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Macrocitosi

Ematologia
Macrocitosi

Cos'è la macrocitosi?

Si definisce macrocitosi delle emazie la presenza di globuli rossi (eritrociti) nel sangue periferico con un volume aumentato rispetto alla normalità. I globuli rossi di volume aumentato sono chiamati “macrociti”.

Si stima che la condizione interessi circa il 3% della popolazione generale.

La macrocitosi si manifesta spesso, ma non necessariamente, insieme all’anemia, che può essere:

  • non megaloblastica, in cui non si osserva un difetto di produzione dei globuli rossi; 
  • megaloblastica, in cui vi è un difetto nella maturazione dei precursori dei globuli rossi, che non consente di raggiungere la differenziazione terminale degli eritrociti. Un esempio di anemia megaloblastica è l’anemia perniciosa;
Gli eritrociti che maturano assumono morfologia anomala, volume aumentato e ipercromia o normocromia. Per ipercromia si intende la condizione in cui gli eritrociti hanno un contenuto di emoglobina superiore alla norma relativamente al loro volume.

Le emazie ipocromiche, invece, sono tipiche delle anemie microcitiche (la microcitosi è la condizione opposta alla macrocitosi).

In questo contesto, è utile sottolineare che l’anemia non è una riduzione del numero dei globuli rossi nel sangue, ma della quantità di emoglobina. Infatti, anche se è vero che spesso si riscontrano gli eritrociti bassi, questo è una conseguenza della carenza di emoglobina.

La condizione opposta, ovvero la presenza di eritrociti alti, la cui conseguenza è una maggiore quantità di emoglobina, è chiamata eritrocitosi.

Quali sono i valori normali?

Il volume degli eritrociti è espresso attraverso un valore medio chiamato “volume corpuscolare medio”, in inglese mean corpuscular volume (MCV). Quest’ultimo è misurato dall’esame emocromocitometrico e i valori normali per gli adulti sono generalmente compresi tra 80 fL (femtolitri) e 100 fL. Un valore maggiore di 100 fL è indicativo di macrocitosi.

Negli ultimi anni, alcuni autori hanno modificato il limite dei 100 fL, diminuendolo a 96 fL. Tale modifica ha come conseguenza quella di identificare come macrocitemici gli individui con MCV>96 fL.

I valori di MCV per i bambini sono diversi rispetto agli adulti e variano in base all’età:

  • 110-128 fL nei neonati;
  • 80-85 fL a 5-24 mesi;
  • 75-90 fL a 2-6 anni;
  • 78-95 fL a 6-12 anni;
  • 80-100 fL dopo i 12 anni.

Quali sono le cause?

Le cause di macrocitosi delle emazie possono essere classificate come:

  • megaloblastiche;
  • non megaloblastiche.
I megaloblasti sono i precursori nucleati dei globuli rossi e sono presenti nell’embrione. Dopo la nascita, la presenza dei megaloblasti è limitata alle condizioni patologiche.

Effettuando un esame con lo striscio di sangue, si osserva che i processi megaloblastici sono caratterizzati dalla presenza di megaloblasti, macro-ovalocitosi (macrociti di forma ovale), anisocitosi (presenza di emazie di diverse dimensioni) e poichilocitosi (alterazioni nella forma degli eritrociti).

I processi non megaloblastici hanno macrociti rotondi e macroreticolociti. I reticolociti sono dei globuli rossi immaturi e sono di dimensioni maggiori rispetto agli eritrociti.

Nella maggior parte dei casi di macrocitosi megaloblastica, la ragione per cui si osservano i precursori dei globuli rossi nel sangue è che vi è una deficienza di sostanze che consentono la maturazione delle emazie, cioè di vitamina B12 e folati.

Le cause megaloblastiche, dunque, sono:

  • gastrite atrofica;
  • malassorbimento di nutrienti;
  • trattamenti farmacologici per HIV;
  • anticonvulsivanti;
  • disordini del midollo osseo o disordini mieloproliferativi;
  • patologie ereditarie;
  • gravidanza.
Le cause non megaloblastiche sono:

Quali sono i sintomi?

I sintomi sviluppati sono quelli caratteristici della condizione che ha causato la macrocitosi. Nella maggior parte dei casi, poiché vi è l’associazione con l’anemia, gli individui sperimentano anche i sintomi di quest’ultima:

Come si diagnostica?

La diagnosi si basa sui risultati di:

  • esame emacromocitometrico;
  • esame dello striscio di sangue;
  • dosaggio di acido folico, vitamina B12 e omocisteina;
  • dosaggio della sideremia e della ferritinemia;
  • dosaggio LDL;
  • altri esami specifici per determinare la causa della macrocitosi.

Qual è il trattamento?

Il trattamento dipende dalla causa della macrocitosi, che va quindi sempre identificata prima di instaurare una terapia. La terapia, infatti, consiste in quella adatta a correggere la condizione che ha generato la macrocitosi.

Ad esempio:

  • se la condizione è causata da un deficit di vitamina B12 o di folati, questi vengono somministrati tramite integratori;
  • se la condizione è un effetto collaterale di un farmaco, questo andrà sospeso o ne verrà ridotto il dosaggio.

Quali sono le conseguenze?

Le conseguenze non sono dovute alla macrocitosi, ma all’anemia e alla malattia di base che l’ha scatenata. Ad esempio:

  • nelle forme avanzate di anemia macrocitica megaloblastica si sviluppano anche leucopenia (leucociti bassi) e trombocitopenia (piastrine basse);
  • nella broncopneumopatia cronica ostruttiva e nelle leucemie, l’anemia aggrava le condizioni dell’individuo e può causare esiti fatali;
  • durante la gravidanza (e, talvolta, anche durante l’allattamento) è possibile sviluppare una carenza di acido folico, a causa dell’aumento della richiesta da parte del feto. Le conseguenze non sono direttamente connesse alla condizione anemica materna, ma alla deficienza di acido folico. Quest’ultimo, infatti, è essenziale per la chiusura del tubo neurale dell’embrione e la sua assenza causa anencefalia o spina bifida.
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Dr.ssa Chiara Tuccilli Biologo
Dr.ssa Chiara Tuccilli

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