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Malassorbimento

Gastroenterologia Medicina generale
Malassorbimento

Cos'è il malassorbimento?

Quando gli alimenti vengono digeriti e giungono all’intestino, il passaggio successivo è l’assorbimento dei nutrienti che, attraverso i villi intestinali, passano nel sangue. Con il termine malassorbimento si indica un deficit nel passaggio uno o più prodotti della digestione dal tratto gastrointestinale al sangue.

Il malassorbimento, di frequente associato a cattiva digestione, può essere:

  • selettivo (relativo ad un solo nutriente, come nell'intolleranza al lattosio);
  • parziale (relativo ad una parte più o meno ampia di nutrienti, come nell'a-Beta-lipoproteinemia (rara malattia ereditaria che interferisce con il normale assorbimento dei lipidi);
  • totale (tipico del morbo celiaco e delle altre condizioni che danneggiano la mucosa dell'intestino tenue).

Quali sono le cause del malassorbimento?

Il malassorbimento potrebbe avere diverse cause scatenanti, queste molteplici cause sono anche piuttosto difficili da classificare.

Alcune di queste, come l'abetalipoproteinemia, hanno origini familiari, mentre altre sono acquisite (in seguito ad infezioni, assunzione di farmaci particolari, interventi chirurgici, traumi ecc.).

La celiachia rappresenta la malattia più frequentemente associata a malassorbimento, seguita a ruota dalla fibrosi cistica.
 Tra le sindromi da malassorbimento di natura infettiva possiamo elencare:

Tra quelle dovute ad una carenza enzimatica, troviamo:

  • Intolleranza al lattosio
  • Intolleranza ad altri zuccheri come il fruttosio ed il saccarosio 
Tra le altre possibili cause di malassorbimento ci sono:

Quali sono i sintomi di malassorbimento intestinale?

Il sospetto di malassorbimento subentra quando si verificano sintomi cronici da carenza di uno o più nutrienti, che possono generare, a loro volta:

Altri sintomi associati sono:

Considerando che la maggior parte di questi sintomi non sono specifici, si parla in generale di sindromi da malassorbimento.

Come si effettua la diagnosi di malassorbimento?

In relazione alla sintomatologia e all'anamnesi del paziente, il medico prescriverà delle indagini diagnostiche più specifiche.

Gli esami del sangue possono mettere in evidenza carenze specifiche, anemia, ridotta capacità dei sistemi di coagulazione del sangue, eventuali alterazioni degli enzimi epatici e pancreatici, o anticorpi anomali.

L'esame delle feci permette l’identificazione di un eventuale agente eziologico responsabile di malassorbimento infettivo. Inoltre, il controllo delle feci permette di quantificare i livelli di grassi per la diagnosi di steatorrea (malassorbimento lipidico) e quelli di chimotripsina per valutare la funzionalità pancreatica.

Tecniche di imaging e diagnostica invasiva (clisma opaco, endoscopia, colonscopia, biopsia della mucosa intestinale, colangio-pancreatografia endoscopica retrograda ecc.) possono essere condotte per evidenziare alterazioni anatomiche dei vari tratti del tubo digerente e delle vie biliari.

Per identificare eventuali alterazioni microbiche e deficit enzimatici responsabili di malassorbimento vengono invece eseguiti i noti breath test (o test del respiro).

Rimedi per il malassorbimento intestinale

I rimedi dipendono, naturalmente, dalle cause primarie che sono responsabili del malassorbimento. In alcuni casi vengono richieste specifiche integrazioni alimentari per colmare deficit nutrizionali, che possono essere somministrati per via venosa se il deficit è grave.

Se sono presenti deficit enzimatici può essere utile un supplemento di enzimi digestivi animali (pancreatina) o vegetali (bromelina e papaina). Escludere dalla dieta gli alimenti verso cui il soggetto manifesta intolleranza è un approccio di grande utilità come nel caso di intolleranze alimentari e celiachia (evitando, ad esempio, gli alimenti che contengono glutine).

L'impiego di terapie antibiotiche da un lato e probiotici dall'altro può essere utile per ripristinare il normale equilibrio della flora batterica intestinale nelle sindromi da malassorbimento dovute o associate a disbiosi.

Malassorbimento del ferro: cosa comporta?

La carenza di ferro rappresenta la prima causa di anemia a livello mondiale.

Il ferro viene assorbito prevalentemente nel duodeno, quindi nel tratto che prossimale dell'intestino tenue. Durante il transito nello stomaco l'acidità dell'ambiente gastrico favorisce la trasformazione del ferro in forme disponibili per l’organismo. Quando la sintesi e la secrezione di succhi gastrici è alterata (ad esempio per l'utilizzo di farmaci inibitori della pompa protonica), l'assorbimento del ferro è sostanzialmente ridotto.

Alcune sostanze della dieta, come acido ascorbico (vitamina C) e acido citrico, favoriscono l'assorbimento del ferro. Ne inibiscono l’assorbimento, invece, le fibre alimentari, e alcuni anti-nutrienti (come per esempio i tannini) di origine vegetale.

Il malassorbimento di ferro comporta anemia microcitica, con globuli rossi di dimensioni ridotte.

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Dr.ssa Tania Catalano Biologo
Dr.ssa Tania Catalano
specialista in Medicina molecolare

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