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Esiste la tecnica percutanea nella malattia valvolare?

Esiste una tecnica percutanea nella malattia valvolare e in cosa consiste?

Risposta

Le patologie che coinvolgono le valvole cardiache danno origine ad un ampio spettro di malattie. A seconda della gravità, alcune sono meritevoli solo di periodici controlli, altre richiedono interventi di sostituzione o riparazione chirurgica anche urgenti.

I sintomi di una malattia valvolare possono comparire improvvisamente (in genere, quando si ha un danno valvolare improvviso da parte di un processo acuto, come la lesione su base infettiva di un lembo valvolare o delle corde che lo sostengono) o, più frequentemente, essere progressivi nel tempo.

I pazienti possono lamentare un facile affaticamento durante le normali attività quotidiane, difficoltà respiratoria (dispnea), inizialmente da sforzo, poi anche a riposo o durante la notte, svenimenti, gonfiore (edemi) agli arti inferiori, dolori toracici o palpitazioni (aritmie).

Nei casi più avanzati e non sottoposti ad adeguato trattamento, il paziente può andare incontro a embolie o a grave scompenso cardiaco.

Oggi, la cardiochirurgia si è notevolmente evoluta e spesso risulta possibile conservare la propria valvola (specialmente mitralica). Accanto alle tecniche chirurgiche tradizione lai, alcune limitate malattie valvolari possono avvalersi della possibilità di correzione attraverso interventi percutanei, che usano cateteri a palloncino capaci di dilatare le valvole stenotiche, sul tipo di quelli utilizzati per dilatare le stenosi coronariche. Questa tecnica è oggi applicabile alla stenosi mitralica non calcifica e, molto recentemente, ad alcuni casi particolarmente selezionati di stenosi aortica (il rischio, ad oggi di questi interventi, è ancora elevato rispetto alla chirurgia tradizionale, per cui è riservato solo a pazienti in cui l’intervento standard è impossibile).

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Risposta a cura di
Dr. Giuseppe Vaccari Medico Chirurgo
Dr. Giuseppe Vaccari
cardiochirurgo
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