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Resezione gastrica

Chirurgia generale Gastroenterologia
Resezione gastrica

Cos’è la resezione gastrica?

La resezione gastrica, conosciuta anche come gastrectomia, è l'operazione chirurgica di riduzione dello stomaco, tramite rimozione di una parte dello stomaco.

Eseguibile con una procedura chirurgica tradizionale o in laparoscopia, la resezione gastrica è fondamentale per la cura del tumore allo stomaco, ma trova una sua applicazione molto utile anche nei problemi di forte sovrappeso o obesità, quando si rende necessario operarsi per dimagrire: riducendo, infatti, il volume totale dello stomaco, viene attenuata la sensazione di appetito e ridotta notevolmente la quantità di cibo che il paziente assume ad ogni pasto.

La resezione gastrica, in una delle sue varianti, viene utilizzata anche nei casi di tumore all’esofago, ulcera gastrica e tumore benigno allo stomaco.

Esistono diversi tipi di gastrectomia: totale, parziale, a manica e con rimozione dell'esofago.

Gastroresezione e gastrectomia: le differenze

A seconda della quantità di stomaco rimossa, la gastrectomia assume una denominazione specifica diversa, che richiama alla porzione di organo asportata.

In sintesi, esistono i seguenti tipi di gastrectomia:

  • la resezione gastrica, detta anche gastrectomia parziale, è il tipo di intervento tramite cui il chirurgo elimina la parte inferiore dello stomaco, ed è solitamente la tecnica utilizzata nei casi di cura dell’obesità tramite riduzione dello stomaco;
  • la gastrectomia a manica, o resezione gastrica verticale, è l’intervento che elimina la parte sinistra dello stomaco;
  • la gastrectomia totale, è l’intervento tramite cui il chirurgo elimina l'intero stomaco;
  • l'esofagogastrectomia, tramite cui il chirurgo elimina la parte superiore dello stomaco e parte dell'esofago.

Resezione gastrica per obesità o per dimagrire

Adottare uno stile di vita sano, seguendo un’alimentazione bilanciata e povera di cibi-spazzatura, accompagnata da una regolare attività fisica lieve o moderata, è il metodo d’elezione per garantirsi di rimanere in forma, anche con il trascorrere degli anni.

Nel caso in cui queste soluzioni non invasive non risultassero efficaci perché in presenza di condizioni di obesità severe, oppure in tutti quei casi in cui non fossero applicabili terapie farmacologiche per la cura dell’obesità, la chirurgia viene in soccorso attraverso vari tipi di soluzioni, più o meno drastiche, da valutare caso per caso, in funzione delle esigenze e delle condizioni generali di salute del soggetto. L’intervento chirurgico deve essere valutato quando rappresenta l’unica strada percorribile, e comunque, su consiglio di uno specialista.

L’operazione chirurgica per dimagrire più diffusa è sicuramente la riduzione dello stomaco ottenibile con vari modi e tecniche. La resezione gastrica ha come finalità, in questi casi, quella di accogliere meno cibo nella cavità gastrica e dunque portare un più rapido senso di sazietà per il paziente.

Tra gli interventi gastro-restrittivi, la soluzione ad oggi più utilizzata è cosiddetta la gastroplastica verticale che prevede la creazione di una tasca all’interno dello stomaco che sarà messa in contatto con la cavità naturale grazie alla presenza di uno stretto orifizio, il neopiloro, il quale aiuterà il paziente a raggiungere rapidamente il senso di sazietà pur avendo ingerito piccole quantità di cibo. I pazienti che si sottopongono a questo intervento, riescono a mangiare poco perché hanno lo stomaco materialmente più piccolo. È bene comunque ricordare che interventi di questo tipo possono portare a disfunzioni nel comportamento alimentare, ma anche a fistole gastriche.

Interviene sul senso di sazietà anche il bendaggio gastrico, che prevede l’applicazione di un anello in silicone all’imboccatura dello stomaco, riducendo di fatto le sue dimensioni; si tratta di una tecnica che conduce a risultati apprezzabili con una riduzione del peso corporeo notevole. Come nel caso del palloncino – che prevede l’applicazione di un palloncino in silicone all’interno dello stomaco - è possibile che questa operazione determini vomito, reflusso gastroesofageo e nausee che possono provocare anche il rigetto dell’operazione.

Gli interventi di riduzione dell’assorbimento dei nutrienti sono quelli invece che interessano il processo digestivo vero e proprio e intervengono, quindi, sulla modalità metaboliche. Possiamo menzionare l’applicazione del bypass gastrico e la diversione biliopancreatica.

Come avviene l’intervento?

L’intervento chirurgico può durare anche fino a 4 o 5 ore, in relazione alle dimensioni dell’incisione praticata dal chirurgo per rimuovere la parte di stomaco desiderata o l’organo intero. In alternativa, possono essere praticate numerose, piccole incisioni, applicando la tecnica che prende il nome di gastrectomia laparoscopica; questa tecnica richiede meno tempo, ma non è la più utilizzata.

Per prima cosa, viene indotta l’anestesia totale per rimanere incoscienti durante tutta l’operazione; una volta addormentato, il chirurgo praticherà un’incisione nell’addome del paziente, grazie alla quale passerà poi a rimuovere una parte dello stomaco o l’intero organo, procedendo anche all’asportazione di eventuali linfonodi prossimali.

Questi verranno poi sottoposti a biopsia per verificare che il cancro non si sia espanso a questi tessuti. In relazione al tipo di tecnica utilizzata, il chirurgo avrà varie opzioni di scelta per ricostruire il tratto digestivo interessato dall’asportazione. Subito dopo l'operazione e per almeno un paio di giorni, il paziente viene sottoposto a drenaggio chirurgico, che permette di rimuovere i fluidi in eccesso contenuti nell'apparato digerente e nella parte residua dello stomaco, mentre viene nutrito tramite nutrizione endovenosa o con gastrostomia.

Dopo l'intervento, il paziente rimane ricoverato per 1-2 settimane e, in seguito al periodo di convalescenza, è tenuto a cambiare in modo notevole il suo stile di vita e il modo di alimentarsi per il resto della vita.

Resezione gastrica e dieta

Dopo una gastrectomia è importante che il paziente si adegui a una nuova dieta, la quale dev'essere:

  • nei primi periodi, priva di alimenti ricchi di fibre (cereali integrali, legumi, verdura ecc);
  • ricca di vitamine e minerali. In caso di gastrectomia totale, è fondamentale ricorrere a degli integratori opportuni;
  • caratterizzata da pasti sempre contenuti.

Complicazioni

In seguito all’intervento di resezione gastrica o gastrectomia, il paziente può sperimentare quella che viene definita sindrome da svuotamento rapido, o in gergo più familiare, il peso allo stomaco. Quando l’intestino tenue si trova a dover digerire una gran quantità di cibo in una volta, sono possibili disturbi gastrointestinali quali vomito o nausea, crampi o diarrea. Molti soggetti sperimentano questi disturbi solitamente entro un’ora dopo il pasto.

Come ogni operazione chirurgica, la gastrectomia può comportare delle complicazioni, ed ecco perché ricorrere a questi tipi di intervento invasivi è un’azione che deve essere attentamente valutata nei pro e contro da uno specialista. In particolare, possono insorgere:

Inoltre, poiché interessa un tessuto d'importanza vitale per la nutrizione e il metabolismo, come lo stomaco, c'è il rischio di:

  • calo patologico del peso corporeo. È pericoloso per i casi di tumore ed è dovuto al fatto che il paziente si sente sazio dopo anche un piccolo pasto, pertanto non si nutre a sufficienza;
  • reflusso acido, tipico della gastrectomia a manica;
  • episodi di vomito mattutino;
  • occlusione intestinale. È una complicanza caratteristica degli interventi di gastrectomia per la cura di tumori maligni;
  • riduzione delle capacità d'assorbimento delle vitamine. Molti tipi di vitamine - in particolare la vitamina B12 e le vitamine liposolubili - vengono assorbiti dai cibi anche grazie all'attività dello stomaco. 

L'assenza o la forte carenza di tali vitamine può, a loro volta, causare:

  • anemia, poiché la vitamina B12 è fondamentale per la produzione delle cellule sanguigne;
  • perdite di cibo in corrispondenza di dove è avvenuta la resezione dello stomaco, sebbene tali punti siano stati opportunamente suturati e sigillati;
  • indebolimento osseo e, nei casi più gravi, osteoporosi, poiché la vitamina D è fondamentale per la buona salute delle ossa;
  • vulnerabilità alle infezioni, poiché la vitamina C è un elemento fondamentale per rinforzare il sistema immunitario.
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Dr. Enrico Tempèra Medico Chirurgo
Dr. Enrico Tempèra
gastroenterologo

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