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Arterite di Horton

Angiologia Cardiochirurgia
Arterite di Horton

Cos'è l'arterite di Horton

L’arterite di Horton, conosciuta anche come arterite gigantocellulare, è una malattia relativamente rara, tranne nelle donne anziane, che si manifesta con l'infiammazione dell'arteria temporale superficiale e va curata per evitare una complicanza evitabile che è la perdita della vista dalla parte colpita.

Tale infiammazione colpisce particolarmente le arterie della testa, specie quelle in collo e tempie e, se non è debitamente curata, può comportare delle conseguenze gravi. L’arterite di Horton è spesso associata a un altro disturbo infiammatorio, la polimialgia reumatica: molti esperti, infatti, ritengono che si tratti di manifestazioni diverse di una stessa patologia.

Sintomi dell'arterite di Horton

La sintomatologia della arterite gigantocellulare varia molto in base alle arterie interessate. Nelle prime fasi di sviluppo dell’infiammazione l’arterite,ha una sintomatologia molto simile a quella influenzale.

Tuttavia, diversamente dall’influenza, il dolore alle tempie è persistente anche per lunghi tempi. Con il progredire della malattia, i sintomi si aggravano dando origine a:

Per esempio, il coinvolgimento delle arterie degli arti inferiori è per molto tempo asintomatico. Per tutti gli altri casi, i sintomi di arterite di Horton sono sin da subito acuti. Riconoscere per tempo ogni sintomo permette di effettuare una corretta diagnosi di arterite di Horton in breve tempo.

Cause di arterite di Horton

Le cause della arterite di Horton sono ancora ignote, tuttavia si pensa che tale infiammazione possa essere provocata da una serie di fattori che comprendono non solo la genetica, ma anche le infezioni virali e batteriche.

L’arterite di Horton è una malattia che si verifica prevalentemente dopo i 50 anni, in media intorno ai 70 anni. Secondo recenti stime, colpisce più le donne che gli uomini (quasi il doppio) e la sua incidenza è di circa 200 malati su 100.000 soggetti.

Fattori di rischio della arterite di Horton

L’arterite di Horton colpisce principalmente i soggetti che soffrono di polimialgia reumatica, un’infiammazione muscolare diffusa caratterizzata da stati dolorosi e rigidità muscolare.

Inoltre, possono essere considerate cause scatenanti dell'arterite di Horton anche:

  • età avanzata, generalmente tra 65 e 70 anni;
  • sesso femminile, infatti l’insorgenza dell’arterite raddoppia nelle donne;
  • etnia del Nord Europa, in particolare quella scandinava. 

Diagnosi di arterite di Horton

Per diagnosticare l’arterite di Horton al meglio in genere ci si affida ad indagini strumentali quali per esempio risonanza magnetica, ecografia, PET-TC o angiografia (solo per alcuni casi). 

Studi recenti hanno mostrato che esistono diversi sottogruppi di arterite di Horton. Gli attuali esami permettono di visualizzare l’infiammazione della parete arteriosa e la sua estensione.

Inoltre, dato che l’interessamento di alcuni vasi rispetto ad altri comporta differenti decorsi clinici, prevedere l’evoluzione della malattia è molto importante per una prognosi rapida e corretta.

L’ecografia, in particolare, consente di visualizzare lunghi tratti dell’arteria per mostrare esattamente dove si trova l’infiammazione e per determinare l’estensione della malattia.

Per le arterie difficilmente raggiungibili da un’ecografia, invece, è possibile ricorrere a una risonanza magnetica o ad una PET-TC, così da localizzare il tessuto infiammato e valutare lo spessore del vaso interessato.

Tutta questa strumentazione ha permesso di scoprire che l’arterite gigantocellulare può colpire ogni vaso arterioso di grandi dimensioni.

Esami per l'arterite di Horton

Anzitutto, tra gli esami per l'arterite di Horton, figurano gli esami del sangue che servono per valutare il tasso di sedimentazione di eritrociti e i livelli della proteina C-reattiva per misurare la quantità di infiammazione (gonfiore) presente nel corpo. Il medico eseguirà anche il test per l'anemia misurando il livello di emoglobina (la parte di globuli rossi che trasporta ossigeno).

Se si sospetta arterite temporale, il medico può anche prescrivere una biopsia, in cui un piccolo segmento di arteria viene rimosso ed esaminato per valutare l'infiammazione dei vasi sanguigni. Altri test che sono talvolta necessari includono:

  • Risonanza magnetica – La risonanza magnetica utilizza un grande magnete, onde radio, e un computer per produrre immagini nitide del corpo
  • Tomografia a emissione di positroni – Nella PET una dose molto piccola di una sostanza chimica radioattiva viene iniettata nella vena del braccio in modo che possa essere seguita su uno scanner PET tramite immagini tridimensionali.
  • Ultrasuoni – Essi inviano onde sonore ad alta frequenza attraverso i tessuti del corpo. Gli echi vengono registrati e trasformati in foto dell'interno del corpo.

Precauzioni per l'arterite di Horton

Tra le precauzioni per l'arterite di Horton si ricorda che il trattamento a base di cortisone non è privo di effetti collaterali. Tuttavia, è possibile prendere qualche precauzione per limitarne la comparsa, come per esempio:

  • seguire una dieta prestabilita per mantenere i livelli di pressione sanguigna e glicemia basse, riducendo al minimo sale, grassi, cibi dolci e alcol, a favore di frutta, verdura, cereali integrali, pesce e carni magre;
  • assumere integratori di calcio e vitamina D, per limitare l’insorgenza dell’osteoporosi;
  • fare attività fisica per migliorare la salute delle ossa e limitare l’assunzione di peso. 
Si può guarire facilmente dall’arterite di Horton quando è diagnosticata in tempi precoci e curata in modo corretto. Una diagnosi tardiva e un trattamento approssimativo determinano invece una prognosi negativa.

Terapia per l'arterite di Horton

Per trattare l’arterite di Horton, è necessario prescrivere una cura a base di farmaci corticosteroidi, che mirano a eliminare l’infiammazione. È possibile osservare dei miglioramenti già pochi giorni dopo aver cominciato la cura, tuttavia è necessario assumere i farmaci fino anche a due anni dalla comparsa della malattia. In questo lasso di tempo, l’infiammazione viene tenuta sotto controllo con diversi esami.

Come si è visto, l’arterite di Horton è un disturbo che si presenta inizialmente in forma acuta. Fortunatamente però, questa malattia risponde velocemente alle cure, in particolare ad una terapia a base di steroidi, in grado di risolvere la sintomatologia già dopo pochi giorni.

Il più efficace farmaco per l'arterite di Horton è quindi il cortisone, somministrato prima in alte dosi, poi diminuito gradualmente con il decorrere della malattia.

Tuttavia, una volta scomparsi i sintomi, è importante mantenere un basso dosaggio di cure per evitare una recidiva. I medici, infatti, consigliano di continuare la cura per circa uno o due anni. Se i corticosteroidi non fanno effetto contro l’infiammazione è possibile l’uso di immunosoppressori.

Alcune controindicazioni per l'arterite di Horton a cui vanno incontro i soggetti che ne soffrono possono includere;

  • disturbi cardiovascolari;
  • problemi cerebrali;
  • fragilità ossea.
Per evitare la comparsa di questi ulteriori disturbi, è consigliato il ricorso a:

Complicazioni dell’arterite di Horton

Le complicazioni legate all’arterite delle cellule giganti interessano principalmente la vista ed eventuali patologie causate dall’irrigidimento delle arterie. Nello specifico possono essere:

  • cecità temporale o completa, causata dallo scarso apporto di sangue e dal restringimento dei vasi arteriosi che arrivano al tessuto oculare;
  • aneurisma aortico;
  • ictus, in seguito all’ostruzione delle arterie troppo irrigidite e ristrette. 
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Dr. Leon Bertrand Medico Chirurgo
Dr. Leon Bertrand
angiologocardiologo

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