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Colica renale

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Colica renale

Cos'è una colica renale

La colica renale è un disturbo caratterizzato da un forte dolore dell'uretere, provocato dalla presenza di calcoli renali nel tratto urinario; si formano quando minerali, come il calcio e l'acido urico, si attaccano tra loro nelle urine e creano cristalli duri. I calcoli possono essere piccoli come un granello di sabbia o grandi come una pallina da golf e, quando crescono abbastanza, possono diventare molto dolorosi.

Comincia in genere con un dolore lombare sordo che, talvolta, può mancare e a cui segue un dolore violento insopportabile, lacerante o urente all'ipocondrio, con irradiazione verso la regione lombare o il perineo.

Nell'uomo, l'irradiazione può essere estesa al testicolo o al pene o alle regioni sciatiche o a quella precordiale.

Il dolore delle coliche renali spesso arriva a ondate, che possono durare dai 20 ai 60 minuti.

Sintomi di colica renale

I sintomi di una colica renale sono:

La sintomatologia dolorosa della colica è tipica solo nelle sue fasi iniziali, perché, quando questa è in pieno svolgimento, il dolore si generalizza a tutto l'addome; il che, insieme a meteorismo, che in genere è presente, crea confusioni con altre affezioni addominali acute, soprattutto con l'occlusione intestinale.

Il sintomo principale è sicuramente il dolore, tanto forte da essere invalidante. È provocato dal movimento dei calcoli dal rene alla vescica ed insorge con il passaggio nell’uretere. Quando il calcolo non si muove, pur essendo presente, è del tutto asintomatico.

 Il dolore, molto forte sul fianco in corrispondenza del rene colpito, può estendersi all’addome e, dal momento che il passaggio dei calcoli blocca il naturale percorso dell’urina nel tratto urinario, dare luogo a spasmi muscolari molto violenti.

Per questo motivo, al dolore, possone essere associate nausea, vomito e febbre. Un altro sintomo comune in caso di calcoli renali è l’ematuria, la presenza di sangue nelle urine, provocata dalle lesioni dell’uretere causate dal passaggio dei calcoli.

Cosa sono i calcoli renali

I calcoli renali, o calcolosi renale, è una malattia caratterizzata dalla precipitazione di sostanze disciolte normalmente nell'urina e dal loro successivo conglomeramento in concrezioni che si formano e si arrestano all'interno del bacinetto renale.

Le cause che determinano il formarsi dei calcoli sono molteplici e non sempre facilmente individuabili; tutavia, si può affermare che, per qualche motivo legato a turbe metaboliche, disvitaminosi, malattie endocrine, fattori locali come le malformazione e le infezioni, vengano ad alterarsi le leggi fisiochimiche che reggono le soluzioni di sali. Le sostanze che intervengono nella cosituzione dei calcoli sono sali (fosfati, urati, ossalati), metaboliti (acido urico, cistina, xantina), talvolta, farmaci (sulfamidici).

I disturbi detemirnati dai calcoli renali sono legati alla possibilità di comportare un impedimento allo scarico delle urine o di favorire le infezioni.

Spesso, la calcolosi decorre senza alcun sintomo, ma più frequentemente essa si manifesta con 2 elementi: il dolore e l'emissione di sangue con le urine, l'ematuria. Il dolore è quasi sempre improvviso, acuto, insopportabile, localizzato alla regione lombare di un lato (colica renale) e dura qualche ora, o anche qualche giorno; esso è dovuto al fatto che il calcolo si sposta dalla sua sede e va ad occludere l'imbocco dell'uretere.

Successivamente, sia perchè il calcolo ritorna nella sua sede primitiva (ed in tal caso la colica si può ripresentare a distanza varia di tempo), sia perchè esso scorre lungo l'ureterere e viene emesso con le urine, il dolore cessa.

Talore, invece, il dolore si manifesta in forma gravativa, come un peso o un indolenzimento della regione lombare irradiato all'inguine o all'epigastrio.

L'altro elemento sintomatologico pressochè costante è l'ematuria che, rilevabile per lo più con opportuni esami chimici e microscopici, diviene spesso ben visibile ad occhio nudo.

Obiettivamente, il paziente accusa il dolore provocato dalla precussione della regione lombare o dalla pressione nel punto costo-lombare.

I calcoli sono nel 95% dei casi opachi ai raggi X, per cui, un semplice esame radiologico diretto può quasi sempre confermare la diagnosi sospettata.

Onde precisarne ulteriormente le caratteristiche, si farà ricorso all'urografia (o pielografia discendente) o alla pielografia ascendente.

Il calcolo fà svelare la sua presenza, non solo per mezzo del dolore e dell'ematuria, ma anche col facile sviluppo di infezioni. Queste sovente hanno un carattere cronico, ma talvolta assumono un andamento acuto, con febbre, brividi e stato setticemico e facile complicazione in pielonefriti acute e ascessi renali.

Per la progressiva distruzione del parenchima che essa determina, la calcolosi renale cosistuisce un rilevante pericolo per il rene, tanto più grave se essa è biaterale o localizzata in un rene superstite.

La cura della calcolosi sarà volta anzitutto all'eliminazione delle cause che stanno alla base della malattia. Secondariamente, gli sforzi tendono a sopprimere le infezioni con l'uso di disinfettanti urinari ed antibiotici.

La cura chirurgica, scelta in base alle dimensioni dei calcoli, al loro numero, al danno da essi provocato, alla mono o alla bilateralità della lesione, può essere conservativa ed in tal caso consiste nell'asportazione del calcol attraverso un'incisione del bacinetto (pielotomia) o del rene (nefrolitotomia); è invece demolitiva con asportazione del rene (nefrectomia) quando i danni non consentono un recupero del rene affetto.

Cause di colica renale

La colica renale è scatenata dalla presenza di un calcolo all'interno delle vie urinarie che poi passa negli ureteri. Il calcolo allunga e allarga la zona, causando un dolore intenso.

Circa il 12% degli uomini e il 6% delle donne subirà uno o più calcoli urinari nel corso della vita. Il tasso di colica renale è in aumento a causa dei cambiamenti nella dieta e nelle abitudini di vita.

Può essere dovuta a cause litiasiche, ma anche a cause non litiasiche, solitamente dovute a diverse malattie (tubercolosi renale, carcinomi renali, pieliti gravi, idronefrosi).

Alcuni fattori aumentano il rischio di contrarre calcoli urinari, tra cui:

  • Una dieta ricca di sostanze che causano la formazione di calcoli, come ossalato o proteine.
  • Una storia familiare o personale di calcoli.
  • Disidratazione dovuta al non bere abbastanza liquidi o a causa della perdita di troppi liquidi attraverso sudorazione, vomito o diarrea.
  • Obesità.
  • Chirurgia di bypass gastrico, che aumenta l'assorbimento da parte del corpo di calcio e altre sostanze che formano i calcoli.
  • Disordini metabolici.
  • Malattie ereditarie.
  • Iperparatiroidismo.
  • Infezione del tratto urinario.

Rischi di colica renale

La principale complicanza dovuta a una colica renale è l’ostacolo al normale flusso urinario che determina un aumento di pressione e porta alla sintesi ed al rilascio di prostaglandine.

Le complicazioni che si sviluppano a causa di una colica renale sono rare perché, nella maggior parte dei casi, i calcoli renali sono identificati e trattati prima che possano verificarsi problemi.

Tuttavia, se si verifica un blocco, c'è il rischio di infezione e, in casi molto rari, il rene potrebbe essere danneggiato.

La complicazione più comune è che i calcoli renali possano ripresentarsi. Le persone che hanno superato un calcolo renale hanno una probabilità del 60-80% di averne un altro a un certo punto della propria vita.

I diversi tipi di trattamento per i calcoli più grandi può causare alcune complicazioni, che dipenderanno dal tipo di trattamento a cui si verrà sottoposti e dalle dimensioni e dalla posizione dei calcoli. Potrebbero includere:

  • Sepsi: un'infezione che si è diffusa attraverso il sangue, causando sintomi in tutto il corpo.
  • Residui di calcoli: un blocco causato da frammenti di calcoli nell'uretere (il tubo che collega ciascun rene alla vescica).
  • Una lesione all'uretere.
  • Infezione del tratto urinario.
  • Sanguinamento durante l'intervento chirurgico.
  • Dolore.

Diagnosi di colica renale

I calcoli renali, che provocano la colica renale, vengono individuati da una radiografia o da un’ecografia.

L'esame delle urine, ricche di urati, emorragiche (a volte, solo microscopicamente), con cellule di sfaldamento pelviche ed ureteriche, risolve il problema diagnostico.

L'indagine radiologica risolve quasi sempre ogni dubbio.

Come curare una colica renale

La terapia per una colica renale può essere sintomatologica, ovvero mirante all'alleviazione dei sintomi dolorosi, oppure causale se mira ad allontanare la causa prima della colica.

Generalmente il trattamento per la colica renale (fermo restando un immediato controllo medico per individuare dimensioni e posizioni dei calcoli, per calcoli di piccolissime dimensioni o in presenza di renella) viene instaurato favorendo la diuresi con cure idropiniche, vale a dire ingerendo grandi quantità di acqua, che deve essere priva di minerali (oligominerali minimamente mineralizzati, con un residuo fisso inorganico inferiore ai 50 milligrammi per litro).

Sotto controllo medico, è possibile adottare il cosiddetto colpo d’acqua, che consiste nell’ingerire un litro d’acqua in un periodo di tempo molto breve, al massimo 15 minuti. Il controllo medico è importante durante la fase acuta della patologia perchè, per quanto possa sembrare incredibile, anche l’acqua, oltre certe dosi, può essere letale, come un veleno.

Dal punto di vista farmacologico, i rimedi sono solo di tipo sintomatico e costituiti da antidolorifici ed, eventualmente, antifiammatori tipo fans. In alcuni casi, vengono prescritti il Citrato di Potassio e di Magnesio, per facilitare lo scioglimento dei calcoli, in ragione di una dose ogni 12 ore per almeno 10 giorni. In caso di calcoli renali di maggiori dimensioni, impossibili da espellere naturamente, vengono adottati trattamenti chirurgici di asportazione e litotrissia. 

I maggiori interventi utilizzati per rimuovere i calcoli provocati da una colica renale sono:

Asportazione per via endoscopica: consiste nell'introdurre piccolissime sonde ottiche (endoscopi) che individuano la posizione del calcolo permettendo che venga  frantumato con un raggio laser o con ultrasuoni. I frammenti dei calcoli possono essere quindi eliminati assieme alle urine o, più comunemente, estratti seguendo lo stesso percorso dell'endoscopio. 

Litotrissia extracorporea: è un intervento minimamente invasivo, in quanto il calcolo viene colpito da onde d’urto meccaniche provocate da un apparecchio detto litotritore. E’ un trattamento utilizzabile solo in caso di calcoli di piccole dimensioni (< 2cm) perchè, essendo extracorporeo, l’unica via di espulsione dei residui del calcolo è quella naturale, con le urine.

Litotrissia renale percutanea: è un metodo utilizzato soltanto quando i precedenti trattamenti non sono percorribili. Individuato il calcolo con la diagnostica per immagini, lo si raggiunge praticando un foro e lo si estrae, dopo averlo prima frantumato meccanicamente.

Chirurgia renale a cielo aperto: è il trattamento chirurgico più invasivo, in quanto comporta l’apertura dell’addome. Oggi è utilizzato solo in una piccola percentuale di casi (circa il 5%) e solo in caso di calcoli di grosse dimensioni non frantumabili o in caso di calcoli cosiddetti a stampo, cioè che occupano tutta la pelvi e i bacinetti del rene. In qualche caso è possibile effettuare l’intervento in laparoscopia anzichè in laparotomia.

Colica renale in gravidanza

La gestione iniziale dell'urolitiasi in gravidanza dovrebbe essere prudente. L'idratazione e l'analgesia per via endovenosa hanno mostrato un passaggio spontaneo di calcoli sintomatici nel 64-84% delle pazienti. Anche il riposo a letto, gli antiemetici e gli antibiotici sono importanti, quando indicato.

Alcuni calcoli possono semplicemente diventare asintomatici, permettendo il ritardo di ulteriori trattamenti. L'urolitiasi sintomatica è più probabile che si risolva quando i calcoli si trovano nella pelvi renale rispetto all'uretere distale. 

Gli obiettivi del trattamento nelle pazienti sono di ridurre il disagio materno, prevenire il danno renale e la sepsi a causa dell'ostruzione dei calcoli e minimizzare i rischi per il feto. Se le misure conservative non riescono ad alleviare i sintomi clinici o ad espellere i calcoli, deve essere intrapreso un intervento chirurgico appropriato.

A causa dei cambiamenti fisiologici ed elettrolitici associati alla gravidanza, gli studi metabolici devono essere posticipati fino al completamento della gravidanza.

Diversi narcotici sono stati testati per l'uso durante la gravidanza. La morfina solfato, l'idromorfone, il butorfanolo, la meperidina e il paracetamolo forniscono sollievo sintomatico temporaneo, senza danneggiare il feto. Tuttavia, evitare la Codeina durante la gravidanza a causa della sua associazione con difetti fetali. L'uso a lungo termine di stupefacenti in gravidanza può portare alla dipendenza da narcotici fetali e persino al ritardo di crescita intrauterino o al travaglio prematuro

Anche i farmaci antinfiammatori non steroidei sono controindicati a causa dell'aumentato rischio di aborto spontaneo se usati nel primo trimestre. Inoltre, le anomalie renali fetali, l'ipertensione polmonare fetale e la chiusura prematura del dotto arterioso sono rischiosi quando i FANS vengono prescritti vicino al termine.

Il passaggio del calcolo ureterale può essere facilitato dai bloccanti alfa-adrenorecettori. Questi agenti promuovono il rilassamento della muscolatura liscia ureterale e aumentano i tassi di passaggio del calcolo, diminuendo la quantità di dolore associato all'azione. 

La gestione medica per la riduzione della colica renale è controindicata. I diuretici tiazidici sono controindicati durante la gravidanza perché possono indurre trombocitopenia fetale, ipoglicemia e iponatriemia. Inoltre, sono generalmente pericolosi perché possono interferire con la normale espansione extracellulare del volume della gravidanza.

Il metodo più sicuro di gestione medica della colica renale durante la gravidanza è di aumentare l'assunzione di liquidi e di evitare un'assunzione eccessiva di calcio (comprese le vitamine prenatali rinforzate con calcio). In genere, l'assunzione di calcio non deve superare 1000-1200 mg/die durante la gravidanza. Questo trattamento può prevenire o ridurre il rischio di urolitiasi durante la gravidanza. Anche l'assunzione di sodio e il consumo di proteine ​​dovrebbero essere ridotti.

L'intervento chirurgico è richiesto nel 20-30% delle gravidanze complicate da urolitiasi. I trattamenti chirurgici sono piuttosto limitati e vengono utilizzati per fornire il drenaggio di un sistema ostruito con posizionamento di uno stent ureterale o nefrostomia percutanea, per ritardare il trattamento fino al completamento della gravidanza.

Un ampio spettro di interventi, che vanno dal posizionamento dello stent ureterale alla litotomia aperta, sono stati utilizzati per trattare con successo l'urolitiasi in gravidanza; tuttavia, indipendentemente dalla modalità o dall'invasività dell'intervento chirurgico, ognuno presenta un elemento di rischio per la madre e il feto. Pertanto, l'intervento chirurgico è riservato a pazienti gravide in cui la gestione conservativa fallisce o quando la chirurgia è indicata diversamente. 

Le indicazioni per l'intervento chirurgico includono quanto segue:

  • Ostruzione ureterale associata ad aumento dell'azotemia.
  • Ostruzione in un rene solitario.
  • Dolore intrattabile nonostante le misure conservative massimali.
  • Urosepsi.
L'ureteroscopia sta guadagnando favore come approccio di prima linea ai calcoli urinari che richiedono un intervento. 

Gli stent interni vengono generalmente posizionati con guida ecografica o fluoroscopia limitata con anestesia locale. Questo riduce al minimo i rischi di radiazioni e anestesia per il feto. Si raccomanda di aumentare l'idratazione orale e ridurre l'assunzione di calcio per prevenire l'incrostazione dello stent secondaria a stasi urinaria, ipercalciuria o infezione. La sostituzione degli stent ogni 3-4 settimane e la profilassi antibiotica sono suggeriti per evitare l'infezione del tratto urinario e la calcificazione. 

L'inserimento di tubi per nefrostomia percutanea o di stent ureterali è considerata una procedura minore, tuttavia, inserzioni o cambiamenti ripetuti possono comportare rischi comparabili con quelli di ureteroscopia definitiva in una singola impostazione. 

Gli svantaggi dello stent ureterale interno includono:

  • Infezioni del tratto urinario e promozione di infezioni ascendenti.
  • Ematuria.
  • Sintomi di minzione irritativa e colica renale dovuta a stent.
  • Migrazione dello stent a causa di idroureteronefrosi della gravidanza.
  • Procedure multiple per modificare lo stent per evitare l'incrostazione.
L'ureteroscopia consente la visualizzazione completa di tutto l'uretere e della pelvi renale, consentendo una diagnosi accurata e un trattamento definitivo per l'urolitiasi. L'ureteroscopia è risultata sicura ed efficace in tutte le fasi della gravidanza. 

La maggior parte delle ureteroscopie viene eseguita in assenza di radiazioni. 

L'anestesia generale è usata raramente. La stragrande maggioranza delle procedure è stata eseguita con analgesia epidurale o spinale.
 
Le controindicazioni all'ureteroscopia includono: ​​

  • Calcoli più grandi di 1 cm.
  • Calcoli multipli.
  • Sepsi.
  • Rene trapiantato.
In passato, le pazienti gravide che richiedevano l'intervento per urolitiasi subivano litotomia aperta o manipolazione del calcolo alla cieca in anestesia generale. Tuttavia, le procedure più moderne utilizzate per trattare chirurgicamente l'urolitiasi vengono eseguite senza anestesia o radiazioni e comportano minori tassi di morbilità mantenendo percentuali di successo uguali o superiori. Di conseguenza, la chirurgia aperta è ora utilizzata come ultima risorsa. 

La chirurgia aperta viene utilizzata se un calcolo deve essere rimosso prima del parto a causa di complicazioni della gestione conservativa o invasiva della urolitiasi o se sono presenti controindicazioni all'ureteremia. 

La nefrolitotomia percutanea, quando indicato, è la migliore a causa dei rischi per il feto con anestesia e radiazioni. 

Cosa mangiare in caso di coliche renali

Ci sono indicazioni di tipo generale e quelle specifiche, cioè dipendenti dal tipo di materiale prevalente nella formazione del calcolo.
 In primo luogo, va combattuta l’obesità, uno dei principali fattori di rischio per la calcolosi. In secondo luogo, per prevenire recidive, è bene assumere sempre una quantità di acqua, oligominerale, di 1,5 o 2 litri al giorno.  

Una dieta, soprattutto vegetariana, è molto più salutare, anche in caso di calcolosi, rispetto ai rischi di una dieta proteica a base di grassi animali. Nello specifico, in caso di calcoli a base di calcio, è meglio diminuire o eliminare latte e formaggio e sostituirli con le bevande equivalenti di soia, di mandorla o con il tofu.

Molto utili anche i cereali integrali che sono ricchi di acido fitico che lega il calcio e ne modula l’assorbimento intestinale.

Nel caso di calcoli di ossalato (l’ossalato è presente in alimenti vegetali), il suo consumo va limitato, come uva, fichi, barbabietole, soia, cavoli, pomodori, cacao. Non esagerare con gli agrumi, ottimi per l’apporto di acido citrico, ma contenenti anche ossalato ed evitare l’assunzione di bevande come caffè e tè.

Per i calcoli di acido urico, è necessario eliminare dalla dieta i cibi ad alto contenuto di purine, il cui metabolismo determina la produzione di acido urico, in particolare carni e pesce. 

Per i calcoli a base di cistina, è necessario ridurre l’apporto di alimenti ricchi di metionina, precursore della cistina, quindi soprattutto latte, uova e frutta secca.

Cosa mangiare in caso di coliche renali in gravidanza

Per prevenire le coliche renali in gravidanza è bene assumere molti liquidi: le donne incinte dovrebbero stare attente all’alimentazione e soprattutto evitare cibi spazzatura o alimenti ad alto contenuto di cloruro di sodio.

Si consiglia di mangiare frutta e verdura ricche di:
  • fibre;
  • minerali;
  • vitamine. 
Oltre a seguire una dieta varia ed equilibrata, si dovrebbe moderare anche l'apporto di vitamina D per limitare l'assorbimento di calcio.

Prevenire una colica renale

Per evitare le coliche renali in futuro, seguire questi consigli:

  • Bere almeno 8-10 bicchieri d'acqua al giorno. 
  • Ridurre le bibite, specialmente quelle che contengono acido fosforico.
  • Ridurre il sale nella dieta.
  • Limitare le proteine animali da alimenti come carne rossa, pesce e uova
  • Limitare i cibi ad alto contenuto di ossalato, come spinaci, noci e rabarbaro.

Rimedi naturali per le coliche renali

Bere molti liquidi è una parte vitale del passaggio dei calcoli renali e previene la formazione di nuovi. Non solo il liquido elimina le tossine, ma aiuta a spostare i calcoli attraverso il tratto urinario.

Anche se l'acqua da sola può essere sufficiente, l'aggiunta di alcuni ingredienti può essere utile: parlare con il proprio medico prima di iniziare con uno dei rimedi domestici per le coliche renali: egli potrà valutare se il trattamento domiciliare è giusto o se può portare a ulteriori complicazioni.

  • Acqua: quando si hanno i calcoli renali, aumentare l'assunzione di acqua può aiutare ad accelerare il processo di espulsione. Cercare di bere 12 bicchieri d'acqua al giorno invece dei soliti 8. Una volta che il calcolo passa, si dovrebbe continuare a bere da 8 a 12 bicchieri d'acqua ogni giorno. La disidratazione è uno dei principali fattori di rischio per i calcoli renali. Prestare attenzione al colore dell'urina. Dovrebbe essere di un giallo chiaro molto chiaro. L'urina di colore giallo scuro è un segno di disidratazione.
  • Succo di limone: si possono aggiungere all'acqua limoni appena spremuti. I limoni contengono citrato, che è una sostanza chimica che impedisce la formazione di calcoli di calcio. Il citrato può anche rompere piccoli calcoli, permettendo loro di passare più facilmente.
  • Succo di basilico: il basilico contiene acido acetico, che aiuta ad abbattere i calcoli renali e a ridurre il dolore. Abbassa anche i livelli di acido urico, riducendo il rischio di calcoli futuri. Non si deve usare succo di basilico per più di 6 settimane consecutivamente. L'uso prolungato può portare a un basso livello di zucchero nel sangue, bassa pressione sanguigna, aumento del sanguinamento.
  • Aceto di sidro di mele: contiene acido citrico che aiuta a dissolvere i calcoli renali. Può permettere di alcalinizzare il sangue e le urine e aumentare gli acidi dello stomaco per prevenire la formazione di nuovi calcoli. L'aceto di sidro di mele può aiutare ad alleviare il dolore causato dai calcoli. Attenzione però che, se ingerito in grandi quantità, l'aceto di mele può portare a bassi livelli di potassio e osteoporosi. Le persone con diabete dovrebbero prestare attenzione quando bevono questa miscela. Monitorare attentamente i livelli di zucchero nel sangue durante tutto il giorno. Non bere questa miscela se si sta assumendo Insulina, Digossina e diuretici.
  • Succo di sedano: elimina le tossine che contribuiscono alla formazione di calcoli renali. Aiuta anche a ripulire il corpo in modo da poter fare passare la pietra. Non si dovrebbe bere questa miscela se si ha qualche disturbo emorragico, bassa pressione sanguigna, in programma un intervento chirurgico. Inoltre, evitare se si sta prendendo: Levotiroxina, Litio, farmaci che aumentano la sensibilità al sole, sedativi.
  • Succo di melograno: può aiutare a migliorare la funzione renale complessiva, oltre a favorire l'espulsione dei calcoli e altre tossine dal sistema. Abbassa anche il livello di acidità dell'urina. Bassi livelli di acidità riducono il rischio di futuri calcoli renali. Non c'è limite alla quantità di succo di melograno che si beve durante il giorno. Non berlo se si stanno assumendo farmaci per la pressione sanguigna.
  • Brodo di fagioli: aiuta a migliorare la salute generale delle vie urinarie e renali. Aiuta anche a dissolvere i calcoli. Basta filtrare il liquido dai fagioli cotti e berne alcuni bicchieri per tutto il giorno.
  • Succo di radice di tarassaco: la radice di tarassaco è un tonico renale che stimola la produzione di bile. Questo aiuta ad aumentare la produzione di urina e migliorare la digestione. Il tarassaco contiene vitamine (A, B, C, D) e minerali come potassio, ferro e zinco. Non bere questa miscela se si stanno assumendo: fluidificanti del sangue, antiacidi, antibiotici, litio, diuretici.
  • Succo di equiseto: aumenta il flusso di urina per aiutare ad eliminare i calcoli renali e può lenire il gonfiore e l'infiammazione. Ha anche proprietà antibatteriche e antiossidanti che aiutano a migliorare la salute dell'apparato urinario. Non si dovrebbe usare l'equiseto per più di 6 settimane consecutive. Esistono pericoli di convulsioni, bassi livelli di vitamina B e perdita di potassio. Inoltre, evitarlo se si assumono litio, diuretici o farmaci per il cuore. L'equiseto non è raccomandato ai bambini e alle donne in gravidanza o allattamento. Contiene nicotina e non deve essere assunto se si sta usando un cerotto alla nicotina o si sta cercando di smettere di fumare. Non si dovrebbe bere questa miscela se si soffre di: alcolismo, diabete, bassi livelli di potassio, bassi livelli di tiamina.
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Dr. Giancarlo Marinelli Medico Chirurgo
Dr. Giancarlo Marinelli
nefrologo

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