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Psicosi

Psicologia
Psicosi

Cosa sono le psicosi

Le psicosi sono disturbi mentali caratterizzati da una severa compromissione del rapporto del soggetto con la realtà che lo circonda.

Chi ne è affetto manifesta allucinazioni (esperienze sensoriali o percezioni di cose non presenti nella realtà) e illusioni (convinzioni persistenti e organizzate, che permangono anche dopo aver ricevuto informazioni logiche che le contraddicono), sintomi che causano una grave alterazione dell’equilibrio psichico ed una compromissione dell’esame di realtà.

Differenza tra psicosi e nevrosi

Psicosi e nevrosi sono due disturbi differenti. Infatti, pur manifestando entrambe un distacco dalla realtà e un disagio nei rapporti sociali, la differenza sostanziale tra queste due patologie risiede nella consapevolezza del soggetto nevrotico circa la propria condizione, contezza che non ha colui che soffre di psicosi.

La psicosi, come accennato, comporta un distacco dalla realtà causato dalla presenza di deliri allucinatori e illusori (per lo più a tema persecutorio), elementi che impediscono a chi ne soffre di rendersi conto del disagio che stanno vivendo e che sono estranei alla malattia nevrotica.

Tipi di psicosi

I principali tipi di psicosi o disturbi psicotici sono:
  • la psicosi provocata da droghe;
  • la psicosi organica;
  • la schizofrenia;
  • il disturbo bipolare;
  • il disturbo schizofreniforme;
  • il disturbo schizoaffettivo;
  • il disturbo psicotico breve;
  • la parafrenia.

Sintomi di psicosi

La sintomatologia tipica delle psicosi include quattro manifestazioni che si presentano nella quasi totalità dei casi, tanto da essere considerate manifestazioni tipiche di questi disturbi:
  • allucinazioni uditive, visive, olfattive, tattili, gustative;
  • illusioni;
  • pensiero disorganizzato;
  • mancanza della consapevolezza di sé.
Altri sintomi frequentemente riscontrati nei soggetti affetti da psicosi includono:

Cause delle psicosi

Non è possibile indicare un’unica causa in grado di provocare questo genere di disturbi, secondo le più recenti ricerche sull’argomento è più opportuno parlare della compresenza di diversi fattori causali in grado di influenzarsi reciprocamente.

Uno dei fattori responsabili è la familiarità, fattore che suggerisce come i disturbi psicotici tendano a ripresentarsi nella stessa famiglia. Ancora, alcune malattie psichiatriche, quali la schizofrenia, il disturbo bipolare e l’anoressia, includono nel loro quadro sintomatologico lo scaturirsi di sintomi psicotici.

Tra i fattori ambientali ritenuti responsabili citiamo:
  • lo stress;
  • l’abuso di sostanze stupefacenti; 
  • l’abuso di alcol;
  • eventi di vita traumatizzanti;
  • particolari condizioni mediche (AIDS, sclerosi multipla, tumori al cervello ecc). 

Complicazioni delle psicosi

La presenza di allucinazioni e deliri può comportare la messa in atto di comportamenti ad alto rischio.

Le complicanze più diffuse nei casi di psicosi sono:
  • l'autolesionismo: recenti indagini hanno messo in evidenza la stretta relazione tra disturbi psicotici ed autolesionismo, circa 1 persona psicotica su 10 compie atti di autolesionismo di gravità variabile (tagliarsi, bruciarsi, gesti di auto-avvelenamento);
  • comportamenti suicidari: la frequenza di tentativi di suicidio nella popolazione affetta da psicosi è tra le più elevate, un soggetto su cinque avrebbe tentato il suicidio, mentre una persona su venticinque riuscirebbe nell’intento; 
  • l'abuso di alcol e/o di sostanze psicoattive: oltre ad essere una delle cause di un eventuale esordio psicotico, è anche una delle principali conseguenze di psicosi cronica.
Altre complicanze possono derivare dall’assunzione prolungata degli antipsicotici, classe di farmaci indicata nel trattamento delle psicosi. Tra gli effetti collaterali dell’uso di antipsicotici citiamo: l’aumento del peso corporeo, la sindrome metabolica e la discinesia tardiva.

Diagnosi di psicosi

Per effettuare una corretta diagnosi è opportuno che il soggetto che soffre di psicosi sia inviato ad uno psichiatra o uno psicologo.

Questi si occuperanno di effettuare una diagnosi a partire da una completa raccolta anamnestica dei dati del paziente e una valutazione psichiatrica. 

Va specificato che, attualmente, non esistono test diagnostici specifici per l’indagine dei disturbi psicotici, per questo motivo l’esame psicodiagnostico viene solitamente effettuato tramite una serie di test, ciascuno volto ad indagare un aspetto preciso di questa patologia.

L’esame obiettivo è poi completato con l’uso di esami strumentali o di laboratorio come analisi del sangue, TAC, RMN, allo scopo di dare una chiara definizione delle cause scatenanti la psicosi in modo da poter pianificare il trattamento più adeguato secondo la diagnosi. 

Cura di psicosi

Il trattamento, soprattutto nella fase acuta, comprende la somministrazione di farmaci antipsicotici cui si aggiunge un intervento psicoterapeutico, di stampo cognitivo-comportamentale o familiare. 

Gli interventi di natura psicologica hanno come obiettivo quello di controllare la frequenza degli episodi allucinatori e illusori e, non in ultimo, l’insegnamento di nuove abilità sociali tali da consentire un reinserimento dell’individuo nel tessuto sociale in cui vive.

Parte del trattamento, sono anche gli interventi psicoeducativi rivolti ai familiari dei soggetti con psicosi. 

Questi interventi sono utili a far comprendere ai familiari le caratteristiche del disturbo psicotico in modo da favorire la gestione quotidiana della malattia e a fornire un adeguato sostegno psicologico per affrontare le difficoltà che una malattia di questo tipo impone su tutto il nucleo familiare.

Guarire dalla psicosi

Sulla base di numerose evidenze cliniche, la prognosi nei casi di psicosi è più favorevole se si effettua una diagnosi precoce della malattia, onde evitare la cronicizzazione dei sintomi.

Alcuni soggetti affetti da psicosi possono aver bisogno di continuare il trattamento per un lungo periodo di tempo prima di arrivare ad una remissione dei sintomi e ad una guarigione completa dalla psicosi, altri, vittime di una condizione cronica e severa, potrebbero essere costretti ad assumere una terapia farmacologica a vita, per tenere a bada i sintomi. 
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Dr.ssa Martina Valizzone Psicoterapeuta
Dr.ssa Martina Valizzone
psicologopsicoterapeuta

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