale: l’agente che causa malattia è un virus.
  • Meningite fungina: l’agente che causa malattia è un fungo e solitamente si manifesta quando vi è un’immunodepressione preesistente.
  • Meningite steroido-responsiva: è la tipologia più comune, e si contraddistingue per la risposta positiva agli steroidi.
  • Meningite protozoaria: provocata dai protozoi, microorganismi unicellulari
  • Meningoencefalite: una forma di meningite associata ad encefalite.

Tra le forme di meningite più gravi, non si può non menzionare la meningite fulminante, termine che non ne indica la causa, o la natura, ma la rapidità con la quale essa evolve. È un tipo di meningite che si presenta da subito molto grave e spesso degenera rapidamente sino al decesso entro 24-48 ore, frequente nel cucciolo, spesso tramite infezioni batteriche o virali.

Diagnosi della meningite del cane

La diagnosi di meningite viene fatta dal medico veterinario sulla base di alcune procedure.

Dapprima verrà eseguito un esame fisico, in cui viene valutato lo stato di salute generale del cane e l’entità dei sintomi presenti.

Poi si procederà con alcuni esami ematici, tra cui:  

  • Ematocrito.
  • Analisi delle urine.
  • Profilo biochimico completo, per valutare la funzionalità dei diversi organi, reni, fegato, cuore, ecc.

Una volta che le analisi sopracitate dovessero risultare predittive di meningite, il veterinario procederà con altri esami:

  • CSF: prelievo di liquido cerebrospinale, tramite l’inserimento di un ago tra le vertebre del cane
  • Risonanza magnetica al cervello.
  • TC, tomografia computerizzata al cervello.

Nel caso in cui tutti gli esami forniscano un quadro sovrapponibile con quello di meningite, a questo punto, risulta fondamentale capire la tipologia di meningite e l’agente che ne ha determinato la causa, al fine di procedere con una terapia mirata.

Spesso con la CSF si riesce a comprendere anche da quale categoria di meningite è affetto il cane e quindi anche la causa che ha portato la malattia.

Terapia e prognosi

Considerata la generalità dei sintomi, capita di frequente che il cane venga portato dal veterinario quando la malattia è già evoluta verso la fase più critica. In questi casi, l’animale subirà immediatamente un trattamento aggressivo, durante il quale il veterinario monitorerà la risposta neurologica, per comprendere se la terapia è efficace o meno.

Qualora si tratti di meningite batterica o protozoaria, il trattamento idoneo è a base di antibiotici, che inizialmente potranno essere ad ampio spettro (cioè idonei a combattere una moltitudine di batteri differenti), per poi indirizzarsi verso una terapia antibiotica più specifica una volta individuato il batterio responsabile.

L’isolamento del batterio che ha causato la malattia viene fatta, solitamente tramite l’analisi del liquido cerebrospinale.

Per quanto riguarda la meningite virale invece, non esiste una cura specifica, ma la terapia sarà quella di supporto, ovvero medicinali antinfiammatori e antidolorifici e somministrazione di liquidi.

La meningite steroido-responsiva, viene invece trattata con cortisone , introdotto quantità gradualmente decrescenti. Il trattamento con corticosteroidi potrebbe anche essere prescritto come terapia di mantenimento a lungo termine per scongiurare recidive.

La prognosi dipende molto dal tipo di meningite e dall’agente che l’ha provocata. In ogni caso, alcune forme, come quella steroido-responsiva, sono meno gravi di altre.

Data l’aggressività generale della malattia, nonostante spesso la terapia venga mantenuta per un lungo periodo, non sempre è efficace e porta i risultati sperati, infatti, circa un terzo ( a volte di più) dei cani che hanno contratto la meningite, purtroppo non risponde alla terapia, e pertanto, in questi casi, la prognosi è sfavorevole.

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Elena Turrini
Scritto da Elena Turrini

Web Content Editor e SEO Copywriter, laureata in Economia e specializzata in Neurocopywriting e Storytelling aziendale. Negli anni ha coltivato la sua passione nei confronti della salute e della scienza frequentando vari corsi.

a cura di Dr. Luca Buosi
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