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Ipertiroidismo

Endocrinologia
Ipertiroidismo

Che cos’è l’ipertiroidismo?

L'ipertiroidismo, noto anche come tireotossicosi, si verifica quando la ghiandola tiroidea produce una quantità eccessiva di tiroxina o triiodotironina, causando l’accelerazione del metabolismo.

La tiroide, che è situata nel collo, produce ormoni che vengono rilasciati nel flusso sanguigno, per controllare la crescita del corpo e il suo metabolismo; questi sono, appunto, la tiroxina e triiodotironina: essi influenzano processi come la velocità cardiaca e la temperatura corporea, e aiutano a convertire l’energia necessaria per far funzionare l’organismo.

L’ipertiroidismo è più comune nelle donne che negli uomini. 

Tipi di ipertiroidismo

Esistono due forme di ipertiroidismo:

  1. Ipertiroidismo evidente, quando è completamente sviluppato
  2. Ipertiroidismo subclinico, quando i sintomi sono lievi o assenti

Quali sono i sintomi dell’ipertiroidismo?

I sintomi dell'ipertiroidismo sono:

Si possono notare anche altri sintomi fisici di ipertiroidismo:

  • gonfiore al collo, causato dall’ingrossamento della ghiandola tiroide (gozzo);
  • ritmo irregolare del battito cardiaco e delle pulsazioni;
  • tremore;
  • pelle calda e umida;
  • rossore sui palmi delle mani;
  • sgretolamento delle unghie alla base;
  • pelle pruriginosa con gonfiori (orticaria);
  • perdita di capelli a chiazze (alopecia).

Quali sono le cause dell’ipertiroidismo?

Le cause dell’ipertiroidismo sono:

  • Morbo di Graves: è la causa più comune dell’ipertiroidismo. Può essere ereditario e può manifestarsi maggiormente nelle donne tra i 20 e i 40 anni (le possibilità aumentano se si fuma). Il morbo di Graves è una patologia autoimmune, in cui gli anticorpi, invece di attaccare i batteri, colpiscono i tessuti sani. Anche gli occhi possono essere colpiti dal morbo, provocando disagio e visione doppia (Oftalmopatia di Graves).
  • Noduli della tiroide: formati senza un apparente spiegazione, e solitamente benigni, i noduli alla tiroide possono contenere tessuto tiroideo anomalo, il quale può influenzare la normale produzione di tiroxina e triiodotironina. I noduli che contengono tessuto tiroideo anomalo sono indicati come tossici. 
  • Gozzo multi nodulare: si verifica quando ci sono due o più noduli nella tiroide. Nel caso in cui è presente solo un singolo nodulo, tale condizione è conosciuta come nodulo tiroideo tossico o adenoma. I noduli tiroidei tossici rappresentano circa il 5% dei casi di ipertiroidismo.
  • Integratori di iodio: lo iodio contenuto nei cibi ingeriti è utilizzato dalla tiroide per produrre gli ormoni tiroidei tiroxina e triiodotironina. L’assunzione di ulteriore iodio per mezzo di integratori, può provocarne un’eccessiva produzione (ipertiroidismo di Jod-Basedow). Solitamente, si verifica soltanto se nella ghiandola tiroide sono già presenti noduli non tossici.
  • Amiodarone: è un tipo di farmaco conosciuto come antiaritmico, che aiuta a controllare un battito cardiaco irregolare (fibrillazione atriale). Se il paziente ha dei noduli non tossici nella ghiandola tiroide, l’amiodarone può causare l’ipertiroidismo perché contiene iodio.
  • Tumore della tiroide follicolare: può verificarsi se le cellule cancerose nella ghiandola tiroide cominciano a produrre tiroxina o triiodotironina.

La diagnosi: come si scopre l'ipertiroidismo?

È necessario consultare un medico per la diagnosi di ipertiroidismo. La diagnosi sarà basata sui sintomi e sui risultati di un esame del sangue che determina quanto la tiroide stia funzionando correttamente. Tale esame del sangue è conosciuto come esame della funzionalità tiroidea o esame della tiroide e testerà i livelli di:

  1. ormone stimolante della tiroide (TSH);
  2. tiroxina e triiodotiroxina (gli ormoni tiroidei).
L'ormone stimolante della tiroide è prodotto nella ghiandola pituitaria presente nel cervello e controlla la produzione di tiroxina e triiodotiroxina. Quando i livelli di tiroxina e triiodotiroxina nel sangue sono normali, la ghiandola pituitaria interrompe il rilascio dell'ormone stimolante. Quando il livello della tiroxina o della triiodotiroxina diminuisce, la ghiandola pituitaria produce più ormone stimolante della tiroide per alzare il livello.

Cura per l'ipertiroidismo

La terapia per l’ipertiroidismo si propone di far rientrare i livelli degli ormoni tiroidei nella norma. Potrebbe essere necessaria una terapia anche per qualunque patologia collegata, come il gonfiore della ghiandola tiroide (gozzo).

  • Trattamento dell’ipertiroidismo subclinico

Se viene eseguita una diagnosi di ipertiroidismo subclinico, il paziente potrebbe non aver bisogno di alcun trattamento. Nella maggior parte dei casi, il livello ridotto dell’ormone stimolante della tiroide nel sangue ritornerà normale entro un paio di mesi senza bisogno di alcuna cura e l’ipertiroidismo subclinico scomparirà da solo.

Tuttavia, poiché l’ipertiroidismo subclinico può trasformarsi in ipertiroidismo evidente, occorrerà consultare il medico nuovamente uno o due mesi dopo la diagnosi per poter monitorare la patologia. Se i livelli di ormone stimolante della tiroide nel sangue rimangono più bassi del normale dopo uno o due mesi, e i livelli degli ormoni tiroidei non sono aumentati, sarà necessario effettuare regolarmente gli esami per la funzionalità della tiroide.

  • Trattamento dell’ipertiroidismo evidente
La diagnosi di ipertiroidismo evidente avverrà se l’esame per la funzionalità della tiroide rivela che i livelli di ormone stimolante della tiroide sono bassi e i livelli degli ormoni tiroidei (tiroxina e triiodotiroxina) sono invece alti. In questo caso, il medico curante suggerirà una terapia specialistica. Essa potrebbe essere necessaria in caso di:

  • oftalmopatia di Graves, ossia problemi agli occhi come visione doppia e occhi sporgenti;
  • gravidanza o parto;
  • ipotiroidismo causato da una sostanza secondaria, come l'amiodarone;
  • altra patologia, come il disturbo coronarico cardiaco.
Il paziente potrebbe necessitare del pronto soccorso in caso riportasse alcuni dei sintomi della tempesta della tiroide. Questa è una reazione rara ma grave che può avvenire come risultato di ipertiroidismo non diagnosticato o non monitorato. Lo specialista determinerà il metodo di trattamento migliore basandosi sui sintomi e sulla quantità di ormoni tiroidei in eccesso nel sangue.

Quali sono i farmaci per l'ipertiroidismo?

La gestione della malattia prevede l'assunzione di una serie di farmaci per l'ipertiroidismo, riassunti qui di seguito.

  • Tionamidi (metimazolo, carbimazolo e propiltiouracile) e ipertiroidismo
Il metimazolo è il farmaco più usato in Italia per la cura dell'ipertiroidismo. L’utilizzo di tionamidi è infatti comune per trattare la malattia: si tratta di un tipo di farmaco che interrompe la produzione di quantità eccessive di tiroxina e triiodotiroxina da parte della ghiandola tiroide.

Una volta che la produzione di ormoni tiroidei è sotto controllo, lo specialista potrà decidere di ridurre gradualmente la dose del farmaco. Se la patologia non è sotto controllo, potrebbe essere necessario continuare ad assumere carbimazolo e propiltiouracile per un lungo periodo.

In rari casi, l’assunzione di queste sostanze può avere effetti collaterali, anche se questi ultimi sono solitamente lievi. In casi molto rari, il carbimazolo e il propiltiouracile possono causare una grave patologia del sangue conosciuta come propiltiouracile (improvviso calo dei globuli bianchi). Solitamente, questa si verifica nei primi tre mesi del trattamento. Occorre consultare il medico se, durante l’assunzione di tionamidi, si presentano i seguenti sintomi:


  • Beta-bloccanti e ipertiroidismo
I betabloccanti, come il propanolo o l’atenolo, possono alleviare alcuni dei sintomi dell’ipertiroidismo, come il tremore, la tachicardia e l’iperattività. Lo specialista può prescrivere un betabloccante per alleviare i sintomi mentre il paziente si sta sottoponendo alle procedure per giungere a una diagnosi precisa, o finché la ghiandola tiroidea non viene posta sotto controllo tramite l’assunzione di tionamidi.

Tuttavia, i betabloccanti non sono indicati per i pazienti affetti da asma. Gli effetti collaterali dei betabloccanti possono però includere: 


  • Terapia radio-iodio e ipertiroidismo
Il trattamento radio-iodio è una forma di radioterapia che viene utilizzata per curare la maggior parte di tipi di ipertiroidismo. Contiene iodio radioattivo che si va a formare nella ghiandola tiroide e la restringe, riducendo così la quantità di ormoni tiroidei che essa può produrre.

La dose di radioattività contenuta nel radio-iodio è molto bassa e non risulta nociva. La terapia radio-iodio non è idonea per le donne in stato di gravidanza o in fase di allattamento, e potrebbe non essere indicata anche per pazienti con problemi oculari, come visione doppia o occhi sporgenti.

  • Chirurgia (tiroidectomia) e ipertiroidismo
L’operazione chirurgica per rimuovere completamente o in parte la ghiandola tiroide è conosciuta come tiroidectomia totale o parziale. È una cura permanente per l’ipertiroidismo ricorrente. Lo specialista potrebbe raccomandare l’intervento chirurgico alla tiroide, se la ghiandola è pericolosamente gonfia (un grande gozzo) e sta causando problemi al collo. Una tiroidectomia potrebbe anche essere consigliata se si ha:

  • gozzo multi nodulare tossico o un nodulo tiroideo tossico (adenoma);
  • tumore alla tiroide.
L’obiettivo della chirurgia è quello di rimuovere una parte della tiroide che sia sufficiente a garantire la riduzione della produzione di tiroxina. Se viene prelevata una parte eccessiva della ghiandola tiroidea, il paziente potrebbe soffrire di ipotiroidismo. Questo avviene quando la tiroide non produce abbastanza ormoni tiroidei.

Complicazioni dell’ipertiroidismo

Le complicazioni dell'ipertiroidismo sono diverse, e tendono a svilupparsi soprattutto in caso la patologia non venga curata adeguatamente.

  • Oftalmologia di Graves e ipertiroidismo
Se il paziente è affetto dal morbo di Graves, potrebbe avere problemi agli occhi. Questo è conosciuto come oftalmologia di Graves. I problemi agli occhi possono comprendere:

  • fastidio agli occhi;
  • problemi alla vista;
  • occhi sporgenti.
Nei casi lievi, i sintomi dell’oftalmologia di Graves possono essere alleviati tramite l’utilizzo di gocce per gli occhi.

  • Tempesta della tiroide e ipertiroidismo
In assenza di diagnosi di ipertiroidismo o se esso è scarsamente monitorato può portare a una reazione rara ma grave chiamata tempesta della tiroide. Una tempesta della tiroide può essere innescata da un’infezione, una ferita o un trauma, come un colpo apoplettico.

La patologia può anche verificarsi nelle donne incinte con ipertiroidismo non diagnosticato o trascurato, e può essere innescata dal parto o dall'intervento chirurgico.
I sintomi della tempesta della tiroide comprendono:

  • battito cardiaco molto rapido: sopra i 140 battiti al minuto;
  • febbre: una temperatura superiore a 38 °C;
  • disidratazione, con diarrea e vomito;
  • itterizia ossia ingiallimento della pelle;
  • grave agitazione e confusione;
  • allucinazioni.
Una tempesta della tiroide richiede una cura medica d’emergenza all'ospedale.

Alimentazione e ipertiroidismo: cosa mangiare e quali alimenti evitare?

Anche se non esiste una dieta che permetta di guarire dall’ipertiroidismo e, tantomeno, di prevenirlo, tuttavia la correlazione tra ipertiroidismo e dieta è importante ed accertata.

Anzitutto, quindi, bisogna evitare i cibi che possano peggiorare lo squilibrio metabolico generato dalla malattia. In primo luogo, vanno assolutamente evitati i cibi ricchi di iodio. In alcuni casi, piuttosto rari in verità, l’ipertiroidismo è iodio-indotto ed eliminando lo iodio dall’alimentazione la malattia regredisce e si risolve.

In tutti gli altri casi, anche se non porta a guarigione, è importante limitare i cibi ricchi di iodio – l’apporto massimo non deve superare i 40 microgrammi/giorno - come:

  •  il sale, marino o iodato;
  •  uova;
  •  latticini;
  •  frutti di mare.
 Maggiore è la quantità di iodio in circolo infatti, e maggiore è la produzione di ormoni tiroidei. Per lo stesso motivo vanno evitate le bevande eccitanti come:

  • caffè;
  • tè;
  • alcool;
  • carni grasse;
  • condimenti grassi o piccanti.
La dieta vegetariana (alimentazione vegetariana) è particolarmente indicata per gli ipertiroidei. Alcune verdure, come broccoli, cavoli, cavolfiori e rucola sembra possano avere qualche effetto nella limitazione della produzione di tiroxina.

Da evitare, infine, anche il prezzemolo e il pepe. I legumi possono essere consumati come sostitutivi della carne e, come condimenti, prediligere l’olio extravergine di oliva.

Ipertiroidismo in gravidanza

Generalmente, nei primi tre mesi di gravidanza, si può osservare la comparsa del disturbo, o un peggioramento in caso di condizione pre-esistente, a cui fa seguito uno spontaneo miglioramento nei mesi successivi.

La causa più comune va cercata nella presenza del morbo di Basedow-Graves, ma talvolta è legato anche all’iperemesi gravidica. Questa condizione potrebbe dipendere da livelli elevati di hCG, che possono anche indurre un ipertiroidismo temporaneo che regredisce durante la seconda metà della gravidanza.

L’ipertiroidismo clinico interessa circa lo 0.1-1% delle donne in gravidanza.
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Dr. Mario Vasta Medico Chirurgo
Dr. Mario Vasta
endocrinologomedico dello sport

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