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Attacco ischemico transitorio

Neurologia
Attacco ischemico transitorio

Che cos'è un attacco ischemico transitorio?

L'attacco ischemico transitorio è un deficit di natura neurologica, noto anche come TIA dall'acronimo inglese (Transitory Ischemic Attack). Per definizione, la durata deve essere inferiore alle 24 ore; la maggior parte degli attacchi dura dai 5 ai 30 minuti.

Spesso, è etichettato come "mini-ictus", tuttavia deve essere preso dal paziente con serietà.
Quando una porzione del cervello perde il suo apporto di sangue, può danneggiarsi e impedirne il funzionamento. Questo è chiamato ictus o accidente cerebrovascolare (CVA).

Se il cervello è in grado di ritrovare il suo apporto di sangue in fretta, questo è noto come attacco ischemico transitorio.

Il ruolo primario del cervello è quello di inviare segnali al corpo, di ricevere i segnali attraverso i cinque sensi (vista, udito, tatto, olfatto e gusto), e di rispondere ad essi.

Il cervello, infatti, elabora le informazioni attraverso il pensiero cosciente, e inconsciamente attraverso sistemi nervosi che controllano fondamentali funzioni corporee, come il battito cardiaco, la respirazione e il controllo della temperatura.

Il cervello è disposto in modo che il lato destro controlli il lato sinistro del corpo, e il lato sinistro del cervello controlli il destro del corpo.

L'alimentazione di sangue al cervello proviene dalle arterie carotidee che si trovano nella parte anteriore del collo, e dalle arterie vertebrali che corrono nella parte posteriore del collo attraverso piccoli canali della colonna vertebrale ossea (vertebre).

Tutti questi sono collegati a una giunzione di vasi sanguigni posti alla base del cervello (chiamata circolo di Willis), e da lì a piccole arterie che forniscono al cervello ossigeno e nutrienti.

Quali sono le cause?

Un attacco ischemico transitorio può verificarsi per diversi motivi. La circolazione ematica nelle arterie viene ostacolata da un trombo o embolo fino ad occluderlo del tutto per qualche tempo (generalmente minuti).

Il blocco può essere causato da un coagulo di sangue che si forma nel vaso sanguigno (trombosi) o può essere causato da un coagulo o detriti (embolo).

L'attacco ischemico transitorio è, dunque, causato da una riduzione del flusso sanguigno, che, se prolungato, determina infarto cerebrale.

Più in generale, il TIA è causato da un coagulo che impedisce il normale flusso sanguigno e quindi il corretto apporto di ossigeno al cervello.
Le cause dell'attacco ischemico transitorio che possono favorire l'insorgenza dell'attacco ischemico transitorio sono:

  • pressione alta (ipertensione);
  • diabete;
  • colesterolo alto (ipercolesterolemia);
  • fumo;
  • embolie secondarie a malattie delle valvole cardiache;
  • abuso di alcol;
  • stati di aumentata coagulabilità del sangue e uso di contraccettivi orali;
  • aritmie;
  • uso della pillola anticoncezionale;
  • cardiopatia.
Nella maggior parte dei casi, gli attacchi sono causati da un processo di arteriosclerosi a livello delle carotidi e/o delle arterie cerebrali che portano il sangue al cervello. L'arteriosclerosi consiste nella formazione di placche nella parete del vaso sanguigno.

Le placche possono rompersi e causare un piccolo coagulo di sangue che occlude il vaso sanguigno. Il blocco può verificarsi anche quando dei detriti restringono una arteria carotidea, causando l'occlusione.

A volte, nelle persone con un battito cardiaco irregolare, come la fibrillazione atriale, piccoli coaguli di sangue possono formarsi all'interno del cuore.

Fattori di rischio

I fattori di rischio per un attacco ischemico transitorio sono gli stessi di quelli per altre patologie vascolari, simili ad un attacco cardiaco (malattia coronarica), o alla malattia vascolare periferica. Questi fattori di rischio includono:

  • storia familiare;
  • fumo;
  • elevata pressione sanguigna;
  • colesterolo alto;
  • diabete.
Inoltre, qualsiasi condizione che rallenta il flusso ematico o quando c'è ipercoagulazione può comportare una causa di embolizzazione di un coagulo di sangue.

Tali condizioni possono includere fibrillazione atriale, cardiopatie che determinano ipertrofia o debolezza del muscolo cardiaco.

Sintomi: come si manifesta un attacco ischemico transitorio?

Riconoscere i sintomi di ischemia può essere di vitale importanza nella prevenzione dell'ictus. I sintomi di TIA più comuni sono:

  • intorpidimento di un lato del corpo, che può interessare volto, braccia e gambe;
  • difficoltà nel parlare e nel comprende il linguaggio;
  • diminuzione della sensibilità;
  • perdita della memoria;
  • problemi improvvisi alla vista, come vista doppia, offuscata o totale cecità temporanea;
  • difficoltà di deambulazione, come mancanza di equilibrio, mancanza di coordinazione e vertigini
I sintomi dell'attacco ischemico transitorio dipendono dalla sua intensità. Molte persone colpite presentano:

Se la perdita di apporto di sangue è in una zona fornita dalla arteria cerebrale media, un classico segno può includere la debolezza o la paralisi e l'intorpidimento di un lato del corpo.
L'intero lato può essere influenzato, o solo un arto. Se l'attacco ischemico transitorio è sul lato sinistro dell'encefalo in cui si trovano i centri del linguaggio, nei soggetti destrimani, si può verificare difficoltà a capire o parlare.

Se l'attacco coinvolge le arterie vertebrali, diminuisce l'afflusso di sangue alla base del cervello e può causare i seguenti sintomi di attacchi ischemici transitori:

  • vertigini;
  • caduta improvvisa mentre si cammina;
  • incoordinazione;
  • difficoltà a camminare.

Diagnosi

La diagnosi di un attacco ischemico transitorio dipende dalla storia clinica del paziente e dall'esame obiettivo.

Poiché la maggior parte dei sintomi dell'attacco ischemico transitorio si risolvono da sé, il medico dovrà compilare una accurata anamnesi del paziente.

L'esame fisico include particolare attenzione all'esame neurologico. Questo può includere:

  • valutazione dello stato mentale;
  • controllo del movimento degli occhi e del movimento facciale per valutare i nervi cranici;
  • ascolto del collo con uno stetoscopio per rilevare suoni anomali che potrebbero segnalare il restringimento del vaso sanguigno;
  • verifica del ritmo cardiaco regolare per escludere la presenza di fibrillazione atriale;
  • esame delle braccia e delle gambe per il tono, potenza e sensibilità;
  • controllo di coordinazione ed equilibrio.
Se la diagnosi di attacchi ischemici transitori è già stata effettuata, ulteriori test sono raccomandati come ad esempio:

  • ECG (elettrocardiogramma) per confermare un ritmo cardiaco regolare.
  • Tomografia computerizzata del cervello (TAC).
  • Ecocolordoppler – Più nello specifico, ecocolordoppler dei tronchi sovraortici e transcranico.
  • Ecografia carotidea – Per valutare il restringimento dei grandi vasi sanguigni del collo.
  • Emocromo completo – Ossia esami del sangue di routine: per valutare l'anemia (ridotto numero di globuli rossi) o di piastrine (trombocitopenia).

Come si cura?

Il trattamento per la cura di un attacco ischemico transitorio è volto a prevenire un secondo ictus.

Poiché non vi è alcun modo per determinare la gravità degli episodi futuri, e alcuna garanzia che i sintomi si risolvano, la prevenzione degli attacchi ischemici transitori risulta cruciale.

I farmaci più utilizzati sono gli antiaggreganti piastrinici e gli anticoagulanti. Se il paziente non stava assumendo l'aspirina quando l'attacco ischemico transitorio si è verificato, di solito viene avviato ad una dose di 100 mg al giorno. Occorre inoltre monitorare nei giorni seguenti la pressione sanguigna.

Due classi di farmaci sono raccomandati:

  • un diuretico;
  • un ACE inibitore.

L'obiettivo per la pressione arteriosa normale è 120/80. Pertanto, i fattori di rischio per un attacco ischemico futuro sono: fumo, alcol, obesità e mancanza di attività fisica.

La terapia per gli attacchi ischemici transitori tende a trattare i fattori di rischio individuati nel soggetto colpito allo scopo di prevenire l’insorgenza di un ictus.

Conseguenze di un attacco ischemico transitorio

Un attacco ischemico transitorio dovrebbe essere considerato un segnale d'allarme importante di un ictus imminente in futuro.
Fino al 10% delle persone sperimenteranno un ictus entro tre mesi dall'attacco ischemico transitorio.

Poiché non vi è alcun modo di prevedere se i sintomi si risolvano, il paziente e la famiglia hanno bisogno di essere educati, hanno bisogno di accedere alle cure mediche in emergenza.
Se si verifica un ictus, c'è un periodo di tempo molto breve in cui i farmaci trombolitici possono essere utilizzati.

Nella maggior parte degli ospedali, il farmaco può essere somministrato entro 3 ore dall'insorgenza dei sintomi di ictus, all'interno delle "Stroke-Unit". In quel lasso di tempo, il paziente ha bisogno di raggiungere l'ospedale.

Più lungo è il ritardo, maggiore è il rischio che il farmaco non funzioni. Chiamare immediatamente il 118 in caso di ictus può salvare la vita del paziente.

Cosa fare in caso di attacco ischemico transitorio?

Secondo il dottor Emil Matarese, direttore del Primary Stroke Center del centro medico St. Mary, a Langhorne, in Pennsylvania, quando si avvertono i sintomi dell'ischemia transitoria bisogna chiamare immediatamente il pronto intervento, senza attendere che i sintomi passino da sé.

Nonostante la maggior parte degli ictus non sia preceduto da un attacco ischemico transitorio, circa un terzo delle persone che hanno avuto un TIA, hanno in seguito sperimentato un ictus nell'arco di un anno.

Riconoscere i sintomi del TIA e recarsi in ospedale in maniera tempestiva può prevenire l'insorgenza di un ictus e pertanto salvare una vita.

Tempi di recupero

L'attacco ischemico transitorio differisce dall'ictus perché è di carattere transitorio. Infatti, i sintomi tendono ad apparire improvvisamente e a durare relativamente poco.
Più precisamente, i tempi di recupero di un TIA durano circa ventiquattro ore, il lasso di tempo sufficiente a far passare i sintomi. 

La maggior parte dei TIA durano alcuni minuti. In genere, una volta passato, l'attacco non determina lesioni permanenti al cervello, per questo motivo i tempi di recupero sono molto brevi.
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Dr. Giovanni Mazzotta Medico Chirurgo
Dr. Giovanni Mazzotta
Neurologopsichiatra

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