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Elettroshock

Psichiatria
Elettroshock

Che cos'è l'elettroshock?

Conosciuto anche con il nome di terapia elettroconvulsivante, TEC ed ECT l’elettroshock è un terapia nata nel 1938, che usa la corrente elettrica sul cervello umano come trattamento contro le convulsioni e i problemi psichiatrici.

Come si effettua un elettroshock?

L'elettroshock si effettua mediante l'applicazione sul cranio di corrente elettrica alternata di breve durata, in modo tale da provocare perdita di coscienza nel soggetto e spasmo muscolare. A ciò segue una breve fase di rilassamento muscolare e una crisi convulsiva.

Quali sono i possibili effetti collaterali dell'elettroshock?

I possibili effetti collaterali dell'elettroshock sono confusione e perdita della memoria degli eventi prossimi al periodo del trattamento. Entrambi gli effetti scompaiono generalmente nell'arco di un'ora dal risveglio.

In quali casi si ricorre all'elettroshock?

Studi americani ne hanno dimostrato l’efficacia:

  • Nel caso di depressione grave, quando si corre rischio di suicidi e si dimostra più efficace rispetto ai tradizionali trattamenti a base di farmaci.
  • Nei casi in cui la depressione non può essere trattata con farmaci.
  • Nel caso di episodi maniacali e mistici acuti.
  • Nel caso di sindromi schizofreniche.
  • Nel caso di disturbi gravi dell’umore, quando sia presente demenza, AIDS, Parkinson, epilessia resistente, sindrome maligna da neurolettici
  • Non è adatto invece nel caso di depressioni nevrotiche, disturbi d’ansia e altre malattie mentali. 

Quando non si deve praticare l’elettroshock?

Esiste una sola controindicazione a questa tecnica, che non va usata in pazienti che soffrono di ipertensione intracranica

L’elettroshock può essere praticato sui bambini?

Sì, infatti non ci sono controindicazioni legate all’età.

Come agisce l’elettroshock?

Si crede che vada a correggere le anomalie biochimiche che portano a gravi depressioni. Inizialmente si ha una deplezione dei neurotrasmettitori che vanno a stimolare i neuroni che ripristinano i neurotrasmettitori liberati durante le crisi. Va a lavorare anche sulla stimolazione dei fattori di crescita neuronale. 

Quante sedute sono necessarie per vedere un risultato?

Di solito, il numero di sedute che servono per avere dei risultati variano da un minimo di 6 ad un massimo di 12. Si somministrano 2 giorni a settimana. I primi benefici si notano dopo due o tre sedute, ma ne sono necessarie almeno sei per consolidare i risultati.

Quali sono gli effetti collaterali dell’elettroshock?

Di norma il trattamento è ben tollerato. Si possono però presentare:

Questi disturbi scompaiono in poche ore. Più lenti a scomparire sono:

  • Disturbi di memoria
  • Amnesia anterograda e retrograda

Come ci si prepara?

Si inizia spiegando al paziente di che cosa si tratta. Dopo aver firmato il consenso informato si procede con analisi del sangue, visita cardiologica e visita anestesiologica.

Si procede poi con la riduzione o sospensione (soprattutto nel caso di IMAO e anticoagulanti) della somministrazione di farmaci. Dalla mezzanotte del giorno precedente all’intervento non si può né bere né mangiare.

Come si pratica l’elettroshock?

Una volta in sala lo psichiatra deciderà potenza e posizionamento degli elettrodi e dopo aver fatto anestetizzare il paziente somministrerà l’impulso elettrico. Dopo circa un’ora il paziente è lucido e pronto per tornare a casa.

Elena Tamussi
Elena Tamussi
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