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Linfociti bassi

Ematologia
Primo Piano di Un Linfocita all'Interno dei Globuli Bianchi

Cosa sono i linfociti

I linfociti sono un tipo di globuli bianchi, responsabili di diverse funzioni specifiche nel combattere malattie e infezioni. I globuli bianchi, infatti, aiutano il corpo a combattere gli antigeni, dunque batteri, virus e altre tossine nocive, ricoprendo un ruolo fondamentale all’interno del sistema immunitario.

I linfociti costituiscono normalmente dal 20% al 40% dei globuli bianchi. Sotto il 15%, siamo in presenza di linfociti bassi. Tale insorgenza è chiamata anche linfocitopenia o linfopenia; al contrario, un aumento dei globuli bianchi è definito linfocitosi.

In presenza di un basso numero di linfociti la capacità del corpo di resistere e combattere le infezioni è gravemente compromessa e la sua suscettibilità al cancro aumenta, anche se in linea di massima a preoccupare sono altre carenze di leucociti. Avere dei neutrofili bassi, ad esempio, rende l’organismo estremamente vulnerabile alla contrazione di infezioni micotiche o batteriche. 

Tuttavia, anche la presenza di linfociti bassi non è da sottovalutare poiché comporta un potenziale rischio per vari organi.

Valori normali dei linfociti

I valori normali di linfociti nel sangue dei soggetti adulti riportati di seguito costituiscono intervalli approssimativi.

I laboratori, infatti, spesso adottano modalità di misurazione differenti per gli esami del sangue (emocromo). Per maggiore certezza diagnostica si dovranno mostrare gli esami al proprio medico curante. Tali risultati possono variare in base a:

  • Età
  • Sesso
  • Ereditarietà
Per stabilire quando i linfociti sono bassi è utile tenere a mente le seguenti quantità, al sotto (o al di sopra) delle quali si avranno situazioni patogene:

  • Globuli bianchi: da 4.500 a 10.000 per mc/L.
  • Linfociti: da 800 a 5.000 per mc/L.
In termini percentuali, i linfociti costituiscono normalmente dal 20% al 40% dei leucociti circolanti.

Sintomi dei linfociti bassi

Capire quando i linfociti sono bassi non è sempre semplice: questo fenomeno da solo non presenta sintomi o segnali evidenti. Nella maggior parte dei casi, tale condizione è rilevata durante le analisi per altre malattie.

I potenziali sintomi dei linfociti bassi sono:

  • Infezioni inusuali
  • Aumento della frequenza di infezioni o infezioni irrisolte
Questi fattori possono indurre un medico a condurre ulteriori test per diagnosticare la causa del problema.

Cause dei linfociti bassi

Ci sono molte cause dei linfociti bassi. Possono essere suddivise in cause generali, cause acquisite o cause ereditarie.

Cause generali dei linfociti bassi:

  • Il corpo non riesce a produrre un adeguato numero di linfociti
  • Il corpo produce un numero sufficiente di linfociti, ma vengono distrutti
  • I linfociti rimangono intrappolati nella milza o nei linfonodi
Cause acquisite di linfocitopenia (legate a condizioni mediche di base o in risposta a trattamenti medici):

Cause ereditarie dei linfociti bassi (legate a difetti nei geni che svolgono un ruolo nello sviluppo dei linfociti):

Vi sono poi alcune cause del problema a cui prestare particolare attenzione. Ad esempio, tra le malattie infettive che causano un basso numero di linfociti vi sono:
Tra le malattie autoimmuni, quelle che più frequentemente portano a un abbassamento dei linfociti sono:
Tutti i tumori, ma in particolare quello ematologico, possono portare a un basso conteggio linfocitario. Pertanto il linfoma o la leucemia determinano una condizione di linfopenia.

Da ultimo, anche l’anemia aplastica può determinare un abbassamento di linfociti: questa patologia determina una riduzione o cessazione della capacità emopoietica del midollo osseo. Conseguentemente si verifica una condizione di pancitopenia, ossia riduzione di tutte le tipologie di cellule del sangue, compresi i globuli bianchi. 

Diagnosi di linfocitopenia

Per diagnosticare il basso numero di linfociti normalmente si effettua una valutazione dettagliata della storia clinica del paziente, che comprende:

  • Rischio del paziente di sviluppare l’AIDS.
  • Precedente esposizione a trattamenti che possono spiegare una riduzione dei linfociti.
  • Storia familiare del paziente.
Durante un esame fisico, il medico controlla linfonodi e milza ingranditi e ricerca altri segni che indicano un’infezione. Inoltre, il paziente può essere sottoposto ad ulteriori test diagnostici per stabilire se malattie di base possono contribuire al basso numero di linfociti.

Cura per linfociti bassi

Generalmente, a un basso numero di linfociti corrisponde una specifica causa patologica, quindi per risolvere il problema sarà opportuno trattare la malattia che ne è la causa.

In caso di linfocitopenia lieve senza causa sottostante, non viene somministrato alcun trattamento e può capitare che la malattia migliori o si risolva da sola.

Se la linfopenia è causata da difetti genetici, il trapianto di cellule staminali del sangue e di cellule staminali del midollo osseo sono considerati una valida opzione di trattamento.

Per alzare i linfociti bassi sono studi in corso per identificare farmaci e strategie terapeutiche.

Linfociti bassi in gravidanza

I linfociti bassi in gravidanza sono un fenomeno che si verifica in modo abbastanza frequente. Tale evenienza non deve necessariamente allarmare, ma è bene indagare a fondo la causa di questo cambiamento per escludere eventuali patologie.

Tra queste, una delle più frequenti per le donne in gravidanza, è l’anemia aplastica, che si verifica quando il corpo non è in grado di produrre adeguate quantità di globuli bianchi.

Questa condizione produce un affaticamento e una vulnerabilità al sanguinamento incontrollati e a conseguenti infezioni. Le persone con più probabilità di riscontrare tale condizione, oltre alle donne incinte, sono i pazienti in cura con chemioterapia o dosi di radiazioni per il cancro, oppure persone che fanno uso di droghe a scopo farmaceutico o che sono venute a contatto con agenti chimici tossici.

La cura per linfocitopenia in gravidanza prevede trasfusioni di sangue e trattamenti farmacologici, mentre nei casi più gravi si consiglia il trapianto del midollo osseo. Come regole generali valgono le seguenti:

  • Stare a riposo
  • Protezione contro germi e rischio infezioni
  • Astensione dall’attività sportiva
  • Cautela in attività che comportano rischi di tagli o cadute

Linfociti bassi nei bambini

La definizione di un numero basso di globuli bianchi nei bambini varia a seconda dell'età e del sesso del bambino.

Il midollo osseo genera l’apporto di globuli bianchi nel corpo, quindi, qualsiasi condizione colpisca il midollo osseo può ridurre il numero di cellule nel flusso sanguigno. Ad esempio, le infezioni batteriche possono distruggere i neutrofili più velocemente di quanto vengano prodotti. I virus possono penetrare nel midollo osseo e influenzare la produzione di globuli bianchi.

Il parvovirus, un’infezione comune nei bambini, può causare una condizione chiamata anemia aplastica, che interrompe la produzione di cellule ematiche, compresi i globuli bianchi, all’interno del midollo osseo.

Anche l’infezione del virus dell’HIV provoca una diminuzione del numero di linfociti, rendendo il bambino suscettibile alle infezioni gravi.

Alcuni bambini nascono con difetti genetici, che impediscono loro di produrre globuli bianchi. La maggior parte delle deficienze immunitarie congenite è legata al cromosoma X, il che comporta che ne risultano colpiti maggiormente i ragazzi (essi infatti, possedendo un solo cromosoma X, esprimono come dominante qualsiasi carattere, anche recessivo, presente sul cromosoma). 

I bambini nati con grave immunodeficienza combinata non possiedono uno specifico tipo di globuli bianchi, il che paralizza il loro sistema immunitario. 

Senza un trapianto di midollo osseo, questi bambini solitamente muoiono di infezioni nel giro del primo anno di vita. I bambini con un’altra condizione, la neutropenia ciclica, subiscono una diminuzione periodica del loro numero di neutrofili, seguita da periodi di valori normali. Durante i periodi di conteggio basso, tali bambini sono suscettibili alle infezioni batteriche.

Una linfopenia può anche verificarsi a seguito dell’assunzione di medicinali. I bambini affetti da cancro che vengono sottoposti a chemioterapia possono presentare un basso numero di globuli rossi, poiché la chemioterapia ripulisce il midollo osseo non solo dalle cellule patogene ma anche da quelle che producono i globuli bianchi.

I corticosteroidi usati dai bambini con patologie croniche, come il lupus, possono sopprimere la produzione di globuli bianchi nel midollo osseo. I tumori, come la leucemia, possono affollare il midollo osseo, diminuendo la sua capacità di produrre globuli bianchi.

Neutrofili alti e linfociti bassi

Neutrofili e linfociti sono entrambi tipologie di globuli bianchi.

I valori normali dei neutrofili sono generalmente compresi tra tra i 1.500 e i 7.000 microlitri di sangue, ossia tra il 45 ed il 70% della conta leucocitaria.

Se dalle analisi del sangue emerge un livello troppo alto di neutrofili e un livello troppo basso di linfociti, le cause potrebbero essere diverse:

  • Malattia autoimmune in corso
  • Artrite reumatoide
  • Lupus eritematoso sistemico
  • Stress
  • Terapia farmacologica che altera il livello dei linfociti
  • Tumore
Consultare il proprio medico per una valutazione accurata degli esami ed eventuali approfondimenti.

Neutrofili bassi e linfociti alti: cosa significa

La presenza di linfociti alti nel sangue (linfocitosi) potrebbe indicare la presenza di una patologia in atto nel nostro organismo. Quando la linfocitosi si accompagna a una lieve neutropenia (neutrofili bassi) si manifesta comunemente in presenza di infezioni micobatteriche o di tipo virale quali:

In queste condizioni, il numero di linfociti risulta elevato perché vengono prodotte numerose cellule per combattere l’infezione specifica. Linfociti alti contribuiscono ad abbassare il numero di neutrofili perché viene temporaneamente modificato il processo di produzione e maturazione di queste cellule, lasciando spazio a quelle più specifiche.

La stanchezza è spesso uno dei sintomi in presenza di questa condizione e costituisce il segnale che spinge il medico o l’ematologo ad indagare più a fondo la situazione, tramite delle analisi.

Dieta per linfociti bassi

Non sempre è possibile aumentare i linfociti bassi tramite la dieta. Quando la causa è da ricercarsi in una patologia sottostante (malattie infettive, autoimmuni, tiroidee e altro), l'unico trattamento consigliabile è quello farmacologico, sotto l'attento indirizzo di un medico specialista.

In taluni casi, però, è possibile impostare una dieta per i linfociti bassi ad hoc. In particolare quando l'origine della condizione è data da:

  • Carenze vitaminiche (folati e vitamina B12)
  • Carenze di oligoelementi (zinco e rame)
  • Stress
  • Mancanza di acido folico (contenuto in alcuni cereali, ma anche nel latte, nelle arance, negli spinaci e nei legumi)
Resta comunque difficile stabilire cosa mangiare per i linfociti bassi, ma vi sono una serie di alimenti che possono rafforzare le difese immunitarie e integrare eventuali carenze vitaminiche e non solo. Tra questi:

  • Ginseng
  • Agrumi
  • Cereali
  • Spinaci
  • Uova
  • Pesce
  • Legumi
  • Echinacea
  • Aglio
  • Shiitake, maitake e reishi
  • Carote
  • Tè verde
  • Fermenti lattici
La carenza di globuli bianchi, data la loro funzione di difesa dell'organismo, rende inevitabilmente le persone più vulnerabili ad infezioni di diverso tipo.

Cos’è la linfocitosi

La linfocitosi segnala, al contrario della linfopenia, un aumento del numero di linfociti nel sangue. La linfocitosi è presente quando la conta dei linfociti risulta: 

  • Maggiore ai 4.000 per microlitro negli adulti
  • Maggiore di 7.000 per microlitro nei bambini
La linfocitosi viene solitamente rilevata quando si effettua un esame del sangue o esame emocromocitometrico completo. Se non viene fornito il conteggio dei linfociti può essere calcolato moltiplicando il conteggio totale dei globuli bianchi per la percentuale di linfociti rilevati nel conteggio differenziale. La conta dei linfociti può anche essere misurata direttamente mediante citometria a flusso.

Avere dei linfociti altissimi è una caratteristica di un’infezione in corso, in particolare nei bambini. Negli anziani, i disturbi linfoproliferativi, tra cui la leucemia linfatica cronica e i linfomi, spesso si presentano con linfoadenopatia e linfocitosi.

Le cause della linfocitosi assoluta includono:

  • Infezioni virali acute, come la mononucleosi infettiva (febbre ghiandolare), l’epatite e l’infezione da Citomegalovirus
  • Altre infezioni acute, come la pertosse
  • Alcune infezioni da protozoi, come la toxoplasmosi e la tripanosomiasi americana (malattia di Chagas)
  • Infezioni batteriche intracellulari croniche, come la tubercolosi o la brucellosi
  • Leucemia linfatica cronica
  • Leucemia linfoblastica acuta
  • Linfoma
  • Stato di post-splenectomia
Le cause della linfocitosi relativa comprendono: 

  • Età inferiore a 2 anni
  • Infezioni virali acute
  • Malattie del tessuto connettivo
  • Tireotossicosi
  • Morbo di Addison
  • Splenomegalia con sequestro splenico di granulociti

Quando fare l'esame

Il medico curante può richiedere un esame del sangue per monitorare i linfociti.

Questo si verifica in caso di segni di malattie che indeboliscono il sistema immunitario, ma anche per distinguere tra una condizione tumorale e non tumorale, soprattutto nel caso di tumori del sangue o del midollo osseo.

Infine, il test può anche essere utilizzato allo scopo di monitorare l'efficacia di una terapia. Per quanto riguarda la preparazione all'esame, il digiuno non è tra i prerequisiti né altri accorgimenti specifici.

Tra i fattori che possono influenzare l'esame, si ricordano le seguenti situazioni:

  • essere in un forte stato di stress;
  • essersi sottoposti a operazioni chirurgiche;
  • fare uso di medicinali immunosoppressivi, come nel caso di ricorso a cortisone, chemioterapia o radioterapia.
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Dr.ssa Tania Catalano Biologo
Dr.ssa Tania Catalano
specialista in Medicina molecolare

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