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Monocitosi

Ematologia
Monocita in Eccesso Che Causa Monocitosi in Primo Piano

Cosa sono i monociti

I monociti sono cellule prodotte dal midollo osseo che, in condizioni normali, costituiscono dall’1 al 6% della porzione ematica nucleata del sangue periferico.

Morfologicamente appaiono come cellule di dimensioni piuttosto elevate con un diametro tra i 14 ed i 18 μm con un nucleo disposto eccentricamente, di forma convoluta o reniforme.

Il nucleo è formato da cromatina lassa, priva di nucleoli, mentre il citoplasma è generalmente abbondante, leggermente basofilo, a volte con fini granulazioni azzurrofile. L’analisi immunofenotipica di membrana ha permesso di identificare il CD14 come marker specifico per queste cellule.

I monociti intervengono nei meccanismi di difesa dell’organismo. Fanno infatti parte della cosiddetta immunità aspecifica o innata, ovvero la prima linea difensiva dell'organismo contro le aggressioni genericamente riconosciute come pericolose.

I monociti agiscono preferenzialmente tramite il meccanismo della fagocitosi ossia “divorando” gli agenti infettivi, tipo batteri, funghi e virus, o anche residui di cellule morte o danneggiate.

I monociti possono venire reclutati dai tessuti periferici e la loro ulteriore attivazione e differenziamento in macrofagi dipende dalla natura del segnale di stimolazione. I monociti impiegano 1-3 giorni per transitare dal midollo osseo al sangue periferico e persistono in circolo da 8 fino a 72 ore. Nei tessuti periferici possono sopravvivere anche per lunghi periodi: fino ad 80 giorni.

Monocitosi: cosa significa

In campo medico, per monocitosi si intende una elevata concentrazione dei monociti nel sangue. Un aumento dei monociti può essere il segnale di:

  • un processo infiammatorio;
  • di un’infezione;
  • un’ampia gamma di patologie;
  • patologie di natura oncologica e autoimmune. 
La monocitosi assoluta si verifica poi quando il numero dei monociti è maggiore di 500 cellule per microlitro.

Valori normali dei monociti

I valori di riferimento dei monociti possono variare, come per la maggior parte degli analiti, in funzione dell’età, del sesso e anche della strumentazione in uso nel laboratorio.

È pertanto preferibile consultare i range forniti dal laboratorio direttamente sul referto. In generale, negli adulti sono considerati valori normali di monociti dall’1 al 6% del numero totale dei leucociti

Monocitosi: sintomi

I sintomi della monocitosi includono:

Infatti, non esistono specifici segni di monocitosi: quelli sopra elencati sono piuttosto generici e condivisi con innumerevoli altre patologie o alterazioni.

Lo stato di salute di un paziente sarà quindi determinato non solo dall'esame del sangue e dalla conta dei monociti, ma esso stesso verrà prescritto dal medico per confermare o meno il suo sospetto diagnostico, che si tratti dell’ipotesi di una infezione piuttosto che di una neoplasia.

Monocitosi: cause

Tra le cause infettive della monocitosi si possono considerare: 

Tra le malattie autoimmuni a causa di monocitosi sono incluse: 

Come patologie oncologiche che possono causare monocitosi si ricordini infine:

Si parla, in tutte queste situazioni, di monocitosi reattiva. La monocitosi è stata riferita anche in casi di neutropenia cronica, diabete mellito, ustioni, sindrome di Wiscott-Aldrich, postsplenectomia, AIDS e terapia corticosteroidea.

Nonostante ciò, l’aumento della produzione e della concentrazione plasmatica dei monociti può anche associarsi a condizioni meno gravi, come le allergie, o dipendere addirittura da motivi fisiologici.

Monocitosi nei bambini

Per stabilire se i valori dei monociti nel bambino sono normali, è necessario confrontarli con i valori normali di riferimento, operazione più facile nell'adulto ma che mostra più complicazioni nel bambino perché i valori normali cambiano notevolmente a seconda dell'età.

Risulta quindi necessario che il risultato dell'emocromo, in particolare della formula leucocitaria, venga sempre valutato dal pediatra che conosce i valori normali di riferimento e che può comunque consultare tabelle con i valori normali per l'età.

Le cause della monocitosi nei bambini in età pediatrica sono comunque da ricondursi a infezioni e malattie infettive oppure a stati pre-leucemici. L’innalzamento dei monociti si può registrare anche in fase di convalescenza successiva a infezioni di tipo acuto, oppure in presenza di malattie ematologiche o ancora per infezioni gastrointestinali.

Monocitosi e anemia

Sia la monocitosi che l’anemia, ovvero l’alterata produzione eritrocitaria e/o l’alterata distribuzione eritrocitaria, possono essere dei segnali di una disfunzione del sistema ematopoietico e di una compromissione della funzionalità del midollo osseo.

Possono quindi essere degli indicatori e dei campanelli d’allarme sia per stati pre-leucemici, come le sindromi mielodisplastiche, oppure indicativi di una neoplasia ematologica in corso.

Esame per la monocitosi

Per identificare una situazione di monocitosi occorre valutare i monociti con la formula leucocitaria, ovvero l’esame del sangue che quantifica il numero di globuli bianchi in un millimetro cubo di sangue, esprimendo anche il rapporto quantitativo e percentuale dei vari tipi di leucociti.

Il conteggio e l'analisi morfologica dei monociti-macrofagi consente di fare lo screening o la diagnosi di alcune patologie che possono colpire questi tipi di globuli bianchi, come infezioni, infiammazioni o condizioni che ne influenzano la produzione e la sopravvivenza.

La determinazione dei monociti permette, inoltre, di monitorare la progressione di patologie specifiche e controllare la risposta dell'organismo a vari trattamenti (efficacia, conservata o alterata funzione del midollo osseo, eventuali effetti collaterali di tali terapie ecc.).

Come si cura la monocitosi

Il trattamento della monocitosi si basa sulla corretta identificazione della causa che l’ha generata. È comunque sempre consigliabile rivolgersi a un medico specialista in malattie del sangue, ovvero un ematologo.
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Dr.ssa Gloria Negri Biologo
Dr.ssa Gloria Negri

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