Si parla di polipectomia quando ci si riferisce all’operazione chirurgica per rimuovere i polipi, che si possono sviluppare nell’apparato digerente, più spesso nel colon o nel duodeno.
I polipi sono delle piccole protuberanze che si formano nella mucosa dell’intestino. La maggior parte dei polipi sono innocui ma, se lasciati crescere, possono trasformarsi in cancro. La rimozione dei polipi diminuisce la possibilità di sviluppare cancro all’intestino o adenocarcinoma gastrico.
Spesso avere un polipo non causa alcun sintomo, mentre altre volte può causare sanguinamento o un cambiamento nelle abitudini intestinali. Qualsiasi persona è a rischio di sviluppare questa condizione, in particolare se:
Esistono diversi tipi di polipi: alcuni sono piatti, attaccati alla mucosa intestinale; altri assomigliano a un fungo e sono attaccati alla mucosa intestinale tramite un peduncolo. Tre sono i tipi principali:
Adenomatoso. Circa due terzi dei polipi sono di questo tipo e solo una piccola percentuale di essi si trasformano in cancro.
Iperplastico. A seconda della grandezza e del luogo in cui si trova, questo tipo di polipo può trasformarsi in cancro.
Infiammatorio. Essi possono svilupparsi dopo una colite ulcerosa, gastrite, esofagite con aumento della produzione di saliva (composta da acqua e ptialina), o come conseguenza del morbo di Crohn. Sebbene questo tipo di polipo non rappresenti un fattore di rischio alto, la presenza di colite ulcerosa o di morbo di Crohn aumenta il rischio di sviluppare cancro al colon.
La polipectomia viene solitamente eseguita in regime di Day Hospital.
Il paziente viene fatto sdraiare su un fianco e sedato per rendere l’esame meno doloroso. La polipectomia viene eseguita più comunemente durante una procedura chiamata colonscopia (nel caso di polipi intestinali), un esame di tipo esplorativo, in cui il colonscopio viene introdotto attraverso l'ano e fatto risalire fino alla valvola ileocecale e/o sino alle ultime anse ileali.
Tale sonda può essere fatta passare anche dalla bocca (nel caso di polipi nell’esofago) per praticare un’endoscopia digestiva e, in questo caso si parla di gastroscopia. La procedura può durare dai venti minuti ad un’ora.
Due sono le varianti principali di polipectomia:
Con elettrobisturi, in cui il polipo viene reciso alla base del peduncolo tramite un elettrobisturi dotato di ansa, o cappio, che taglia e coagula contemporaneamente il tessuto trattato, favorendo l’arresto dell’emorragia.
Mucosectomia. Questo tipo di procedura viene utilizzata per i polipi molto grandi o piatti che sono più difficili da rimuovere. Questa tecnica permette di rimuovere non solo il polipo, ma anche lo strato mucoso della parete intestinale.
Durante l’esame viene prelevato il polipo e, se necessario, viene fatta una biopsia di un campione della mucosa per essere sottoposto a esame istologico.
Prima dell’intervento bisogna preparare il proprio intestino e assicurarsi che sia libero da ostruzioni. Per questo si consiglia di utilizzare lassativi uno o due giorni prima dell’intervento assieme al clistere e un l’assunzione di prodotti alimentari leggeri o dieta liquida.
Dopo la procedura, il paziente viene tenuto in osservazione per un periodo variabile di tempo che va dalle 24 alle 48 ore, a seconda del tipo di operazione effettuata.
I rischi di una polipectomia includono sanguinamento rettale e perforazione dell’intestino; in questo ultimo caso è necessario un intervento chirurgico in urgenza.
Sebbene tali complicazioni siano considerate rare, è bene contattare il proprio medico nel caso in cui si sperimentino i seguenti sintomi: